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RecensioniI maiali migranti di Cecilia Valagussa, in "P.I.G.S."

I maiali migranti di Cecilia Valagussa, in “P.I.G.S.”

Nel secondo volume di B comics, la rivista/antologia curata da Maurizio Ceccato, un fumetto mi aveva colpito per un aspetto: si divertiva a sconvolgere la percezione, giocando con la gestione degli spazi e l’utilizzo dei piani di profondità. Realizzato dalla lecchese residente in Belgio Cecilia Valagussa (potete leggerla spesso anche su Vice), si intitola Alla fiera dell’Est e racconta la storia di una casa occupata che sta per essere abbattuta, della famiglia che la abita e di un topo che si nasconde tra le intercapedini del muro. Tra tutte è stata la seconda tavola del racconto a incuriosirmi di più, con la totale eliminazione della griglia a favore di una struttura libera che amalgama tra loro vignette con differenti inquadrature, ottenendo così uno spaesamento del protagonista e del lettore.

Pigs Cecilia Valagussa

Considerato l’effetto ottenuto in quella occasione, non è un caso che Valagussa abbia deciso di mantenere questa tecnica anche per P.I.G.S., il suo secondo graphic novel pubblicato in fiammingo dalla casa editrice belga VOS Stripgilde Uitgeverij. Trasferitasi nel 2015 e tuttora residente in Belgio, Cecilia Valagussa decide di raccontarci la sua esperienza di migrante di lusso con un espediente à la Maus: la protagonista e alcuni dei personaggi hanno il volto di un maiale. L’idea nasce dall’acronimo che dà il titolo al fumetto, una sigla volutamente dispregiativa utilizzata da alcuni giornalisti economici (il Financial Times, per esempio, l’ha bandita proprio per la sua connotazione razzista) per radunare sotto un unico termine i quattro paesi della zona mediterranea – Portogallo, Italia, Grecia e Spagna – che versano in condizioni economiche poco favorevoli alla crescita e al saldo del debito pubblico.

pigs Cecilia Valagussa

P.I.G.S. si presenta con un atipico formato orizzontale, in cui la tavola si sviluppa nella sua interezza su entrambe le pagine, senza però ricercare quell’effetto panoramico che ci si aspetta solitamente da un design del genere. Anzi, la Valagussa sembra disattendere volutamente questa aspettativa del lettore presentando spesso un ambiente o un paesaggio unico, ma frammentandolo continuamente basandosi sui movimenti della protagonista. È come se la Valagussa, rimodellando ripetutamente il suo sguardo intorno al personaggio, cristallizzasse ogni inquadratura in uno spazio scenico cubista che contempla non solo la dimensione spaziale ma anche quella temporale. Questa scelta porta a tavole regolate da una struttura liquida che preferisce eliminare (o nascondere) la griglia di vignette per creare un ambiente che non sia un semplice palcoscenico su cui far muovere la protagonista, ma che sappia includere anche il suo punto di vista. In questo senso la regia è complessa e strutturata, capace di far convivere sullo stesso piano di racconto inquadrature classiche e soggettive, accenni di piani sequenza e strette sui particolari.

Più che nella storia (che non presenta mai reali conflitti, personaggi complessi o una trama vera e propria) è nella tecnica narrativa della Valagussa che si nasconde il nocciolo tematico di P.I.G.S.. La struttura liquida le permette non solo di far sentire il suo personaggio contemporaneamente respinto e accettato, ma di far nascere in lei un senso di appartenenza comune attraverso le storie tradizionali che trovano spazio nel racconto (da Sant’Antonio di Padova al folklore belga, dai racconti africani al passato rurale italiano), come a scavare per scoprire le radici di un sentimento europeo che non si limiti ai discorsi politici ma trovi un fondamento reale e tangibile nella nostra realtà e nella vita della protagonista.

Pigs Cecilia Valagussa

P.I.G.S. è un lavoro interessante soprattutto per la scelta coraggiosa di suscitare emozioni e affrontare le proprie tematiche utilizzando esclusivamente una tecnica narrativa capace di far affiorare i due elementi senza appoggiarsi a una scrittura articolata. Con uno stile pittorico nord-europeo capace di far rivivere l’atmosfera belga dandole occasionali sferzate psichedeliche, Cecilia Valagussa dà corpo ai sentimenti contrastanti del suo alter ego suino, alle prese con un mondo nuovo e con stereotipi di cui non era mai stata vittima. Cercando tra le pieghe della Storia, il carattere delle persone e i racconti popolari la chiave per sentirsi finalmente a casa.

P.I.G.S.
di Cecilia Valagussa
traduzione in fiammingo di Peter Moerenhout
VOS Stripgilde Uitgeverij, 2016

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