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Graphic Novel'Duncan the Wonder Dog', l’ambizioso debutto di Adam Hines

‘Duncan the Wonder Dog’, l’ambizioso debutto di Adam Hines

“Se un leone potesse parlare noi non potremmo capirlo”: la celebre frase del filosofo Ludwig Wittgenstein potrebbe descrivere bene Duncan the Wonder Dog, il libro d’esordio di Adam Hines, uscito nel 2010 per la casa editrice statunitense AdHouse Books e purtroppo non ancora tradotto in italiano. Purtroppo davvero, perché nonostante il nome di Hines rimanga sconosciuto ai più, questo suo lavoro è parso a molti osservatori uno dei veri debutti fulminanti degli ultimi dieci anni. E non solo: per complessità narrativa e virtuosismi tecnico-grafici, si merita di stare sullo scaffale ideale dei fumetti più ambiziosi degli anni Duemila, accanto a un Alpha: Directions di Jens Harder o a un Big questions di Anders Nilsen (là dove avrete collocato, insomma, tomi come Asterios Polyp di David Mazzucchelli o Building stories di Chris Ware).

Leggi l’intervista con Adam Hines, l’autore di Duncan the Wonder Dog

Leggi la lista dei 10 fumetti preferiti di Adam Hines, l’autore di Duncan the Wonder Dog

Duncan the Wonder Dog

-) La storia

Duncan the Wonder Dog parte da una semplice premessa: cosa succederebbe se, in un mondo identico al nostro, gli animali potessero pensare e parlare come gli esseri umani? Accetterebbero passivamente la loro condizione o lotterebbero invece per i loro diritti? Per rispondere a queste domande Adam Hines ha deciso di fare le cose in grande. Non solo ha impiegato sette anni per completare le 400 pagine che costituiscono il primo volume dell’opera ma ha deciso anche di dedicare i prossimi 25 anni della sua vita a completare l’intera vicenda che, una volta finita, conterà in tutto nove volumi, per un totale previsto di circa 2600 pagine. Se aggiungiamo inoltre la giovane età di Hines – 29 anni – è molto probabile che tutto ciò a prima vista vi sembri un bel mix di follia editoriale e arroganza da enfant prodige. Eppure Hines ce l’ha fatta e – incredibile – ha scritto la prima tappa di un lavoro che farà parlare di sé ancora a lungo, e che si candida sin dal primo volume a diventare un passaggio importante nella storia del fumetto contemporaneo.

Il mondo raccontato in Duncan the Wonder Dog è simile in tutto e per tutto al nostro, tranne per un particolare: gli animali possono parlare e comprendere la lingua degli esseri umani. In questo mondo parallelo si svolgono le stesse dinamiche uomo/animale che ci sono familiari: l’allevamento, la caccia e la pesca, l’accudimento degli animali domestici, il circo, lo zoo. Alcuni animali convivono passivamente con questo ordine delle cose; altri invece, in reazione agli abusi e ai maltrattamenti subiti nella storia a causa degli esseri umani, si sono ribellati a questa condizione di sottomissione e hanno formato dei gruppi di attivisti politici che reclamano più attenzione per il benessere animale. Alcuni di questi gruppi politici, con il tempo, si sono convertiti alla lotta armata contro il dominio umano.

Il primo volume di Duncan the Wonder Dog, che ha già vinto premi importanti come il Los Angeles Times Book Prize e il Lynd Ward Graphic Novel Prize, ruota attorno a un evento principale: l’ORAPOST (sigla di “Organosi Apostasia”, letteralmente “eresia organizzata”), un gruppo di animali terroristi comandato da un macaco femmina di nome Pompeii, fa esplodere una bomba all’università Elijah Gates in California per protestare contro gli abusi dei diritti animali. L’attentato è l’espediente narrativo attorno a cui ruotano i principali personaggi dell’opera: Aaron Vollmann, il cinico responsabile umano dell’ONACP (Organizzazione per le politiche di controllo animale a livello nazionale); Voltaire, un babbuino benestante che tenta attraverso un assiduo lavoro di lobbying di ottenere una maggiore attenzione politica sul tema del benessere animale; Jack Hammond, il malinconico ispettore di polizia richiamato in servizio con il compito di indagare sull’attentato terroristico appena accaduto.

Duncan the Wonder Dog
Pompeii in fuga dalla polizia dopo l’attentato terroristico

-) Lo stile narrativo

Intorno a questi quattro personaggi principali Hines disegna un ampio cast di personaggi secondari. L’autore si concede un ampio respiro narrativo e il racconto procede in modo non lineare, con continue ellissi spaziali e temporali. La struttura complessiva diventa così un coro di molte storie laterali che, come gli intermezzi di una suite musicale, affiorano rapidamente per poi essere altrettanto velocemente abbandonate. Nella prima parte del volume Hines si preoccupa soprattutto di introdurre un ampio ventaglio di storie e di creare la giusta atmosfera per condurre i lettori all’interno di questa strana realtà parallela dove gli animali – che spesso hanno il nome di antichi matematici e filosofi del mondo classico latino e greco – parlano la stessa lingua degli esseri umani.

Lo stile narrativo di Hines non è centrato tanto sui singoli personaggi, pur delineati con una profondità psicologica magistrale, quanto piuttosto sull’interconnessione che si viene a creare dall’intreccio delle loro storie e dei loro differenti punti di vista sul difficile rapporto uomini/animali. Da questo punto di vista il racconto di Duncan the Wonder Dog ricorda il “romanzo totale” immaginato dallo scrittore argentino Jorge Luis Borges: il vero protagonista dell’opera è la struttura stessa della storia che, attraverso la molteplicità delle situazioni presentate, punta a mettere in luce la connessione di tutte le varie trame secondarie nonostante l’apparente discontinuità narrativa.

Per sottolineare ulteriormente i diversi approcci narrativi delle singole storie, Hines decide di utilizzare differenti stili di scrittura: si passa infatti dal racconto in stile libro per l’infanzia al manuale di istruzioni, dalle citazioni di sociologia alle allegorie religiose e alle favole medievali, dalle citazioni della Bibbia agli aforismi filosofici. Per esempio, un lungo inciso narrativo di 34 pagine, forse il vero cuore emotivo di questo primo volume, utilizza la trascrizione diretta del diario personale di un personaggio secondario per offrire una prospettiva insolita sul rapporto tra i membri di una famiglia umana e il loro cane, improvvisamente colpito da una malattia incurabile.

Duncan the Wonder Dog
Il diario di una famiglia umana e del loro cane Bundle

L’autore, inoltre, compie una sforzo notevole per rendere più evidente possibile l’alterità di pensiero delle diverse specie animali presentate nel corso del libro: alcuni animali parlano come gli esseri umani, altri si esprimono con versi poetici o in rima, altri ancora cantano e alcuni, infine, non possiedono un vero e proprio linguaggio strutturato ma comunicano attraverso un flusso di coscienza spontaneo e caotico.

Duncan the Wonder Dog
Discorsi umani e discorsi animali

-) Lo stile visuale

Lo stile grafico di Hines sembra a sua volta voler tradurre in modo visuale l’esperimento narrativo di rappresentazione totale di un mondo parallelo. Quasi ogni pagina di Duncan the Wonder Dog, rigorosamente in bianco e nero, utilizza infatti la tecnica del collage assemblando i disegni fatti a mano dall’autore con le scansioni digitali dei più svariati materiali: matrici di biglietti, diagrammi matematici, nastri e corde, tessuti grezzi, mappe geografiche, ritagli di giornale e molto altro ancora. Il risultato complessivo è un design grafico stupefacente per impatto estetico e perfettamente funzionale per il racconto, il tutto accompagnato da un uso creativo e originale del lettering.

Duncan the Wonder Dog
Una delle pagine assemblate con la tecnica del collage

I personaggi e gli sfondi sono disegnati di volta in volta con differenti tecniche: nella stessa pagina possiamo trovare un tratto appena accennato in stile cartone animato infantile e, contemporaneamente, un’illustrazione fotorealistica estremamente accurata. Un altro elemento visuale che caratterizza il libro è la frequente presenza di paesaggi, spesso senza alcun dialogo o personaggio, che vengono utilizzati dall’autore come pause narrative per intervallare e collegare le pagine. Da notare, infine, che l’accurato design delle tavole non impedisce ad Hines di inserire occasionalmente, specialmente nei casi in cui la pagina può risultare confusa, la numerazione delle singole vignette per guidare il senso di lettura.

Duncan the Wonder Dog
La tigre Mercodonius spiega alla scimmia Euclide il concetto di dharma

Duncan the Wonder Dog nel corso del primo volume affronta vari temi: l’etica della violenza nel terrorismo, le difficoltà del libero arbitrio, le lotte politiche delle minoranze per affermare i propri diritti civili, la definizione delle regole sociali, il potere del linguaggio umano sugli animali e l’importanza del concetto di empatia e di connessione emotiva con gli altri esseri viventi.

Penso che sia piuttosto chiaro: Duncan the Wonder Dog è un libro molto complesso che sfida le capacità intellettuali del lettore e che richiede pazienza e attenzione ma che, a sua volta, ci ripaga con una storia e un’esperienza visiva affascinanti. E’ un’opera umanistica nel senso più ampio del termine: ci interroga su cosa vuol dire realmente essere “umani”, sul nostro legame emotivo con le altre specie animali, sull’interconnessione profonda di tutti gli esseri viventi e soprattutto sull’importanza di percepire i pensieri degli altri, a qualunque specie appartengano. Dopo tutto non è proprio lo scopo ultimo della narrativa stimolare l’empatia, provare a farci immaginare per un attimo cosa vuol dire essere qualcun altro o qualcos’altro?

P.S. = Chiamatela follia, generosità o consapevolezza. Quale che sia, Adam Hines ha reso disponibile online gratuitamente la lettura del primo volume completo di Duncan the Wonder Dog

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