Benjamin Rabier, dessinateur animalier

Disegnatore di animali. O ancora, L’uomo che fa ridere gli animali, come titola un innovativo documentario animato dedicato alla vita dell’artista francese. E infine, Monsieur Vache qui Rit, in virtù dell’icona per la quale il nostro è oggi più ricordato, il bovino sorridente che ancora appare nel marchio dei prodotti del caseificio Bel. Tutti appellativi che, nonostante l’apparenza, non devono essere percepiti come riduttivi o denigratori.

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rabier gatto

Il primo campeggia sul sito che gli ha dedicato la sua città natale, l’attuale La Roche-sur-Yon in Vandea, e sottolinea come nella sua sterminata produzione (indicizzata in un prezioso libretto dalla nipote), i racconti di animali (spesso solo illustrati, ma anche a fumetti) abbiano un ruolo di primo piano. Il suo esordio è invece legato a «Gil Blas», una delle riviste umoristiche più note degli anni Novanta dell’Ottocento, complice l’amicizia con uno dei caricaturisti (e fumettisti) più famosi del periodo, Caran D’Ache.

Ma se tale impegno rimarrà una costante per tutta la vita, la fama è legata alle illustrazioni per l’infanzia: migliaia, con oltre duecento volumi al suo attivo, un settimanale a fumetti da lui interamente realizzato («Histoire Comique et Naturelle des Animaux», 1907), tantissimi fogli volanti stile Epinal, importanti contributi alla nascita del cartone animato francese, e infine, nel 1923, la creazione dell’anatra Gedeone, protagonista di quindici album e il suo personaggio oggi più noto. Non apologhi, ma divagazioni divertite, a tratti crudeli, sul mondo animale («Non mi si venga a parlare dell’amore di Rabier per gli animali», chiosava in un suo saggio il critico Edouard François), complice forse anche il ruolo di supervisore al mercato di Les Halles, tenuto dall’artista come lavoro principale per quasi un ventennio.

Proprio per la sua produzione animalier, Rabier è stato indicato come il creatore della «linea chiara». La sua importanza per Hergé è innegabile, e riconosciuta dallo stesso creatore di Tintin. Una filiazione particolarmente evidente negli esordi dell’autore belga, legati alle serie con animali realizzate a fine anni Venti per il «Petit Vingtième», prima della creazione dell’adolescente giornalista più famoso al mondo.

*Questo testo è l’introduzione del volume Il gatto curioso e altre storie, pubblicato da Castelvecchi