La grafica spiegata ai ragazzi (da Chip Kidd)

di Paolo Campana

chip kidd

Ho sempre pensato che l’istruzione, il sapere, la conoscenza e il distinguere il bello dal brutto sia – specialmente oggi, in un’epoca che ci sommerge di immagini – molto importante. Nelle nostre scuole e nelle nostre università, raramente si parla e si spiega la differenza tra il brutto e il bello, tra cosa “funziona” e cosa “non funziona”. Specialmente per quanto riguarda l’estetica e la comunicazione visiva. E specialmente per quelle rivolte ad un pubblico giovane. Potrebbe essere un discorso un po’ supponente, ma mi assumo il rischio: sono convinto che una maggiore conoscenza di alcune questioni, da parte dei ragazzi, possa aiutarli persino a diventare, in futuro, adulti migliori.

Esistono davvero pochi libri che tentino di coniugare questo interesse per la grafica e per i più giovani, e uno di questi é di certo l’illuminante GO: A Kidd’s Guide to Graphic Design di Chip Kidd. Uscito lo scorso ottobre per Workman Publishing, è un bel volume di 150 pagine che ha come target un pubblico tra i 10 e i 17 anni.

Ma chi è Chip Kidd? E perché può permettersi di spiegare alle giovani generazioni cosa sia e come nasca il graphic design?

Chip Kidd è uno dei pochi designer che sta letteralmente cambiando il mondo della grafica editoriale. Così come accadde anni fa con David Carson, oggi Kidd impersona il genio assoluto, e il suo esempio è un faro che illumina il lavoro di molti grafici. Una vera e propria autorità in materia, amante e studioso della cultura popolare nel senso più ampio del termine, Art director per Knopf Publishing (marchio assai letterario del gruppo Random House) vive a New York ed è stato premiato due volte persino ai fumettistici Eisner Awards come co-autore e progettista della serie Batman Animated. Come editor del marchio Pantheon – forse l’etichetta di graphic novel “di qualità” per eccellenza, negli States – ha curato graficamente la pubblicazione del Jimmy Corrigan di Chris Ware, del David Boring di Daniel Clowes e del bel volume Peanuts – The Art of Charles M. Schulz.

Ora che abbiamo chiarito chi è Chip Kidd potete ben immaginare quale sia la portata di quest’opera: spiegare ai ragazzi come viene realizzato un volume, perché un libro è fatto in un modo piuttosto che in un altro… insomma, una perfetta introduzione al mondo del graphic design.

Nel suo volume Kidd tocca con mano la storia della materia attraverso alcuni splendidi esempi, e mette in campo le più comuni teorie sul design classico. Forse alcuni concetti potranno sembrare ostici per chi non ha ben chiaro il concetto di spazio negativo e positivo o non sa cosa sia la teoria del colore, ma gli esempi che Kidd mette nel libro sono talmente precisi e ben delineati da poter dare a tutti gli strumenti necessari per una maggiore comprensione.

Il libro stesso è ovviamente frutto di un preciso progetto di design grafico, e si discosta molto dagli altri manuali disponibili in materia. Forse proprio perché si rivolge ad un pubblico giovane, questo manuale non è un libro di testo e non vuole esserlo. Qui si gioca sui materiali, sulle font, sui colori… Il contrario di uno dei soliti libri noiosi sul design: qui si parla di arte e testo che si fondono. E spiegare la grafica ad un ragazzo di undici anni, annoiandolo a morte, sarebbe un delitto.

Il libro si conclude con una serie di sfide. Per aiutare i lettori interessati a esplorare la progettazione grafica e crearne di nuove, offrendo alcune idee e schizzi che possano aiutare il futuro grafico a creare – per esempio – nuovi loghi o impaginati.

Un libro da avere e da sfogliare, quindi. E in definitiva, non solo per i più giovani: anche per chi, appassionato di design, ha sempre sognato di avere per le mani un manuale scoppiettante.

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