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RecensioniNovitàPatamach di Killoffer e Capron: un fumetto da “masticare”

Patamach di Killoffer e Capron: un fumetto da “masticare”

Dei sette autori-fondatori della storica casa editrice francese L’Association, soltanto Lewis Trondheim e David B. hanno avuto qualche fortuna in Italia. Jean-Christophe Menu e Mattt Konture pagano il loro eccessivo debito stilistico alla scena underground locale, mentre il fascino di un pur ottimo disegnatore come Stanislas sembra affievolirsi lontano dall’astro luminoso di Hergé, che riscalda e infonde senso al suo tratto vintage. Patrice Killoffer è invece un caso a parte.

Inventore di uno stile grafico originale e potente — riconoscibile come quello di un Charles Burns o di un Peter Kuper — l’autore lorenese è stato tuttavia ben poco produttivo in ambito fumettistico. Per scacciare la tentazione di derubricare Killoffer da «fumettista e illustratore» (per Libération e Le Monde tra gli altri) a semplice «illustratore prestato al fumetto» non basta la lettura del suo impressionante ego-trip Six cent soixante-seize apparitions de Killoffer, pubblicato da L’Association nel 2002 (e tradotto in Italia da Coconino Press nel 2017).

patamach killoffer

Potrebbe allora aiutare la fresca riedizione per Cornelius del romanzo grafico Viva Patamach, scritto da Jean-Louis Capron (aka Jean-Louis Gauthier, eminenza grigia di Cornelius) e pubblicato in origine per la defunta etichetta fumettistica di Seuil nel 2002.

Viva Patamach è una favola politica disperata come V for Vendetta e grottesca come un episodio di Futurama — con qualche eco di Tintin o di Babar. È la storia di una città, Roseville, la storia di un dittatore, Rosemou, ma soprattutto la storia di una strana sostanza rosa, il Patamach: una gomma da masticare che serve da alimento universale, da materia prima e da feticcio per un popolo intero. Una sostanza che, naturalmente, cela un terribile segreto…

Capron denuncia totalitarismo, alienazione e società industriale in maniera tanto didascalica da risultare suggestiva — come in quei vecchi libri di Marcuse o Debord, straordinari B-movies per intellettuali — e così fornisce a Killoffer un’idea grafica incisiva: ogni tavola è ricoperta da filamenti collosi, pellicole elastiche, bolle e chiazze rosa, e persino i personaggi, gli edifici, i balloon e il lettering hanno qualcosa di plastico. La sfavillante tricromia (rosa, verde, nero) della nuova edizione contribuisce a trasmettere un senso di oppressione quasi fisico.

Le 160 pagine di Viva Patamach lasciano al lettore una vaga nausea, simile alla sensazione che si prova dopo avere divorato una confezione di caramelle gommose. Ma il sapore è del tutto inedito.

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