Per ricordare Luigi Bernardi, scomparso pochi giorni fa, abbiamo chiesto una testimonianza a un autore d’eccezione. Vittorio Giardino, il cui percorso, sin dagli esordi, è stato profondamente segnato dall’incontro con il direttore di Orient Express e Nova Express.
Luigi Bernardi. Un ricordo.
di Vittorio Giardino
Il mio primo incontro con Luigi Bernardi fu, se non ricordo male, nella primavera del 1977. All’epoca Luigi conduceva una rubrica sui fumetti in una radio privata di Bologna. Dato che avevo deciso di cercare fortuna in quel campo, pur essendo totalmente autodidatta e molto ignorante, seguivo appassionatamente la sua trasmissione.
Presto mi resi conto che Bernardi (così si chiamava quella voce) conosceva i fumetti molto, molto meglio di me. Così, un bel giorno, andai alla redazione della radio per conoscerlo e mostrargli i miei lavori.
Da quel momento Luigi, pur essendo più giovane di me, divenne il mio primo maestro e la mia prima guida. Le sue critiche mi hanno permesso di crescere in fretta, facendomi capire gli errori e spingendomi al confronto con i lavori di altri molto migliori di me. Fece tutto ciò sempre con un garbo straordinario, lui che è considerato una persona schiva e ombrosa, capace di giudizi taglienti.

Solo dopo anni, quando ormai il giudizio non poteva più farmi male, mi disse che le mie prime tavole erano “così brutte da far schifo”. Ripensandoci, aveva perfettamente ragione. Ma all’epoca, per mia fortuna, le sue parole furono molto più sfumate.
Si vedeva subito che, malgrado la giovane età, era una persona seria; il che non gli impediva di sognare e, inseguendo i suoi sogni, di fare pazzie come solo le persone serie sanno fare.
Così, nel 1978, praticamente senza un quattrino ma con molto entusiasmo e un po’ di necessaria incoscienza, fondò la sua prima casa editrice, L’Isola Trovata, con l’idea di pubblicare opere sia italiane che straniere che in Italia non trovavano spazio. Comprese opere di autori esordienti, per i quali aveva un fiuto straordinario. Fu davvero l’avanguardia rivoluzionaria del fumetto, prima di Valvoline e di Frigidaire, in tempi molto più difficili di oggi.
(Piccola nota autobiografica: io ho avuto la fortuna e l’onore di essere uno di quegli esordienti; presi parte alla nascita de L’Isola Trovata e, nel 1982, di “Orient Express”, rivista che ha cambiato il mondo del fumetto. Fu proprio con L’Isola Trovata che pubblicai il mio primo libro e fu sulle pagine di “Orient Express” che vide la luce Max Fridman.)
Più tardi le nostre strade si divaricarono, senza che per questo ci perdessimo di vista. Io continuavo sempre a guardare alle iniziative di Luigi con grande interesse. Da Granata Press a Diva e poi alla “svolta” letteraria (ma non fu una svolta, la sua passione per la letteratura è sempre esistita), il suo percorso è troppo noto per ripeterlo qui.
Persona di molteplici interessi e di vasta cultura, di inesauribile curiosità e di grande indipendenza di giudizio, la sua scomparsa è una gravissima perdita per il mondo del fumetto.
Mancherà a tutti, e non solo a chi l’ha conosciuto personalmente.