Gli strani mondi di Sam Alden, stella del fumetto indipendente

Dopo aver vinto nel 2013 l’Ignatz Award come miglior autore emergente, Sam Alden ha fatto il bis lo scorso 13 settembre aggiudicandosi nuovamente il prestigioso riconoscimento consegnato in occasione del festival statunitense Small Press Expo, stavolta nella categoria Outstanding Comic grazie al suo Wicked Chicken Queen.

Sam Alden alla SPX 2014
Sam Alden alla SPX 2014

L’albo, pubblicato dall’etichetta Retrofit Comics del cartoonist Box Brown, è soltanto una tappa del lungo percorso creativo dell’autore statunitense. Nonostante sia nato nel 1988, Alden ha infatti alle spalle un cammino artistico estremamente variegato e spazia con nonchalance tra generi e stili diversi. Basti pensare che alla stessa Small Press Expo, l’evento più importante dedicato al fumetto indipendente nord-americano, Alden era presente non solo con Wicked Chicken Queen, ma anche con il quinto numero dell’antologia monografica Frontier, un volume a colori che raccoglie il suo web-comic muto Haunter, un albetto edito da Sonatina Comics che mostra i suoi recenti esperimenti con la pixel art e infine con It Never Happened Again, il suo primo importante “libro a fumetti”.

Wicked Chicken Queen è una storia che, attraverso 24 splash-page, segue l’evoluzione di uno strano e nuovo mondo, abitato da persone con un solo occhio gigante al posto del volto. La nascita di una gallina, venuta fuori da un uovo ritrovato sulla spiaggia, cambia la vita del villaggio. La neonata viene considerata dal re come una figlia e in seguito alla morte del sovrano diventa la regina dell’isola, sposando Saskia, la donna che aveva trovato il suo uovo. Ma con il passare degli anni da una società matriarcale e monarchica si passa a una dimensione contemporanea. La fiaba sfuma e le vicende dell’insolita regina lasciano spazio a quelle della donna che tesse le fila del racconto e ai suoi problemi coniugali. Il momento di passaggio è ben evidenziato da due splendide tavole, una che ci mostra il progresso della società con la costruzione di ponti, strade e palazzi, la seconda che raffigura la narratrice a letto mentre guarda fuori dalla finestra, a sottolineare la nascita di una dimensione interiore e riflessiva propria della modernità.

wicked chicken queen

Wicked Chicken Queen è un fumetto che dietro a un’aura di apparente semplicità mostra tutte le capacità del suo autore, in grado sia di raccontare per il piacere di farlo ma anche di toccare le corde del lettore. Alla profondità dei contenuti si unisce una raffinata ricerca stilistica. Opera unica nella produzione di Alden, Wicked Chicken Queen consente all’autore di riprendere il tratto tra Nate Powell e Craig Thompson tipico della produzione iniziale, vista anche in Italia negli albi Il Troll dei Vermi e Il Rompicapo del Contadino editi da Delebile, trasfigurandolo in qualcosa di completamente nuovo. Le figure sono stilizzate, ridotte ai loro elementi essenziali, e si fondono tra loro creando forme complesse, in cui l’individualità del singolo oggetto rappresentato si perde nell’architettura della tavola.

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L’opera più importante realizzata finora da Alden è senza dubbio It Never Happened Again, edito da Uncivilized Books. Il volume si apre con Hawaii 1997, un pezzo autobiografico, già pubblicato on line, che racconta un incontro notturno con una coetanea durante una vacanza fatta insieme ai genitori. Nel piccolo, goffo e spaventato protagonista, ritratto con occhiali quasi più grandi di lui, sono già presenti gli elementi che Alden avrebbe sviluppato nelle sue storie più mature, come le ottime Backyard e Household. A livello figurativo il fumettista di Portland utilizza qui uno stile più essenziale, senz’altro meno barocco rispetto a quello visto su Wicked Chicken Queen. Le matite di Alden riportano alla natura stessa del medium e nella loro purezza regalano la sensazione di essere davanti alla tavola originale. Le pagine sono piene di linee, segni, macchie grigie e nere. Il tratto non è né naturalista né realista. Quando i due bambini corrono sulla spiaggia diventano due figure astratte. La rappresentazione del cielo stellato ricorda invece l’impressionismo. Alden mette l’aspetto emotivo e comunicativo al centro della sua arte, cercando non la verosimiglianza ma le emozioni del lettore. Il lato emotivo e comunicativo è il cuore della sua arte. Il rapporto tra artista e fruitore è incredibilmente diretto e guardando le sue tavole si ha la sensazione che siano state disegnate per ognuno di noi.

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I temi della solitudine, di uno sguardo “altro” sul reale, della fragilità dei legami interpersonali tornano nell’inedita Anime, seconda e ultima storia di It Never Happened Again, caratterizzata da un tratto più definito rispetto alla precedente. Qui la protagonista è Janet, una giovane guida turistica, alienata e infelice, appassionata della cultura giapponese. La sua fissazione maniacale per gli anime la spinge a organizzare un viaggio in Giappone insieme al suo ragazzo, ma la vacanza non rappresenterà la svolta che aveva immaginato. La tematica e alcune situazioni ricordano Adrian Tomine, ma Alden ha comunque un approccio tutto suo al fumetto. La sua proprietà di linguaggio è evidente soprattutto nelle sequenze mute, che in entrambi i racconti sono collocate in posizione centrale e hanno il compito di rappresentare gli eventi chiave della narrazione, oltre che di fornire un elemento comune alle storie, dando unità al volume. Così in Anime una serie di pagine mostrano i protagonisti e poi la sola Janet di spalle, in un’alternanza tra giorno e notte, e ci fanno vedere lo sviluppo della loro relazione e la successiva chiusura di Janet in se stessa. E quando i personaggi riprendono voce, i dialoghi non fanno che confermare ciò che l’autore ci aveva già mostrato con i soli disegni.

I finali sono entrambi riusciti e danno ulteriore corpo a una narrazione costruita con maestria. La frase rivolta dalla bambina di Hawaii 1997 all’autore da giovane (“You will spend the rest of your life trying to find me”) è emblematica e racchiude il concetto stesso di malinconia, restituendo la magia di qualcosa che “non è successo mai più”. Anime ha invece una conclusione più enigmatica, che lascia un pizzico di speranza in una situazione apparentemente disperata.

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It Never Happened Again mostra come si possano realizzare fumetti fatti di sensazioni ed emozioni senza essere melensi né banali e incorona Sam Alden come uno dei migliori cartoonist dei nostri giorni.