Questa settimana, per la rubrica #tavolidadisegno, siamo entrati nello studio di Lucia Biagi. Classe 1980, pisana di origine e torinese di adozione, Lucia disegna nel soppalco di Belleville Comics, la fumetteria che gestisce insieme al suo compagno Alessio Marchetti. Dopo l’esordio con Pets, uscito nel 2008 per Kappa Edizioni, ha pubblicato per Zandegù Japanize me, diario personale e romanzato frutto dei suoi numerosi viaggi in Giappone e pubblicato in forma di e-book. Nel 2011, per celebrare il primo anno di vita di Belleville Comics, ha curato l’antologia Amenità, un’autoproduzione che ha fatto il giro dei principali festival internazionali del fumetto. Nel 2014 è uscito il suo ultimo libro, Punto di fuga, pubblicato dalla casa editrice spagnola Diábolo. Come illustratrice Lucia ha collaborato con Feltrinelli e Youthless Fanzine. Siamo andati a trovarla per farle le nostre abituali 5 domande ed abbiamo approfittato per scattare qualche foto.
A cosa stai lavorando?
In questo momento lavoro ad una nuova autoproduzione, un albetto spillato che sto preparando insieme ad altre due fumettiste, Eleonora Antonioni e Giorgia Marras. Il tema è la scuola e l’adolescenza. Sono tre storie di 9 pagine, in questo momento stiamo cercando la copertina giusta. Sarà stampato in bassa tiratura ma in 3 lingue (italiano, francese e inglese).
Che strumenti usi per disegnare?
Disegno a matita e inchiostro con i Faber Castell a punta di feltro, che consumo in quantità incredibile. Finisco sempre prima la punta dell’inchiostro perché premo molto sui pennarelli. Poi scannerizzo e aggiungo i retini in Photoshop.
Hai qualche piccola abitudine prima di sederti al tavolo?
Di solito la prima cosa che faccio la mattina è accendere il computer e controllare posta e Facebook. Cerco di mettere in ordine il tavolo, perché aiuta molto, poi fumo una sigaretta e inizio. Mettere a posto aiuta a fare ordine nella testa, soprattutto quando si tratta di iniziare con un progetto nuovo.
Ci sono fumetti, libri o altre che devono assolutamente essere a portata di mano?
Se devo scrivere una storia di solito riparto da Capire il fumetto di Scott McCloud, una rilettura veloce fa sempre bene. In alternativa mi riguardo Mastering Comics di Jessica Abel e Matt Madden. Questo solo per i progetti importanti, se devo fare un’illustrazione uso semplicemente Google. Per gli sfondi ad esempio viaggio un sacco su Google Maps. Per la storia che sto disegnando sto visitando vitalmente Barbaricina, un quartiere di Pisa dove abitava un mio compagno di classe.
Questo cosa è?
E’ un pupazzo che compare in Punto di fuga e che in un momento di grande tristezza viene regalato alla protagonista da un’amica che fa la sarta. Dopo averlo disegnato l’ho anche cucito.