Fantomius e il diabolico disegnatore: intervista a Marco Gervasio

Classe 1967, Marco Gervasio si è affermato negli ultimi anni non solo come disegnatore, ma anche come uno dei più validi autori completi in attività sulle pagine del settimanale Topolino, soprattutto con un ciclo di storie che pescano dalle primissime avventure di Paperinik, recuperando la vena noir delle origini con le avventure mai narrate di Fantomius, ladro gentiluomo e ispiratore del papero mascherato.

Abbiamo colto l’occasione della ristampa delle prime quattro avventure della serie, contenute nel volume Le strabilianti imprese di Fantômius ladro gentiluomo – Definitive Collection per fare qualche domanda a Marco, sul suo lavoro, su Fantomius e sui suoi… diabolici progetti futuri.

La copertina del volume Le strabilianti imprese di Fantômius ladro gentiluomo - Definitive Collection
La copertina del volume Le strabilianti imprese di Fantômius ladro gentiluomo – Definitive Collection

Raccontaci il tuo primo incontro con Paperinik… e ovviamente con Fantomius.

Tutto iniziò nel lontano 1974 quando da ragazzino, già appassionato di fumetti e amante del mistero, lessi il Classico di Walt Disney intitolato Paperinik il diabolico contenente la ristampa della prima storia dell’eroe mascherato, l’ormai leggendaria “Paperinik il diabolico vendicatore”. Il bianco e nero (che ancora si alternava con le pagine a colori) esaltava gli splendidi disegni di G. B. Carpi e ne aumentava l’atmosfera misteriosa.

La versione mascherata dello sfortunato e angariato Paperino mi colpì all’istante, così come le sue imprese notturne e segrete e da lì in poi seguii sempre le sue gesta con grande passione e curiosità, amando più il Paperinik vendicatore che quello paladino della giustizia. Ma in particolare in quella splendida prima storia (e nella successiva disegnata da un grande Romano Scarpa) fui attratto dal misterioso personaggio, solo nominato, di cui Paperino trovò il Diario e ne “ereditò” il corredo e i segreti: Fantomius. Questo fantomatico proprietario di Villa Rosa, scomparso da tempo, di cui scopriamo, leggendone gli appunti segreti insieme con Paperino, che era un ladro gentiluomo che rubava ai ricchi (ovvio) usando trucchi e congegni speciali e aveva una compagna e complice altrettanto tenebrosa, Dolly Paprika. Altro non ci viene rivelato, troppo poco per appagare la mia curiosità e la mia brama di mistero.

Ripescando dal lontano passato del Diabolico Vendicatore, il tuo esordio come scrittore vede Fantomius già nel titolo (“Paperinik e l’ombra di Fantomius”, 2002). Immagino che non sia un caso…

Assolutamente non è un caso. Fantomius aveva per me un enorme potenziale e soprattutto era ancora viva in me la curiosità e la voglia di approfondire i suoi misteri e la sua storia. Dal momento che nessuno sembrava interessato a portare avanti questi temi o la sua figura, anche se ancora sceneggiatore in erba, provai a scrivere io qualcosa su di lui.

Il retrò su Topolino: un esempio delle particolari atmosfere della serie, nella colorazione quanto nei gadget
Il retrò su Topolino: un esempio delle particolari atmosfere della serie, nella colorazione quanto nei gadget

Nelle tue storie di Paperinik la presenza del suo antenato Fantomius è quasi una costante. Menzionato per la prima volta nel 1969 in “Paperinik il diabolico vendicatore”, dobbiamo aspettare il 2002 per sapere il suo vero nome, Lord Quackett, e il 2011 per conoscere il creatore dei suoi congegni, Copernico Pitagorico. Sono elementi alla base anche de Le strabilianti imprese di Fantômius ladro gentiluomo, serial iniziato nel 2012. Raccontaci la genesi di questa serie e com’è stata accolta in redazione.

Come ho detto sopra, la mia carriera di sceneggiatore iniziò proprio con il ladro gentiluomo. A quei tempi non potevo mostrare il vero volto di Fantomius ma, desideroso di esplorare la sua storia e di riportarlo “in vita”, iniziai piano piano a “tastare il terreno” inventando e inserendo nelle mie storie su Paperinik elementi del suo background, dal vero nome ai suoi partner, fino a brevi flashback delle sue imprese ladresche. Quello cui miravo era però allargare questi accenni, promuovendo il ladro gentiluomo da guest star a protagonista in storie a lui intitolate. L’occasione mi fu data da Davide Catenacci e Stefano Petruccelli (rispettivamente Caporedattore e Caposervizio Comics di Topolino) con i quali da sempre mi trovo in grande sintonia, che , dopo la mia storia di Paperinik ambientata ai tempi di Fantomius (“Paperinik e il passato senza futuro”), mi proposero di realizzare una miniserie sul papero mascherato. Era il mio obiettivo e quindi non dico che avevo tutto già pronto, ma quasi.

La prima serie di 4 episodi fu accolta molto bene dalla Redazione e dai lettori, così che Le strabilianti imprese di Fantômius non rimase una miniserie, ma divenne una serie a tutti gli effetti, proseguendo tutt’ora a gonfie vele. In effetti, si può dire che io abbia solo iniziato ad approfondire il passato di Lord Quackett.

Per Le strabilianti imprese di Fantômius ladro gentiluomo hai creato un mondo attorno a Fantomius e Dolly, collocando il tutto nei ruggenti anni Venti. Cosa ti affascina di questa ambientazione, piuttosto inusuale per il mondo Disney?

Guido Martina nella prima storia di Paperinik del 1969, riportò (nella lettera che comunicava la vincita di Villa Rosa) che Fantomius fosse morto (senza eredi) da oltre “100 anni”. Ma ambientare le imprese del ladro gentiluomo in un periodo western (metà del 1800) non mi sembrava molto adatto al personaggio. Per me Fantomius era l’Arsène Lupin di Paperopoli, con i trucchi e le maschere di Diabolik e di Fantômas, era il perfetto antieroe dei primi anni del 1900, in particolare dei ruggenti anni Venti. Ho sempre trovato molto affascinante quel decennio (inusuale per il mondo Disney ma tornato prepotentemente di moda sia al cinema che in televisione): un periodo di forte espansione economica e culturale, che ha lasciato il segno in ogni aspetto del costume e dell’arte (cinema, letteratura, musica, etc.). Un decennio in cui l’automobile, la radio, il grammofono diventano d’uso comune e le donne dichiarano la loro indipendenza sia intellettuale che di stile, esibendo acconciature “alla maschietta” e  abiti corti con frange, oltre che immancabili cappellini cloche e collane di perle. Nascono le “flapper girls” e Dolly Duck (alias Dolly Paprika, la compagna di Fantômius) è una di loro.

Due esempi di guest star della serie: il barista di Love Boat...
Due esempi di guest star della serie: il barista di Love Boat…
...e Gong, con tanto di aerei che tentano di abbatterlo
…e Gong, con tanto di aerei che tentano di abbatterlo

Un’altra peculiarità è il costante omaggio al mondo dell’immaginario, da Belfagor a Sherlock Holmes, fino ad arrivare al barista di Love Boat. Le storie assumono così un duplice livello di lettura, con qualche strizzata d’occhio ai lettori più cresciutelli. Come scegli le guest star di Fantomius?

È vero, ho deciso di far muovere i miei personaggi in un contesto “reale”, dove per reale intendo ambientazioni e personaggi esistiti nel panorama delle conoscenze umane, reali, letterarie o televisive che siano. Rimanendo sempre nell’epoca in cui agisce Fantomius, ovviamente. Quindi non solo attingo dalla letteratura con Sherlock Holmes e Hercule Poirot, o dalla televisione con Belfagor Love Boat (trasportando l’equipaggio della famosa nave negli anni Venti), e dal cinema con King Kong e Fu Manciù, ma anche dalla vita reale, ad esempio facendo incontrare a Lord Quackett campioni sportivi dell’epoca, da Nedo Nadi a Renè Lacoste e a Tazio Nuvolari, attori famosi come Douglas Fairbanks e Gloria Swanson o importanti studiosi come l’archeologo Howard Carter che scoprì la tomba di Tutankhamon proprio in quegli anni. Naturalmente tutti parodiati nei loro equivalenti “paperi”.

Qual è il tuo metodo di lavoro come scrittore/disegnatore? Ti trovi spesso a maledire le idee che hai avuto ideando la storia, magari per aver voluto spedire Fantomius in giro per il mondo?

Gervasio sceneggiatore e Gervasio disegnatore sono a tutti gli effetti due persone diverse. Nel senso che, quando scrivo una storia, penso poco o nulla al momento in cui la disegnerò. Dunque procedo senza “facilitazioni”, nonostante io sappia bene cosa preferisca disegnare e cosa no, vado avanti con la mia idea inserendo sequenze e situazioni come se non sapessi chi le disegnerà. Anzi a volte mi viene da pensare “non vorrei essere nei panni del disegnatore”! Poi però, a soggetto approvato, in quei panni mi ci devo mettere, e ne sono ben felice.

Certe volte, però, una tirata d’orecchie allo sceneggiatore la darei volentieri (ma mi farei male da solo), perché mi trovo a dover rappresentare scene molto difficili. Nella storia ambientata a Venezia, ad esempio, dove la splendida città sull’acqua è una protagonista costante, talvolta mi son detto “ma come m’è venuto in mente di spedire Fantomius fin qui!”. Ma è solo un attimo, poi tempero la matita e torno a disegnare, mentre lo sceneggiatore sta già pensando a come complicarmi il lavoro con la storia seguente.

 

La filosofia di Fantomius
La filosofia di Fantomius

L’Italia è il Paese in cui il fumetto Disney ha saputo imporsi con segni diversissimi e spesso molto personali. Ci sono autori cui ti ispiri o ti sei ispirato in modo particolare? Come credi che si sia evoluto il tuo segno?

Il mio autore di riferimento è sempre stato, e ancora è, Giorgio Cavazzano. Il Maestro veneziano col suo magnifico tratto ha saputo rendere i personaggi Disney vitali e tridimensionali. Ogni sua vignetta è un quadro, una gioia per gli occhi e non è mai fatta senza pensare, anzi è sempre la scelta registica migliore tra le varie possibili. Perfino i personaggi secondari da lui disegnati, sono così “forti” che non passano inosservati, ma sono dei grandi caratteristi e questo è stato per me un grande insegnamento. Dunque Cavazzano è stato assolutamente fondamentale nella mia crescita stilistica.

Poi, com’è giusto che sia, ho studiato anche altri grandissimi autori Disney per cercare di arrivare a un mio tratto complessivo, che integrasse il tutto. In particolare ho seguito molto l’amico Corrado Mastantuono, un autore superbo in ogni campo, da cui ho imparato tanto, soprattutto per la sua enorme capacità di far recitare i personaggi e la sintesi nel realizzare una vignetta. Il mio segno è a tutt’oggi molto legato al mio riferimento artistico, che spero di essere riuscito a fare mio; non ho però raggiunto una stabilità definitiva, anzi sono in una continua ricerca di stile.

Fantômius, come altri serial del Topolino di oggi, è riconoscibile anche per la sua peculiare colorazione. E’ stata una tua idea?

Sì, chiesi a Luana Ballerani, della redazione grafica e artistica del settimanale, se fosse possibile avere un tipo di colorazione desaturata, qualcosa che indicasse subito al lettore di non essere in una classica storia di Topolino, ma in qualcosa d’altro, in un’altra epoca, in un’altra situazione e con nuovi personaggi. Una colorazione che richiamasse un’atmosfera retrò, così come la richiamano anche le didascalie e il logo/titolo della serie. Il risultato è proprio quello che avevo in mente. A dire il vero, facemmo una prima prova già in “Paperinik e il passato senza futuro”, dove la parte centrale della storia (ambientata negli anni Venti) ha quella particolare colorazione.

Un'immagine di Marco Gervasio
Un’immagine di Marco Gervasio

Paperinik, si sa, prende il nome da Diabolik; Fantomius chiude il cerchio: un altro inafferrabile criminale in lotta contro le forze dell’ordine rappresentate dal commissario Pinko. E se cinquant’anni fa il criminale Diabolik fece infuriare genitori e insegnanti, oggi Fantomius, ladro (anche se gentiluomo) costantemente trionfatore contro l’ordine costituito, può tranquillamente uscire su Topolino. Credi che sia cambiato qualcosa in come viene percepito il fumetto oggi?

Innanzi tutto precisiamo che sono cambiati i ragazzi da cinquant’anni fa ad oggi. Sono senza dubbio più “scafati” e reattivi. Se cinquant’anni fa il fumetto era insieme alla televisione la loro principale fonte di “distrazione” dalla vita concreta fatta di scuola, studio, sport e altre quotidiane necessità, e per questo l’attenzione delle famiglie e dei media era molto forte e puntuale su tale fenomeno di costume, arrivando a censurarlo quando lo si ritenesse necessario, adesso, nell’epoca di Internet e della PlayStation, il fumetto non è che una minima parte di tale “distrazione”, circondati come siamo da una moltitudine di videogiochi, piattaforme multimediali, canali televisivi, social network e chi più ne ha più ne metta.

Dunque l’attenzione su di esso persiste, ma con minor timore, e comunque ci si rende conto che se i ragazzi passano il loro tempo con giochi in cui interpretano guerrieri o assassini, non sarà certo un ladro gentiluomo, che rifiuta le armi e la violenza, il problema. Anzi, Fantomius è un antieroe, un eroe negativo ma con un valore positivo. Inoltre, ricordiamolo perché è fondamentale, Fantomius è un personaggio umoristico! Dunque fa divertire. Certo è un personaggio di forte impatto e originale. Perché è vero che su Topolino criminali ce ne sono sempre stati, da Gambadilegno e Macchia Nera ai Bassotti, e talvolta assumono anche il ruolo di protagonisti, ma sono furfanti che non vincono mai, i loro piani criminosi vengono sempre sventati, dal Topolino di turno o dai loro stessi pasticci. Fantomius invece, fuorilegge “dai guanti bianchi” che ruba ai ricchi per dare ai poveri ma anche e soprattutto a se stesso, porta sempre a termine i suoi furti. Ma lo fa soprattutto per contrastare una nobiltà ricca e ipocrita che lui disprezza. La stessa Dolly non è la classica fidanzatina dell’eroe, ma una complice valida e determinata.

A onor del vero, dobbiamo ricordare che tanti anni fa su Topolino leggevamo anche storie in cui Paperino inseguiva i nipotini col battipanni o addirittura li lasciava a piedi per strada in piena notte facendoli tornare a casa da soli (incredibile ma vero!). O storie in cui Topolino e Pippo andavano a caccia o ancora Topolino ipnotizzato urlava “Muori” accoltellando un cuscino che lui pensava essere Basettoni. Oggi, in tempi di politically correct, mai si permetterebbe tutto ciò. Dunque i tempi cambiano, ma in entrambe le direzioni.

A quali piani criminali si sta dedicando adesso Fantomius? E Marco Gervasio?

Dopo una storia speciale che uscirà a breve, Fantomius farà ritorno a Paperopoli, dopo il suo lungo viaggio “furtivo” che lo ha portato da Pechino a Venezia, pronto per nuove imprese ladresche. Ma troverà ad accoglierlo alcune sorprese inaspettate, perché nel frattempo a Paperopoli le cose sono andate avanti e qualcuno è tornato a casa. Inoltre dovrà guardarsi le spalle da un nemico misterioso e affrontare fantasmi del suo passato e della sua famiglia. Il tutto senza rinunciare alla sua ironia e alle sue strabilianti imprese.

Marco Gervasio, sarà alle prese con il nuovo ciclo di Fantomius appunto (il quarto), ma prima tornerà al suo vecchio amore, realizzando un’avventura di Paperinik, anch’essa molto speciale e vendicativa. Poi in seguito (Fantomius permettendo) proverà a recuperare quel Top Ranger che abbiamo lasciato cavalcare con Tonto-Lone in cerca di guai. Infine in una galassia lontana lontana…