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FocusProfiliThe Corner, un italiano nell'America del 1920. Intervista a Palloni e Settimo

The Corner, un italiano nell’America del 1920. Intervista a Palloni e Settimo

The Corner è il nuovo graphic novel firmato dai giovani fumettisti Lorenzo Palloni (di Mammaiuto) e Andrea Settimo (di Delebile), pubblicato il 3 settembre in Francia, per la casa editrice Éditions Sarbacane.

Il libro si ispira alla storia del celebre e famigerato attentato a Wall Street del 16 settembre 1920, ordito da un gruppo di italiani – molto probabilmente anarchici – in risposta all’ingiusta incriminazione di Sacco e Vanzetti (i due anarchici italiani diventati un caso esemplare di errore giudiziario) avvenuta pochi giorni prima. Un noir che mette al centro gli italiani migranti, anarchici – in rivolta contro gli effetti perversi del capitalismo dell’epoca – che si inseguono in un’America d’altri tempi, in piena “Red Scare”, a cavallo fra le due guerre.

I due autori presenteranno il fumetto per la prima volta in Italia durante il Treviso Comic Book Festival, con una mostra delle tavole originali. Il vernissage dell’esposizione si terrà giovedì 25 settembre alle 18.30, presso il Centro Civico Gruppo Oltrecagnan piazza San Parisio, 3. Saranno presenti gli autori, che abbiamo intervistato per parlare di questo nuovo lavoro.

Leggi l’anteprima di The Corner

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Lorenzo, perché hai scelto di raccontare la storia di Italo Serpio?

Palloni: Italo Serpio è un uomo pieno di ideali, di quelli con I maiuscola, che fa di tutto per cambiare il mondo in cui vive. È cresciuto in una famiglia altoborghese del nord Italia e ha scelto coscientemente di andare in America, di diventare un emigrato, un emarginato, perché sa che è in America che può davvero combattere il Sistema, secondo lui assolutamente criminale.

Ho scelto Italo come protagonista di The Corner perché mettere personaggi granitici di fronte a scelte moralmente ambigue è divertentissimo, e non c’è niente che mi stimoli di più che “sbucciare” un personaggio: strappargli man mano tutte le certezze che lo rendono ciò che è, metterlo contro sé stesso, fino a farlo dubitare della sua stessa identità. È una cosa cattiva, lo so. Credo di essere un po’ perfido.

Hai dovuto documentarti molto per scrivere la storia? 

Palloni: Sono abbastanza familiare con il periodo storico, che oltretutto è ben documentato. Mi sono scaricato quattro o cinquecento pagine da internet, ho ripreso in mano i testi di Storia Contemporanea del primo anno di università insieme ad un paio di trattati sul movimento anarchico dell’epoca. Poi una mia amica laureata in Storia mi ha aiutato ad unire certi puntini. Ho dovuto forzare la Storia in molti parti, nel finale l’ho spezzata senza pietà. Siamo in America e nel 1920, okay; ma io e Andrea abbiamo raccontato una versione alternativa di eventi realmente accaduti.

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Quali sono le opere e gli autori a cui ti sei ispirato e quanto di “tuo” ci hai messo dentro?

Palloni: La verità è che amo i romanzi di Dashiell Hammett e Miller’s Crossing dei fratelli Coen è uno dei miei film preferiti, cose che sicuramente mi hanno influenzato molto, anche se credo che The Corner sia più considerabile come western che come noir, quindi c’è anche un po’ di Sergio Leone, nascosto da qualche parte.

Nel libro si legge di personaggi che affogano nell’inadeguatezza, nel cinismo, nell’ignoranza, nell’egoismo, nel rancore, nella ricerca della felicità nelle grandi cose… il solito tentativo di esorcizzare gli aspetti di me stesso che meno mi piacciono. Con Italo Serpio, ad esempio, dissento sulla visione della violenza come base dell’azione e sul codice comportamentale, ma ho strettamente in comune la visione nel mondo e la spinta progressista. Non è stato così difficile immedesimarmici, né metterci del “mio”.

Come è nata la collaborazione con Andrea?

Palloni: È nata per caso. Era il 2010, avevo appena scritto il primo trattamento del soggetto di The Corner, cercavo un disegnatore per fare qualche tavola di prova. Cercavo un segno opposto, o comunque molto lontano da ciò che la storia avrebbe, in teoria, richiesto. Ho trovato una storia breve di Andrea su Ziguline, lo stile estremamente “indie”, l’ottimo storytelling e BANG, ho capito al volo avrebbe disegnato lui il libro. Cioè, non sapevo né quando né come ma SAPEVO che l’avrebbe disegnato lui. Non so spiegarti. Ma così è stato.

Andrea, com’è stato lavorare sulla sceneggiatura di Lorenzo?

Settimo: Lorenzo mi contattò dopo aver visto dei miei disegni in internet, e mi propose il progetto. Benché fosse ancora ad un livello embrionale, catturò la mia attenzione, quindi accettai. Dopo di che, latitai per quasi due anni. Quando Lorenzo mi propose di disegnare la storia avevo vent’anni, avevo appena iniziato l’accademia, non mi sentivo ancora in grado d’affrontare e gestire una così grossa mole di lavoro, e da pochi mesi era nata l’avventura con Delebile.

Nel 2012 finalmente mi decisi a disegnare un tot di tavole di prova e nel 2013 firmammo con Sarbacane per produrre The Corner.
Non era la prima volta che lavoravo su una sceneggiatura non scritta da me (varie storie brevi pubblicate su Delebile) ma è stata comunque una forte esperienza; il dover affrontare e disegnare elementi e tipologie di regia che per gusto e formazione personale non avevo mai preso in considerazione, benché difficilissimo certe volte, ha fatto si che esplorassi ed assimilassi soluzioni narrative e grafiche che ora fanno parte del mio bagaglio di autore.

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Vi affascinava l’idea di scrivere la storia di un italiano ambientata in America?

Palloni: Mi affascinava raccontare la storia di un immigrato italiano in America in quegli anni. Che è come raccontare la storia di un romeno, di un magrebino, di un pachistano in Italia, oggi: le stesse politiche razziste, che l’America attuava nel 1920 le utilizziamo noi a livello sociale e intellettuale, in questo paese, mentre scrivo. Certo, Italo non è l’immigrato che ci propongono i quotidiani tutti i giorni. Nella mia testa Italo doveva essere molto forte, doveva aver sviluppato una grande sopportazione alle angherie e alle difficoltà di essere italiano su suolo straniero, non senza una fragilità di fondo e un costante disagio. Raccontare di persone a disagio è facile: chi non si sente a disagio? Ma mettersi nell’ottica di qualcuno che lo è costantemente è stato decisamente costruttivo.

Settimo: Uno dei grandi motivi per cui scelsi di disegnare The Corner è il fatto che fosse una storia lontanissima da quello che avrei fatto per indole personale, ed è una regola che mi sono auto-imposto da un paio d’anni, evitare il più possibile la ‘comfort zone’, evitare di sedimentarsi.

Andrea, quanto hai dovuto adattare il tuo stile in prospettiva della pubblicazione nel mercato francese?

Settimo: A parte avere un registro più ‘francese’, con una griglia di vignette più fitta (dettato dalla sceneggiatura), non mi sono minimamente preoccupato di dover filtrare il mio disegno per una certa tipologia di gusto. Al contrario, lavorare ad un progetto così grosso è servito a creare in me una certa identità stilistica (o se non altro un metodo di ricerca rappresentativa) che fino a quel momento era abbastanza variabile, frutto di continue sperimentazioni attraverso le storie brevi.

Avete proposto la storia direttamente alla Francia? Come vi siete trovati a lavorare per Sarbacane?

Palloni: Non direttamente. Prima abbiamo proposto il libro ad un po’ di case editrici italiane. A Lucca Comics 2012, ci hanno risposto con qualche parola d’interesse, ma niente che sembrasse concreto. Poi ad Angoulême 2013 abbiamo presentato il progetto ad alcune case editrici francesi, l’ultima delle quali (a cui abbiamo lasciato il libro in extremis, subito prima che la fiera chiudesse) era Sarbacane Editions.

Settimo: Tempo tre mesi avevamo firmato con Sarbacane, con un contratto che due esordienti come me e Lorenzo, in Italia, non vedrebbero mai. Il rapporto con la casa editrice e con l’editor, in particolare, è stato magnifico, in quanto super professionale, sincero ed esplicito. Non si è creata quell’aria da ‘siamo una grande famiglia’ che spesso gli editori italiani fanno respirare. Non è una cosa che mi interessa, è in famiglia che nascono i problemi.

Il libro è uscito da un paio di settimane, come è stato accolto finora dal mercato francese? E cosa vi aspettavate?

Settimo: Il libro è uscito da pochissimo, ed è un oggetto bellissimo. Il mercato non so come lo stia affrontando, la stampa settoriale francese ne parla molto bene però.

Riguardo le aspettative, spero piaccia. The Corner è un fumetto considerabile di genere, ma non rispetta gli standard, sia a livello narrativo che a livello grafico. Il lettore amante del noir e delle gangster story potrebbe trovarci qualcosa di insolitamente nuovo.

Palloni: Non sapremo davvero com’è andato prima di qualche mese, ma gli articoli sulle riviste francesi, i racconti di “librai in Rue Lamarc che leggono il libro sinceramente entusiasti” e le recensioni dei siti specializzati che lo reputano “eccellente” ci fanno ben sperare. So che l’amante di poliziesco e noir potrebbe adorare The Corner, ma personalmente mi aspettavo di essere accoltellato da un momento all’altro da qualche storico! Per ora non è successo.

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So che il libro verrà probabilmente pubblicato anche in Spagna. In italia invece per il momento non c’è ancora un editore. Non pensate che la situazione sia un po’ frustrante per i fumettisti italiani giovani come voi?

Palloni: Non così frustrante. È ovvio che io, italiano, voglio essere pubblicato in Italia, voglio far leggere il mio lavoro alle persone che amo senza costringerle a fare un corso base di un’altra lingua. Ma stiamo smuovendo un po’ le acque, mi pare: l’interesse di un po’ di magazine e la mostra con le tavole di The Corner al prossimo Treviso Comic Book Festival, dove saremo presenti sia io che Andrea, mi fa percepire vibrazioni positive.

Palloni: Sì, una casa editrice spagnola si è interessata al progetto e credo lo pubblicherà nei primi mesi dell’anno prossimo. Gli editori italiani rimangono sempre molto vaghi, quasi impauriti dalle novità. Spero che ora, vedendo il progetto compiuto, prendano in considerazione la possibilità di portarlo anche qui.

Avete qualche altro progetto assieme. Se no, a cosa state lavorando ora?

Settimo: So che Lorenzo mi sta preparando qualcosa di nuovo, nel frattempo sto iniziando a rendere concreto un progetto personale a cui sto lavorando da qualche anno, con tematiche difficili per me e, se viene come voglio, impegnative per il lettore. L’editore è contento del nostro lavoro e noi davvero molto del suo, quindi quasi sicuramente continueremo a collaborare. E continuo a lavorare per i vari progetti targati Delebile.

Palloni: Voglio incatenare Settimo ad un palo e farlo disegnare finché non gli cadono le mani. Ha anche i suoi progetti, ma c’è una storia che vogliamo fare a tutti i costi: è più di un anno che l’ho pensata, l’ho già riscritta venti volte, ma ora è definitiva e fighissima, e devo solo sceneggiarla. Intanto sto lavorando al secondo libro per Sarbacane, stavolta anche come disegnatore (con l’aiuto di Ester Rossi, che è stata fondamentale per la riuscita di The Corner), alla mia nuova serie per Mammaiuto.it intitolata Adieu (che uscirà nel 2015, quasi sicuramente), ad un libro illustrato, ad un adattamento e ad un po’ di progetti con altri disegnatori. Vedrete.

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