Che cos’è Multiversity (magnum opus di Grant Morrison)

Multiversity è l’ambiziosa opera con cui Grant Morrison ha intenzione di narrare la storia del Multiverso DC. Il progetto ha avuto una gestazione lunga e complicata, fatta di annunci e smentite, cambi di team creativi e modifiche al concept tanto che, al New York Comic-Con del 2012, Morrison si fece scappare la battuta: «Spero non diventi come Chinese Democracy», riferendosi all’album dei Guns ‘n Roses distribuito dopo 14 anni di rinvii.

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L’inizio di Multiversity

Il primo accenno alla serie risale al febbraio del 2009 quando, al termine del cross-over Final Crisis, Morrison dichiarò in un’intervista al sito specializzato Newsarama: «Sono nelle fasi iniziali di raccolta di materiale per una serie riguardante il Multiverso, ma ho intenzione di passarci sopra un sacco di tempo per realizzare un lavoro ben fatto, perciò al momento non c’è alcuna scadenza e non voglio anticipare nulla di quest’idea fino al 2010».

Tuttavia, qualche mese dopo, in un’intervista pubblicata sul numero 212 della rivista Wizard, lo scrittore scozzese tornò a parlare del progetto. Per la prima volta spiegò come si sarebbe sviluppato e ne preannunciò l’uscita nel corso del 2010: «Questo è il mio grosso progetto per l’anno prossimo, sto lavorando su sette albi per sette differenti universi paralleli. Ogni albo è un numero 1, con una sua storia completa e una bibbia della serie. Ogni albo ha come protagonista il principale supergruppo di una diversa realtà alternativa. E tutti quanti si collegano l’uno all’altro come una storia di sette capitoli che re-immagina il rapporto tra l’Universo DC e il Multiverso».

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Gli stop e le ripartenze

Nei mesi successivi furono resi noti i primi disegnatori che avrebbero affiancato Morrison, fra cui Frank Quitely, Cameron Stewart e Frazer Irving. In quel momento il progetto subì il primo rinvio. DC Comics ne sospese la lavorazione dopo aver deciso di programmare per il 2011 un reboot – chiamato The New 52 – delle proprie testate come conseguenza del cross-over Flashpoint. Un evento che, fra le altre cose, avrebbe modificato lo status quo del Multiverso DC, facendo convergere in un unico universo i fino ad allora separati universi WildStorm, Vertigo e DC Universe.

Da questo momento in poi il destino di Multiversity diviene incerto. Nonostante Morrison dichiari in ogni intervista di continuare a sviluppare il progetto, le informazioni diventano vaghe e mutevoli. Il format della serie continua a variare e le date d’uscita previste vengono annunciate e smentite in sequenza: si parla inizialmente di estate del 2012, poi di settembre 2012. Infine, nel corso della fiera MorrisonCon, DC Comics ufficializza l’esistenza del progetto, dichiarando che il primo numero avrebbe visto la luce negli ultimi mesi del 2013. Cosa che non successe.

Multiversity venne confermato una volta per tutte nell’aprile del 2014, quando venne fissato il 20 agosto come giorno di pubblicazione del primo numero.

Il Multiverso

Prima di continuare è necessario fermarsi e spiegare cosa sia effettivamente il Multiverso, concetto attorno al quale si sviluppa l’intero nucleo del progetto di Morrison.

Nei fumetti DC Comics esiste un numero infinito di universi paralleli, che possono essere simili o totalmente differenti l’uno dall’altro. L’insieme di tutti questi universi coesistenti e alternativi forma il cosiddetto Multiverso. In seguito ai diversi cross-over pubblicati nel corso di oltre trent’anni – da Crisi sulle Terre Infinite fino al più recente Flashpoint – DC Comics ha più volte modificato il numero e la natura degli universi del proprio Multiverso editoriale, arrivando infine a stabilire l’esistenza di 52 diversi universi paralleli. Per fare un esempio pratico, l’universo in cui si svolgono le avventure regolari dei personaggi principali della DC pubblicate ogni mese è denominato Earth-0 (o Prime Earth), mentre l’universo parallelo denominato Earth-30 è quello in cui il razzo di Superman proveniente da Krypton si è schiantato nell’Ucraina sovietica invece che a Smallville, così come raccontato da Mark Millar nell’elseword Superman: Red Son.

Al San Diego Comic-Con 2014, durante la presentazione di Multiversity, DC Comics ha diffuso online la mappa dettagliata del proprio multiverso, concepita da Grant Morrison e disegnata da Rian Hughes. Qui disponibile in versione multimediale.

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Com’è composto Multiveristy

Multiversity è composto da otto one-shot, che raccontano sei storie, ognuna riguardante un diverso universo. I numeri sono collegati fra loro e comprendono due capitoli finali che fungono da epilogo. Il collegamento fra i vari universi, con un escamotage classicamente morrisoniano, è dato dai fumetti stessi: in ogni albo viene mostrato uno dei personaggi intento a leggere un fumetto, in cui viene raccontata la storia rappresentata nell’albo successivo di Multiversity, creando così un gioco di riferimenti metaletterari non nuovo nella produzione dello scrittore scozzese. Nelle intenzioni di Morrison, ogni capitolo dovrebbe poter rappresentare il numero 1 di una eventuale nuova serie ambientata in quell’universo.

In Multiversity #1 viene presentata una sorta di Justice League, formata dagli eroi più valorosi dell’intero Multiverso, un nuovo supergruppo appositamente creato per la serie.

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Di seguito, gli albi che formano Multiversity:

1. The Multiversity: disegnato da Ivan Reis, Joe Prado e Nei Ruffino, vede come protagonista Calvin Harris, il Superman nero di Earth-23 divenuto Presidente degli Stati Uniti d’America.

2. The Society of Super-Heroes: Conquerors of the Counter-World: disegnato da Chris Sprouse e Karl Story, vede protagonista la Society of Super-Heros di Earth-20, una sorta di Justice League versione pulp, guidata da Doc Fate. Secondo la descrizione di Morrison è un albo che tenta di ricreare la forza primitiva dei personaggi pulp. Parlando dell’universo in cui la storia ambientata, lo scrittore ha aggiunto: «la popolazione mondiale è di due miliardi di persone, anche se siamo nel 2012 [anno in cui ha rilasciato la dichiarazione]. C’è appena stata una guerra come la Seconda Guerra Mondiale.»

3. The Just: disegnato da Ben Oliver, è ambientato su Earth-11, un universo popolato dai figli dei supereroi e dai discendenti dei vari personaggi che appaiono nelle storie regolari. Riguardo a quest’universo Morrison ha dichiarato: «Sono i figli dei supereroi – un figlio di Superman, un figlio di Batman, etc – e vivono in un mondo nel quale sono dotati di incredibili abilità, ma la generazione precedente ha dato il via a un’utopia, quindi non hanno la minima idea di cosa fare con i loro poteri e sono molto scontenti del mondo così com’è.» Fra le influenze di questo albo lo scrittore scozzese ha citato il reality show The Hills prodotto da MTV.

4. Pax Americana: disegnato da Frank Quitely e ambientato su Earth-4, questo albo ha come protagonisti i personaggi della Charlton Comics, casa editrice di cui la DC rilevò le licenze nel 1983 e i cui personaggi servirono da modello ad Alan Moore per la creazione di quelli di Watchmen. Nelle parole di Morrison l’albo può essere descritto come se «Alan Moore e Dave Gibbons avessero ideato Watchmen ai giorni nostri, ambientandolo nel panorama politico odierno.» Parlando al New Statesman, ha dichiarato che Pax Americana è il suo Citizen Kane, un lavoro di cui è molto orgoglioso.

5. Thunderworld: disegnato da Cameron Stewart, è ambientato su Earth-5 e ha come protagonisti i personaggi della famiglia Shazam, il cui più celebre rappresentante è senza dubbio Capitan Marvel. Secondo la descrizione di Morrison è «un classico albo della famiglia Shazam, ma realizzato quasi alla maniera di un film Pixar o come realizzammo All Star Superman. Cattura lo spirito di questi personaggi senza risultare nostalgico o obsoleto». Su Capitan Marvel ha aggiunto: «È il tentativo di vedere se si può raggiungere la vera essenza di Capitan Marvel, senza ironia e atmosfere camp, e vedere se possa funzionare per tutti i lettori. È come un mito, un racconto del folklore. È puro.»

6. The Master Men: ambientato su Earth-10 nel 1956, vede come protagonisti i personaggi della Quality Comics – un’altra casa editrice assorbita dalla DC – e una serie di versioni naziste di svariati supereroi. Secondo lo scrittore britannico sarà una «grandiosa e cupa storia shakespeariana.»

7. Ultraa Comics: questo albo è ambientato su Earth-Prime, una versione fittizia della nostra realtà. Morrison lo descrive come «la cosa più all’avanguardia che abbia mai fatto. Sono molto entusiasta riguardo a questo lavoro. Alla fine riguarda soltanto il prendere qualcosa che veniva fatto nei fumetti e didascalie che nessuno utilizza più e trasformare tutto ciò in una tecnica, un’arma, ma non voglio aggiungere altro. È un fumetto stregato, a dire il vero, è la cosa più spaventosa che chiunque possa mai leggere. È stregato per davvero – se leggi questa cosa, verrai posseduto.»

Il magnum opus

Nelle numerose interviste rilasciate nel corso dei cinque anni in cui il progetto di Multiversity è stato sviluppato, Morrison ha più volte sostenuto che questo lavoro rappresenta il suo personale Signore degli Anelli, il suo Use Your Illusion, il suo Citizen Kane.

In una conversazione con Collider si è spinto a dichiarare Multiversity la sua magnum opus. E a ben guardare l’intera produzione morrisoniana nel corso del tempo, tenendo ben in mente la sua poetica, è innegabile come Multiversity, per come ci è stato anticipato dall’autore attraverso le sue interviste, sia una sorta di testamento fumettistico: un’opera in cui possano confluire temi, atmosfere e idee ricorrenti sviluppate lungo l’arco di un’intera carriera.

Le riflessioni sulla figura del supereroe e la narrazione come creazione di miti, la loro lettura simbolica e psicologica, i viaggi interdimensionali e gli universi paralleli, il ritorno all’innocenza perduta dei supereroi della Golden Age, i riferimenti metaletterari e l’autoreferenzialità sono tutti elementi che hanno caratterizzato il lavoro di Morrison, dalle opere più ostiche come Flex Mentallo e The Invisibles fino a opere all’apparenza più semplici come All Star Superman passando per il ciclo dadaista della Doom Patrol.