Marcello Jori sfugge a ogni facile definizione. Pittore, fumettista, fotografo, scrittore, illustratore: non è possibile delimitare il campo entro il quale -da sempre- si muove. Certo, potremmo definire Jori più genericamente un “artista”. Ma è necessario, prima, chiarire una questione di fondamentale importanza. E cioè: che cos’è l’arte, per Marcello Jori? O anche, guardando il quesito da un’altra prospettiva: quale dev’essere il ruolo dell’artista?
Nella storia, ogni (vero) artista ha dato la sua risposta a tali domande, attraverso la realizzazione delle proprie opere. E a questo proposito, Jori ha le idee molto chiare. “A me interessa l’arte – mi dice, seduto in mezzo ai quadri ancora freschi di colore, nel suo studio di Milano – nel momento in cui influenza l’esistenza. L’arte deve e può cambiare la vita. Dev’essere un’avventura esistenziale”.
Per dimostrarlo, ha deciso, qualche anno fa, di raccontare gli eventi che precedono la messa in atto delle sue opere. Gli Albi dell’Avventura, pubblicati da Skira Editore, sono la cronaca narrata in prima persona, attraverso parole scritte a mano (sull’esempio di William Blake) e disegni in sequenza, delle peripezie attraverso le quali l’opera d’arte diventa, da pensiero, realtà. Storie appassionanti, coinvolgenti a tal punto da rimettere in discussione la differenza tra vissuto personale e creazione artistica. Narrazioni che sono parte, esse stesse, dell’opera di cui raccontano la genesi. Vita e, al contempo, arte allo stato puro.
In qualche modo, potremmo dire che l’oggetto dell’arte di Jori sia da sempre l’arte stessa. E infatti, come spiega lui stesso: “l’arte è avventura nel senso che non è mai inutile, al contrario deve essere necessaria, deve essere quasi una religione. Da questo punto di vista, la mia Storia dell’Arte (ovvero il lavoro che Jori sta realizzando sulle pagine di Flash Art e di cui vi presentiamo oggi in esclusiva la prima puntata) è il coronamento di tutta la mia carriera. Non avrei mai pensato di poter realizzare un’opera così ambiziosa, così imprudente, quasi folle. Ma l’arte dev’essere questo: osare, andare oltre quello che uno crede di poter fare, con coraggio. Lavorandoci, mi sono reso conto che mi preparo a realizzare quest’opera da tutta la vita. Ognuna delle cose che ho fatto -la pittura, il fumetto, le Predicazioni – non sono state altro che il modo attraverso cui ho imparato a muovermi nei diversi settori e nelle varie dimensioni della creatività, per poter poi parlare dell’arte concentrandomi sull’essenziale, su ciò che emoziona”.
E a proposito delle influenze di cui si è nutrito, spiega: “in quest’opera, metto a frutto tutto ciò che ho imparato. La mia esperienza come fumettista, ad esempio, mi ha insegnato a gestire la narrazione, operare la sintesi, tener ferma l’attenzione del lettore”.
Infine, su che cosa dobbiamo aspettarci: “ancora non so quanto durerà l’opera a cui sto lavorando. Ho il grande privilegio di non avere avuto dei limiti di tempo: la mia speranza è di poter andare avanti il più possibile. La Storia dell’Arte che voglio raccontare seguirà un ordine cronologico e, allo stesso tempo, dettato dalla capacità di stabilire relazioni tra tempi e luoghi differenti. E dato che l’arte è l’unica eternità possibile sulla Terra…”.
Intanto, potete cominciare a leggere la “Storia dell’Arte scritta, illustrata e diretta da Marcello Jori” qui.