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FocusProfiliChi era Ade Capone (1958-2015), figura chiave del fumetto anni '90

Chi era Ade Capone (1958-2015), figura chiave del fumetto anni ’90

ade capone

Per comprendere la portata del ruolo che Ade Capone, morto il 4 febbraio 2015, ha avuto nel cambiare il volto del fumetto italiano si dovrebbe partire da lontano. Per esempio, dalla chiusura dell’Editoriale Corno avvenuta nel 1984, e dalla conseguente – sebbene temporanea – sospensione della pubblicazione in Italia dei fumetti Marvel. Questa suscitò nei lettori una profonda sensazione di privazione e li spinse ad acquistare i comic book direttamente in lingua originale, contribuendo così allo sviluppo di tante nascenti attività commerciali di importazione e distribuzione. Oppure da quell’aprile del 1992 in cui irruppe nelle fumetterie americane la prima serie targata Image e intitolata Youngblood.

In mezzo ci sono altri fatti importanti come la nascita di Dylan Dog nel 1986 e Nathan Never nel 1991, che introdussero al fumetto le nuove generazioni o la rinata Lucca Comics, che nel 1990 uscì da una lunga crisi istituzionale diventando il volano per nuovi segmenti di mercato, grazie a editori nati da poco come Star Comics, Play Press, Acme e Granata Press. In questo contesto, Ade Capone fu tra i primi a prendere atto delle potenzialità di un nuovo pubblico, decisamente influenzato dalle più recenti tendenze emerse nel fumetto statunitense e ricettivo verso nuove formule editoriali, stili grafici più dinamici e sintetici, nuovi immaginari ‘action’.

Ma partiamo dal principio. Ade (Adelino) Capone, infatti, debutta nel fumetto come sceneggiatore. A soli 22 anni esordisce nel 1980 sulle pagine di “Albo Blitz”, testata pubblicata dalla Universo. Dopo le prime collaborazioni con settimanali come Boy Music, Skorpio e L’Intrepido, incontra casualmente Sergio Bonelli. Lo stesso editore milanese ha raccontato l’aneddoto di quel primo incontro:

Studiava da geologo e, dato che i fumetti erano lavori occasionali, si pagava gli studi in piscina. Già, forte del suo fisico e della sua abilita di nuotatore, Capone faceva il bagnino salvavita e l’istruttore di nuoto nella piscina di un albergo di Salsomaggiore. Fu proprio lì che il sottoscritto ebbe la ventura d’incontrarlo. Nonostante le mie buone capacità di fondista, a causa della limitata ampiezza della vasca nuotare era fuori questione, così impiegai il tempo a chiacchierare con il bagnino, come avrei fatto con qualunque altro appassionato di Zagor. Una cosa tira l’altra: Ade mi confidò di avere ambizioni di fumettaro, io gli diedi i soliti consigli e, un paio di anni dopo, iniziò la nostra collaborazione.

L’applicazione di questi consigli frutta il successivo esordio su testate bonelliane come Mister No, con un episodio del gennaio 1986, poi su Zagor (1987) e infine su Martin Mystère. Grazie a queste esperienze professionali impara il mestiere, ma capisce anche quanto gli stiano stretti gli orizzonti del suo illustre editore. E inizia a guardare altrove.

All’inizio degli anni novanta è cambiato tutto. Il fumetto sembra riprendersi dalla crisi del decennio precedente e vive un nuovo splendore. Pur tra numerose contraddizioni (i ripetuti insuccessi delle riviste, per esempio) cominciano a moltiplicarsi le fiere e i negozi specializzati, dando l’impressione di un processo di “americanizzazione” in corso del nostro mercato, con un consolidamento dei nuovi circuiti che si affiancano a quello tradizionale delle edicole. L’attenzione del pubblico si estende oltre il mero prodotto editoriale, e gli albi seriali diventano solo il punto di partenza per una vasta gamma di eventi e iniziative commerciali. Capone lo sa bene, essendo uno dei fondatori della Cosmic Comics di Salsomaggiore, una piccola azienda che importa proprio i comic books originali, con il loro infinito contorno di gadgets, per distribuirli nelle fumetterie. È la presa d’atto della nascita di un nuovo profilo di lettore, più giovane e più nerd, disponibile ad accogliere merchandising e iniziative di marketing.

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Lazarus Ledd #1, ‘Doppia identità’

Nel 1992 Capone crea una nuova serie destinata all’edicola, Lazarus Ledd, che rappresenta la prima fase di un progetto personale tanto ambizioso quanto evidente: proporsi come competitore sia sul versante autoriale che su quello commerciale. Star Comics è l’editore giusto. In quegli anni l’editore perugino è il principale licenziatario dei fumetti Marvel, pubblica serie manga di successo dopo aver accolto il gruppo di editor “Kappa Boys” e ha appena tentato la strada della rivista, con Cyborg. Non solo. Nello stesso anno in cui nasce Lazarus Ledd, inizia la sua attività anche Star Shop, ovvero una nuova azienda di distribuzione che si pone in concorrenza con l’allora leader, Alessandro Distribuzioni, e che porta alla nascita di nuove fumetterie.

La nuova serie di Ade Capone beneficia così di un doppio circuito: le edicole e i sempre più numerosi negozi specializzati. Anche la costruzione del personaggio costituisce un riuscito ibrido tra la formula bonelliana e gli echi che arrivano da oltreoceano. Il tradizionale albo “alla Bonelli” si trova ad ospitare storie in cui il protagonista possiede una doppia identità, e si muove in modo decisamente più disinvolto – soprattutto su temi e ambientazioni contemporanee – rispetto agli altri eroi del momento. Viene inoltre progettata una continuity e introdotti nuovi misteri di continuo, con un meccanismo tipico anche dei telefilm più recenti, in cui ogni risposta pone nuove domande. Arrivano poi i crossover con altri characters della Star Comics, come Samuel Sand, oppure iniziative crossmediali che vedono coinvolto il gruppo musicale degli 883, o ancora collaborazioni con scrittori emergenti, come Andrea G. Pinketts e Valerio Evangelisti.

Lazarus Ledd vince la sua scommessa. E’ un buon fumetto, che allarga il raggio d’azione narrativo delle testate seriali italiane. E riesce a non entrare in concorrenza diretta con i personaggi di casa Bonelli, con cui Capone manterrà sempre ottimi rapporti. In quegli anni lo troveremo addirittura a collaborare – nel servizio d’ordine – del Dylan Dog Horror Fest! Questa situazione tanto particolare, va detto, è stata resa possibile anche da una scelta di fondo di Star Comics: ingaggiare solo autori esordienti o emergenti, senza provare a lusingare nessuna firma bonelliana con migliori proposte professionali. Al contrario Lazarus Ledd diventa la palestra per un consistente numero di disegnatori che arriveranno negli anni seguenti proprio in Via Buonarroti: Giancarlo Olivares, Alessio Fortunato, Paolo Bisi, Arturo Lozzi, Michele Cropera, Alessandro Bocci, Alfredo Orlandi, per citarne alcuni. Altri ancora, come Giulio De Vita ed Emanuele Barison, riscuoteranno un successo internazionale.

Se le “relazioni di vicinato” rimangono pacifiche, questa scelta ha però come conseguenza l’impossibilità di consolidare il successo della casa editrice in questo segmento di mercato. Lazarus Ledd ha una vita editoriale regolare e si spegnerà molti anni dopo, con 151 albi all’attivo, più 27 albi Extra e numerosi speciali. Ma nessun’altra testata riuscirà a ripetere risultati così consistenti proprio – o almeno è opinione di chi scrive – per il modesto investimento economico sulla parte creativa. Grazie alla credibilità maturata, Ade Capone diventa uno dei punti di riferimento principale di Star Comics e segue la realizzazione di nuove serie mensili come Hammer e Samuel Sand, e prende in mano, assieme a Paolo Livorati, il settore U.S.A. curando le linee dei comic book targati Image, Wildstorm e Bravura.

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‘Erinni’, Liberty

La seconda fase del progetto di Capone si chiama Liberty, etichetta indipendente, inizialmente avviata nel 1995 assieme ai soci della Cosmic Comics. “Più libertà alla fantasia” è il motto che accompagna la pubblicazione di collane di comic book spillati in bianco e nero, progettati come miniserie autoconclusive. Il primo titolo, Il potere e la gloria, nasce in seno a Star Comics, ma ne viene presto consentita la prosecuzione con il marchio Liberty, essendo la Star interessata solo a iniziative di lungo respiro. Il successo è immediato e sorprendente e verrà negli anni successivi ricordato come il prodotto per fumetteria più venduto di quel periodo. Se Il potere e la gloria affronta il genere supereroistico, Erinni, la collana seguente, spinge il pedale a fondo sul genere erotico. I riferimenti non mancano. Film come Basic Instinct e miniserie cult come Black Kiss di Howard Chaykin avevano creato le condizioni per osare di più. Il sesso diventa un ingrediente narrativo imprescindibile, attorno al quale ruota una storia sanguinaria di possessione e vendetta. Apprezzato anche l’impegno grafico del disegnatore Luca Panciroli, alla sua prima collaborazione importante.

Ma c’è ben altro. Ade Capone vive un momento creativo straordinario e mette in cantiere numerosi progetti di cui è sempre l’autore letterario. Cambiano scenari e stili. Accanto ad un’ampia leva di disegnatori esordienti, collaborano anche autori che hanno già raggiunto una certa notorietà come Daniel Zezelj, Stefano Raffaele e Roberto De Angelis. Ed è ormai possibile notare alcune costanti, un “marchio” nell’approccio di Capone alla produzione di fumetti. La scelta del bianco e nero, praticamente obbligatorio per motivi di costo, si traduce in una forte guida sulla linea grafica: la stilizzazione realistica è comune a tutti gli autori. Inoltre, pur cambiando generi e ambientazioni, è sempre centrale – e talvolta esasperato – il tema dell’individuo e delle sue esigenze. Sesso, potere e poteri diventano metafore di una tensione costante verso la realizzazione di sé, con qualunque mezzo se necessario. A fare da corollario a questa idea, la difficoltà di mantenere un rigore etico, sino ad una resa al male e alla perversione, come accade in Erinni.

Ade Capone sembra ormai un “altro”: lo scrittore di Zagor e Mister No che tenta la fortuna nella small press ‘indipendente’. Con una sorpresa: le proposte Liberty funzionano! E sono arricchite da edizioni speciali, anteprime, copertine variant, cards, poster… Il lettore delle fumetterie e delle mostre mercato è spesso un collezionista compulsivo di nuova generazione, e Capone gli fornisce opportunità analoghe a quelle del mercato americano. La sovrapposizione di ruoli – autore, editore e distributore – determina inoltre margini di guadagno interessanti, e quindi una maggiore capacità produttiva.

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‘Nei tuoi occhi’ #2, Liberty

C’è anche un altro aspetto grazie al quale si consolida l’identità Liberty. Il rapporto con i lettori è cementato da prese di posizione nette e polemiche su alcuni temi caldi per l’editoria di fumetto di quel periodo: la restituzione delle tavole originali dagli editori agli autori, i criteri di assegnazione degli stand alle fiere e le problematiche della distribuzione. In effetti, nonostante le condizioni favorevoli in partenza, Liberty non riesce a consolidarsi nel lungo periodo. Le uscite sono discontinue. I ritardi rispetto agli annunci si ripetono in modo imbarazzante e si creano tensioni con alcuni disegnatori, sino ad arrivare a situazioni eclatanti come il rimprovero pubblico mosso dallo stesso Capone a Luca Panciroli su Erinni, in realtà spia di contrasti artistici più profondi. Tutto questo influisce sull’interesse del pubblico e quindi sugli ordini degli albi, che calano a tal punto da spingere Capone ad istituire il circuito esclusivo dei Liberty Point, cioè un gruppo di fumetterie che assicurano l’esposizione e la reperibilità dell’intero catalogo.

Tutto questo non basta per impedire l’affievolirsi progressivo di questa esperienza. Con il successivo decennio, la situazione cambia ancora. Nuove dinamiche e nuovi soggetti si impongono sulla scena e Ade Capone si rivolge ad altri ambiti, trovando spazio nella televisione come autore, partecipando alla realizzazione di trasmissioni come Il bivio e Mistero. Un’ulteriore dimostrazione della sua predisposizione innata alla narrazione di storie personali e dell’attrazione che ha sempre provato per i misteri più oscuri.

Proprio in questi mesi, Editoriale Cosmo aveva iniziato a riproporre le sue opere più note. Eppure il sipario è improvvisamente calato. Il suo contributo non sarà certamente dimenticato. E per quanto ci riguarda, non potremo che ricordarlo così: Ade Capone, uno degli uomini chiave del fumetto italiano degli anni novanta.

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