Nello studio di Paolo Bacilieri

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A quale progetto stai lavorando attualmente?

Sto lavorando a più cose, come al solito. Per Bonelli Editore sto disegnando un western. No, non Tex: è una storia della serie “Le storie”, scritta da Fabrizio Accatino, i cui protagonisti, due “soldati blu” (credo che Tex gli sparerebbe addosso senza rimorsi dopo al massimo due tavole) non sono degli stinchi di santo, ecco. Poi c’è questo libro (o Graphic novel, se preferisci) che sto preparando, Fun, un libro “farcito”. Tratta della nascita e dello sviluppo del Cruciverba, ma contiene anche un sacco di storie e storielle brevi, “orizzontali e verticali”, che ho pubblicato qua e la in questi anni. Storie in cui compare spesso e volentieri il nostro caro Zeno Porno.

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Quali sono gli strumenti prediletti e le tecniche che utilizzi per disegnare?

Ho usato e uso un po’ di tutto, ma negli anni mi sono un poco stabilizzato su rapidograph e penne stilografiche giapponesi su cartoncino per poi rifinire il tutto, una volta scansionata la tavola, con Photoshop.

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C’è qualche abitudine o “rituale” che segui prima di iniziare a disegnare?

No, nessun rituale, è già abbastanza dura anche senza, però musica sì, spesso e volentieri, prima durante e dopo. Ascolto, anzi, ascoltiamo, visto che lavoro in questo studio con altre persone, un po’ di tutto.

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Ci sono fumetti o libri che devono essere a portata di mano? Un autore di riferimento?

Dunque, dipende da ciò a cui sto lavorando, ovviamente. Di solito sul mio tavolo si accumulano di volta in volta libri, fumetti e materiale legato a ciò su cui sto lavorando. In questo momento ci trovi un libro molto bello che mi ha prestato Carlo Ambrosini, sul pittore Charles M. Russell, un libro di armi e fuorilegge del west, una copia della Settimana Enigmistica, e via dicendo.

Autori di riferimento certo che ce ne sono, per i maledetti cavalli, ad esempio, il Texone di Guido Buzzelli, che li disegnava straordinariamente bene. Rino Albertarelli, che belli i suoi Protagonisti del West, qualche vecchio Ken Parker di Berardi e Milazzo, e poi, ovvio, ci sono il Blueberry di Jean Giraud e il Comanche di Hermann… ecco i miei personaggi devono essere sporchi e impolverati almeno quanto quelli di Hermann! Questo per rimanere in ambito western…

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Il disegno incorniciato ha tutta l’aria di essere un cimelio. Sbaglio?

Si tratta di un piccolo bozzetto di Carl – o meglio, di Johann Sebastian Barks – che vidi e acquistai qualche anno fa dagli amici della Galleria MioMao. Non sono un collezionista di originali, ma capita di vederne uno che non ti puoi proprio esimere dall’avere. Quando ho visto quell’espressione di Paperon de’ Paperoni abbozzata a tremolante matita da un (credo) anziano Barks come-solo-lui (non so se riuscite a vederla in questa foto), ho pensato: “Tu vieni a casa con me.”

Fotografie di Daniela Mazza