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NewsLe verità di Bèbé Donge, fra giallo e musica

Le verità di Bèbé Donge, fra giallo e musica [Recensione]

Una delle novità editoriali più curiose di inizio 2015 è sicuramente Le verità di Bébé Donge di Valentina Griner. In realtà, il libro è parte integrante di un più complesso progetto artistico, quello che – rubando un’espressione dalla lingua inglese – viene definito un concept crossover, ovvero un progetto a tema che coinvolge diverse forme artistiche. Accanto al fumetto della Griner, infatti, il progetto si arricchisce di un cd con dieci canzoni (le cui citazioni ritmano la narrazione) del gruppo romano ispirato proprio al nome della protagonista: i Bébé Donge.

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Sia le canzoni che il fumetto capovolgono il punto di vista del romanzo originale di Georges Simenon del 1941 a cui il progetto s’ispira. Fin dalla variazione nel titolo (dall’originale Le verità su Bébé Donge a Le verità di Bébé Donge), in questo caso si capovolge completamente il punto di vista narrativo. Nel romanzo, la protagonista viene incarcerata dopo aver tentato di uccidere il marito: una risoluzione grave, sorta dalla costante umiliazione della di lui indifferenza. Simenon ci racconta la storia del loro matrimonio attraverso i ricordi del marito, mostrandoci la severa introspezione che l’aver subito un tentato omicidio dalla propria sposa impone a Francois, il protagonista maschile.

Bébè, l’autrice del mancato, delitto, però, nel romanzo praticamente non compare direttamente, solo nella memoria del marito, che di lei riporta poche rapide battute. David Diavù Vecchiato spiega nella sua introduzione quale sia stata l’intuizione raccontatagli da Fiammetta Jahier, la cantante del gruppo musicale: ribaltare il punto di vista del romanzo, dare il giusto spazio alla protagonista, dare corpo ai suoi pensieri della protagonista, seguirla nell’evoluzione del suo dolore fino al tentato avvelenamento. Nei testi delle canzoni il gesto di Bébé si tinge anche di rivolta sociale nei confronti delle convenzioni borghesi, donando al personaggio le tinte fascinose di un’eroina femminista.

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Tra tutti i maestri del giallo, Simenon è l’autore che forse si presta meglio ad un tipo di operazione concettuuale del genere. Nei suoi libri non troviamo la ferrea logica di Arthur Conan Doyle, gli illuminanti paradossi di G.K. Chesterton, i geniali colpi di scena di Agatha Christie o l’elegante ironia di S.S.Van Dine. La sua magia è nello stile, nella grande abilità d’atmosfera, che accompagna il lettore nello scavo psicologico dei personaggi. Un’atmosfera che può essere esplorata da altre angolazioni, senza tradirne lo spirito e alterarne gli equilibri.

La storia di Simenon è abituata ad essere distorta e variata: il film trattovi nel 1952 (tradotto in italiano La follia di Roberta Donge)col grande Jean Gabin, vedeva quest’ultimo, nei panni di Francois, soccombere all’avvelenamento. mentre nel romanzo il protagonista perdona la moglie comprendendo i propri errori.

Parlando strettamente del fumetto di Valentina Griner, la lettura è senza dubbio gradevole. Le inquadrature sono classiche (l’autrice insegna alla Scuola di Fumetto di Roma e non è certo sprovvista degli attrezzi del mestiere), la narrazione scorre controllata, equilibrata tra i flashback e il racconto presente. L’uso dei colori (tenui e delineate tinte piatte) il ritmo dei dialoghi, perfino il lettering (ovviamente di modello franco-belga), tutta l’atmosfera favorisce l’ingresso nel mondo psicologico della protagonista: un carattere mite e delicato, condotto a un gesto estremo dal dolore della propria sensibilità torturata.

Non è facile trattare la delicata materia narrativa di uno scrittore amatissimo, men che mai in una rilettura opposta all’originale.

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Per un’opera prima, è senz’altro una scelta saggia quella di affidarsi ad una forma di racconto collaudato, non mancano però incursioni poetiche (tra cui una, splendida, di William Blake) a rendere la narrazione varia e vivace. Molto interessante il contrasto tra l’eleganza d’antan delle tavole della Griner e lo stile rock delle canzoni.

Nel complesso, il progetto appare un profondo omaggio alla femminilità ferita.

Il prossimo 27 Marzo al Monk Club di Roma (via Via Giuseppe Mirri, 35, Roma) ci saranno proiezioni e sessioni dediche, in seguito si terrà il concerto dei Bébé Donge, in cui verranno eseguire tutte le canzoni ispirate alla storia.

Le verità di Bébé Donge
di Valentina Griner e Bébé Donge
Goodfellas, 2015
80 pagine + CD, 16,00 €

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