Lorenzo Ceccotti aka LRNZ
Otomo a fumetti è arrivato tardi tra le mie letture. Non sono stato tra i fortunati lettori di Akira prima del film. Il film è stato senza alcun dubbio una roba da cui non mi sono più ripreso. Mai più. Eppure Leggere il fumetto con qualche anno di ritardo mi ha dato un punto di vista molto distaccato, dandomi le basi per una considerazione che è maturata solo dopo molto tempo, forse solo tre anni fa. In sostanza Otomo con il manga di Akira dimostra che il fumetto è il medium con il più alto fattore di conversione fra denaro e libertà di racconto visivo che esista, in assoluto. Puoi fare quello che vuoi. Puoi distruggere una città intera o contemplare il cielo, in un fumetto, allo stesso prezzo di produzione o quasi. Vedendo il film non era chiaro come gli fosse saltato in mente di raggiungere un simile livello di pretese, mentre una volta letto il fumetto è chiarissimo. Otomo a fumetti mi ha fatto perdere ogni pudore in fase di scrittura. Grazie a lui si è liberato il mio processo di prefigurazione, che prima era in una gabbia di buonsenso assolutamente inutile, ora è addirittura borioso.
Akira è un’enormità di tavole in cui Otomo racconta disegnando veramente di tutto di più: impossibile tornare indietro! In questo senso Otomo mi ha lasciato libero, ha spostato l’asticella in alto dandomi ancora più spazio per esprimermi, ha realmente tirato un’atomica nel mondo dei fumetti, generando così tanto spazio vuoto da ricostruire che è impossibile resistere all’idea di mettersi a disegnare. Ci sarebbe molto altro da dire, ma chiudo segnalando che Otomo è l’unico autore di fumetti che sia mai entrato nei miei sogni: lo incontravo nel foyer di un albergo dopo una soffiata di un amico (“C’è Otomo a Roma!” “AAAAAAAAAH!”) e l’unica cosa che riuscivo a sbirciare erano le copertine di due libri: una raccolta di storie giovanili e un libro sulle anatomie in Otomo. Li ho disegnati (qui e qui).