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FocusOk Soda, la bevanda dal design firmato Burns e Clowes

Ok Soda, la bevanda dal design firmato Burns e Clowes

Nell’evoluzione recente delle bevande analcoliche, esiste un caso – ormai dimenticato – che ha avuto a che fare molto da vicino con il fumetto. Nel 1993, The Coca Cola Company creò una nuova bevanda simile alla classica Coca Cola, ma dal gusto leggermente più aspro (citrico). La caratteristica che la rende memorabile per noi, tuttavia, non è negli ingredienti quanto nel particolare packaging: il design grafico della bibita era infatti firmato da due fumettisti, Charles Burns e Daniel Clowes. Si chiamava OK. Ok Soda, per la precisione.

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L’ideatore dell’operazione fu una delle figure più controverse nell’intera storia dell’azienda, ovvero l’esperto di marketing di origine messicana Sergio Zyman, richiamato in servizio nel 1993 dall’allora Amministratore delegato (Roberto Goizueta), nonostante fosse stato responsabile nel 1985 del lancio della “New Coke”, uno dei più noti casi di insuccesso nella storia del marketing americano.

OK Soda era una bibita progettata per un pubblico specifico, ovvero la cosiddetta “Generazione X”. Per raggiungere questo obiettivo, Zyman scelse una strada assai poco convenzionale nell’industria delle bevande: allo scopo di creare un’immagine forte e riconoscibile per il prodotto, si rivolse al mondo del fumetto alternativo e, in particolare, ai due autori che in quel momento lo rappresentavano al meglio. Con la collaborazione di Burns e Clowes, Zyman realizzò quindi sei diversi modelli di lattine, dalla grafica essenziale, dotati di quattro colori (nero, grigio/argento – ma anche bianco e rosso, naturalmente), e segnati da alcuni volti stralunati. Forse non troppo accattivanti – o non per tutti, quanto meno.

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Il lancio della linea fu accompagnato da una vasta campagna pubblicitaria che ruotava intorno al motto “Things are going to be OK”. Fu istituita una linea telefonica apposita, a cui chiunque poteva lasciare messaggi che venivano selezionati e utilizzati nella pubblicità di OK Soda. Inoltre fu realizzato un vero e proprio ‘manifesto’, ovvero un insieme di riflessioni ed esortazioni pseudo filosofiche, di cui alcuni estratti venivano stampati su ciascuna lattina, e pubblicati temporaneamente sul sito. Alcuni esempi: “OK Soda rifiuta con forza tutto ciò che non è OK, e sostiene pienamente tutto quanto lo è”; “Non esiste un vero segreto per sentirsi OK”; “Per favore, svegliati ogni mattina sapendo che ogni cosa sarà OK”.

La bevanda, però, non andò molto bene sul mercato. Anzi: il progetto fu cancellato da Coca-Cola Company appena sette mesi dopo il suo lancio, e la bibita – fino ad allora distribuita solo in alcune aree di prova – non venne mai diffusa su scala federale. Il prodotto sarà definitivamente ritirato dal mercato nel 1995.

Oggi della curiosa parabola di OK Soda non restano che i ricordi. Quelli di un oggetto cult, noto e ricercato da pochi appassionati, che possono rovistare su Ebay per ritrovare bottigliette, lattine o poster pubblicitari dell’epoca. A prezzi piuttosto alti, ovviamente: per esempio, una bottiglietta di plastica vuota con l’etichetta di Charles Burns può valere qualcosa come 75$.

Per questi assetati di bibite – e di feticci da collezione – possiamo solo aggiungere che, in qualche misura, la storia di OK Soda ha generato altre opportunità creative. Negli anni successivi, lo stesso Burns ed altri fumettisti indie americani, si sono infatti prestati alla creazione di nuove etichette per lattine, ad esempio dedicate a marchi di birra. Nel 2012, in collaborazione con Fantagraphics Books, Burns ne ha realizzate dodici per una birra della Elysian Brewing Company, davvero – persino in modo sorprendente – “fumettistiche”: le illustrazioni erano tratte dal graphic novel Black Hole.

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