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La (nuova) Vedova Nera della Marvel: un quasi restart in stile Occhio di Falco

Sono passati appena tre mesi da quando Panini Comics ha stampato il primo numero di Vedova Nera; l’altro giorno, ho comprato il numero due. E le mie prime impressioni sono diventate certezze: la Marvel e più in particolare Nathan Edmondson e Phil Noto hanno preso ad esempio l’Occhio di Falco di David Aja e di Matt Fraction per il loro fumetto, riproponendo lo stesso formato, la stessa grandezza e la stessa cura nelle storie e nei disegni. E rimanendo, ciò nonostante, nuovi, indipendenti – e assolutamente originali.

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Questa Vedova Nera, insomma, non è solo un modo per ammiccare alle pari opportunità; non è solo una nuova serie per rilanciare (finalmente) la figura femminile nel mondo dei supereroi; è piuttosto, e soprattutto, un’opera seria e ponderata, che può tranquillamente rivaleggiare con gli altri fumetti editi dalla Casa delle Idee.

Non è un restart totale; la Vedova Nera che conosciamo, cioè la Natasha Romanoff che Noto disegna e Edmondson sceneggia, è una donna già matura, già Vendicatrice, che è già venuta a patti con il suo terribile passato e che ha deciso di fare tutto quanto in suo potere per fare ammenda. È ancora una spia, una mercenaria – ma stavolta agisce con l’unico scopo di fare soldi per poi fare del bene. E in questo, il suo passaggio da anti-eroe a eroe è completo. Per fortuna, alcune sfumature continuano a resistere. Perché Vedova Nera uccide, se deve; non ha pietà per i mostri, per gli assassini; la pensa sempre allo stesso modo sullo S.H.I.E.L.D., e cioè che sia una macchina enorme, pesante, altamente burocratizzata – e di cui, insomma, non ci si può fidare.

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Nei primi due volumi di questa nuova serie (che fa parte del ciclo Marvel NOW!), seguiamo Vedova Nera in alcune missioni, dagli USA al resto del mondo; la ritroviamo anche nella sua casa, nella sua intimità, proprio come succede con l’Occhio di Falco di Fraction e Aja. E se Hawkeye ha un cane, lei ha un gatto; se Hawkeye è l’eroe dei suoi condomini, per i quali è pronto a sfidare la mafia russa e tutti i suoi assassini, Vedova Nera è una donna che combatte per le donne, che è pronta ad uccidere il marito violento della sua vicina per fare la cosa giusta. (Questa, più di qualsiasi altra scelta, è la vera “guerra” al sessismo dei fumetti. Una donna che non è da meno a nessun uomo.)

Più della storia, convincono i disegni di Noto, i colori, lo spessore che assumono i personaggi e le ambientazioni; la continua ricerca, così come avviene in un certo tipo di videogiochi, del realismo e della realtà a tutti i costi. I contorni scompaiono, i colori diventano chiazze calde e avvolgenti o, a seconda dei casi, fredde e distaccate. I tratti di Natasha Romanoff sono dolci, delicati – e quando serve, pronti a indurirsi, a diventare terribili, inespressivi. In questo, forse, c’è la più grande differenza con l’Occhio di Falco di Aja, che invece è rigido, con contorni spessi e una ricerca del realismo lontana, sostituita piuttosto dalla voglia di rendere il tutto incredibile, funzionale alla narrazione. E quindi più composta, più pulita, più “sicura”. Non è così in Vedova Nera, che nei suoi disegni vede rispecchiato il proprio dinamismo, un fumetto più fruibile e costantemente sull’orlo dell’errore – perché quando lasci spazio ai primi piani e ad una narrazione più “sentita”, più scorrevole, il rischio di sbagliare è sempre dietro l’angolo.

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In Vedova Nera, sempre al contrario di Occhio di Falco, che è più socievole e desideroso di trovare la compagnia altrui, che sia di una donna piuttosto che dei vicini sul tetto del condominio, c’è la ricerca della solitudine: una sorta di pena autoinflitta per i peccati del passato, per quella “nota sul registro” che ancora non è stata cancellata. E anche per questo, Black Widow convince: è un fumetto già maturo, già solido; che non gioca a scimmiottare nessuno; ha delle similitudini, dei punti di contatto, con l’impaginazione e la tecnica di uno dei più grandi successi editoriali degli ultimi anni, è vero. Ma che senso avrebbe non prendere a esempio gli esperimenti riusciti, i “più bravi della classe”?

La speranza è che Noto e Edmondson continuino così, e che presto arrivi un crossover tra Occhio di Falco (già citato nel numero 2) e Vedova Nera: magari una storia autoconclusiva, un volume da collezionare, con i disegni stupendi di Aja e di Noto, e le storie che si alternano dalla penna di Edmondson a quella di Fraction.

Vedova Nera nn. 1-2
di Nathan Edmondson e Phil Noto

Panini Comics, 2014
48 pagine, 2,70 € cad.

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