Al Feldstein, noto soprattutto come editor di Mad magazine – successore del fondatore Harvey Kurtzman – per circa 30 anni, è morto martedì scorso nella sua residenza a Livingston, in Montana. Aveva 88 anni.
Feldstein guidò Mad dal 1956 al 1984, periodo in cui la rivista fu la pubblicazione satirica più letta in America. Mad, che debuttò nel 1952 sotto l’egida della EC Comics di William M. “Bill” Gaines e con la direzione artistica di Harvey Kurtzman «fu un successo perché mise a nudo l’ipocrisia della società», raccontò Feldstein in un’intervista ad A.V. Club nel 2007. «Quandò uscì Mad era come se stessimo dicendo: “Ragazzi, Madison Avenue vi sta mentendo. I vostri genitori vi stanno mentendo. Il Presidente degli Stati Uniti vi sta mentendo.”»
Era il 1956 quando Feldstein subentrò alla direzione del magazine dopo l’abbandono di Kurtzman per divergenze con l’editore in merito al controllo e alla proprietà della testata. Sotto la sua giuda Mad divenne ‘incontenibile’: irriverenti parodie dei film di successo, fumetti sboccati, frasi pungenti, invenzioni grafiche e un’attenzione verso la politica tutt’altro che politically correct.
«Mad aveva una mentalità aperta. William Gaines lo amava, e lui era un capitalista repubblicano. Io lo amavo, ed ero un liberale democratico.» continua Feldstein. «Fu anche merito degli sceneggiatori, che avevano le loro idee politiche e una voce per esprimerle.»
Feldstein nacque a Brooklyn, New York, nel 1925 e cominciò la sua carriera come pittore. A 15 anni passò a bottega da Jerry Iger e Will Eisner e in seguito diventò freelance per diversi editori di fumetto. Nel 1948 entrò a far parte dello staff della EC Comics, dove si dedicò a fumetti romantici e polizieschi, suggerendo a Gaines di introdurre una linea di fumetti horror. Quei fumetti diventarono il più grosso successo dell’editore, ma anche la sua più grande disgrazia. Tales from the Crypt divenne un bestseller e i suoi successori – The Haunt of Fear e The Vaul of Horror fra gli altri – proiettarono la EC Comics in una fase di enorme fortuna.
La fine, tuttavia, arrivò rapidamente, associata a un nome che ha segnato l’intera storia del fumetto americano: Fredric Wertham, lo psichiatra che con il suo saggio Seduction of the Innocent e la sua influenza culturale contribuì a una profonda delegittimazione dei fumetti dell’orrore. Venne quindi istituito un codice di regolamentazione – il celebre Comics Code – allo scopo di controllare ogni fumetto immesso sul mercato e censurare qualsiasi tipo di contenuto ritenuto violento. Le pubblicazioni EC Comics si trovarono a dover chiudere i battenti – dopo aver ospitato numerosi lavori di riconosciuta eccellenza artistica – ma Gaines riuscì a proteggere Mad, trasformandolo in un vero e proprio magazine di attualità.

Tra le short stories per le quali viene ancora ricordato come narratore, c’è per esempio Judgment Day (disegnata da Joe Orlando), che investe un classico scenario di fantascienza con evidenti toni antirazzista (la potete leggere qui). Una raccolta delle sue storie di fantascienza è stata pubblicata nel 2013 da Fantagraphics Books.
Alla fine degli anni 1980, dopo aver lasciato Mad, Feldstein tornò al suo primo amore: l’arte. Per decenni si ritirò in Montana, dove si specializzò in pitture di paesaggi americani, visibili sul suo sito.