Tra i tanti incontri che si sono svolti la settimana scorsa a Napoli Comicon, ce n’è stato uno in particolare che ha attirato la nostra attenzione: quello tra Gipi e Dave McKean. Visto il filo rosso tematico – per quanto blando – di questa edizione del Salone, ovvero fumetto & cinema, i due autori hanno tenuto un incontro con il pubblico in cui hanno discusso di realtà e finzione, e del loro rapporto con la fantasia.
Entrambi, fin dall’inizio, sono sembrati piuttosto concordi nel dire che «ci sono fin troppe cose» attorno a noi per potersi lasciare andare «con le fatine» o ad altre trovate dell’immaginazione. La storia più bella, hanno voluto sottolineare, è quella che esplora il mistero del già esistente, piuttosto che quella che parla al e del metafisico. E questo è vero sia quando si parla di cinema che di fumetto, due ambiti con cui sia Gipi che McKean si sono cimentati.
«L’importanza della realtà è per me tale che non ho bisogno di cercare altrove il mistero», ha detto Gipi. E McKean, armato di computer e cuffiette per la traduzione, ha risposto con un placido e diplomatico «the same» (“lo stesso”). Perché entrambi, come abbiamo detto, hanno sviluppato, seppure a migliaia di chilometri di distanza, la stessa sensibilità verso le storie, i mondi e i personaggi che raccontano. Tutte possibili, tutte catapultate in un piano concreto. «Mi sembra sufficiente la quantità di materia con cui mi ritrovo ad avere a che fare ogni giorno», ha continuato sempre Gipi. E il sogno, in questo modo, diventa un ricordo. Ricordo della realtà.
«Sono cresciuto con una fotografia in casa dei miei genitori. Era uno scatto degli anni Sessanta. Era un serpente morto. E nell’immagine si vedevano sandali di bambino. Guardando questa immagine, ricordo benissimo il giorno in cui mio padre sparò a questa vipera per salvarmi. In realtà, però, io non ero mai nato quando quella foto fu scattata: i piedi erano di mia sorella. E questo per dirvi che ho ‘rubato’ i ricordi, e negli anni ho pensato che fossero miei» ha raccontato Gipi. Ed è una cosa che sembra un po’ da McKean, che infatti ha confermato: «è lo stesso che è successo mentre scrivevo Mr. Punch, una storia famosa in Inghilterra che ho ricostruito partendo dai ricordi delle persone. Che magari non erano lì, ma che erano convinte di quello che fosse successo».
«Il mio modo di stare al mondo è proprio questo – ha tirato le somme il fumettista italiano – Per dirla alla pisana, ‘non capisco quello che succede quando succede’. Il racconto per me è sprofondare in un ambiente che è fatto di ricordi e di ossessioni, e solo quando si tratta di rielaborarlo in forma di racconto riesco a vedere le sue varie parti in maniera lucida. Non subito, non immediatamente. Ma solo quando ne parlo». E sulla stessa linea di pensiero si è detto McKean: «Penso la stessa cosa. Il film che ho appena fatto è ambientato 20 anni fa. Riguarda la mia relazione con un mio amico, che ho rielaborato ed affrontato nel corso degli anni solo grazie al racconto».
Una piccola disgressione. McKean ha ammesso di essere piuttosto frustato dal fatto che la sua opera più importante sia ad oggi il lavoro che ha fatto su Batman, di almeno venti anni fa, «quando ero un’altra persona». Ciononostante, si è detto riconoscente a «mr. Batman» perché gli ha permesso di comprare una casa e di stabilizzarsi.
Entrambi gli autori non sono religiosi, né credenti – «dio», ha detto Gipi «è solo una parola di tre lettere senza alcun significato particolare». Notizia che non è stata certamente data durante Napoli Comicon ma che si è inserita perfettamente nella discussione. Specie quando si è parlato di lavoro e di ispirazione.
Mentre Gipi, per sua stessa ammissione, prova ogni volta a raccontare storie sulle quali prende appunti ogni giorno, ma di cui alla fine non si occupa mai, McKean ha spiegato che è l’ambiente – il mondo che lo circonda, «il giardino fuori dalla finestra» – la sua fonte di maggiore ispirazione. E lo si è subito intuito quando ha mostrato (in anteprima mondiale) il trailer del suo nuovo film: una storia che riesplora il passato, che intreccia i ricordi e che lascia ai protagonisti la parola. Il racconto di una tragedia alternato all’animazione. Tra Fantasia e Realtà. Un teaser che è piaciuto molto anche a Gipi, di cui, per concludere, riprendiamo le parole: «Non credo che le cose succedano perché cade una cometa o perché qualcuno vuole così. Si tratta semplicemente di noi e del nostro modo di stare al mondo. Che non ha niente di soprannaturale».