Se pensate che ci sia qualcosa che il fumetto non può rappresentare a livello concettuale o visivo forse è solo perché non avete ancora letto i libri di Marc-Antoine Mathieu. L’autore francese – di cui in Italia sono stati pubblicati finora soltanto I sotterranei del Revolù (001 Edizioni), esplorazione borgesiana dei segreti del Louvre, e Dio in persona (Edizioni BD), brillante trattato metafisico e teologico in salsa pop – fa parte di quella ristretta cerchia di autori di fumetto che con ogni opera prova a spingere un po’ più in là i confini della sperimentazione grafica e narrativa.

Un autore abituato da sempre a scavalcare i confini tradizionali del fumetto
Basti pensare ad alcune sue opere come 3 seconds, una storia muta che porta agli estremi il concetto tecnico di zoom visuale raccontando tutto ciò che accade in tre secondi (il tempo impiegato da un fotone per andare e tornare dalla Terra alla Luna) con infiniti giochi di riflessi grafici, o alla meravigliosa serie in sei volumi Julius Corentin Acquefacques (ancora non tradotta purtroppo in Italia), straordinario spazio onirico di sperimentazione a fumetti dove Mathieu dal 1990 a oggi ha utilizzato ogni tipo di tecnica narrativa postmoderna: dal metafumetto autoriflessivo (il classico espediente narrativo del mise en abyme), con il protagonista che comprende improvvisamente di essere solo un disegno in un libro illustrato, all’intrusione improvvisa dei colori in un mondo disegnato solo in bianco e nero (uno sviluppo narrativo usato anni dopo dal film Pleasantville); dal classico tema del doppio del protagonista alla costruzione di una storia perfettamente palindroma e leggibile al contrario, fino ad arrivare allo scontro fra bidimensionalità e tridimensionalità in puro stile Flatlandia (grazie a un paio di occhiali 3D) e a un libro cartograficamente anomalo con le pagine di margine stampate direttamente in copertina.

Le Sens: quando il non-sense diventa pieno di significati
Tutto questo per dire che Marc-Antoine Mathieu è un grande autore teorico contemporaneo del fumetto, con molte cose da dire (e da disegnare). È proprio in questo percorso fatto di continue sperimentazioni che si inserisce il suo libro più recente, Le Sens, pubblicato a fine 2014 dall’editore francese Delcourt. Un libro senza parole ma non per questo meno ricco di significati.

Voi siete qui: la freccia indica la strada del protagonista
Nulla è come appare nei libri di Marc-Antoine Mathieu, veri paradisi grafici per un occhio curioso in cerca di simboli: la copertina, enigmatica, è completamente bianca (un bianco inteso non solamente come assenza e vuoto ma anche come somma finale di tutti i colori e di tutti i sensi). Il nome dell’autore e dell’editore non sono stampati in modo tradizionale ma sono semplicemente impressi in rilievo come leggere incisioni su carta. Un elemento spicca subito più di ogni altra cosa: una grande freccia nera che punta verso destra, invitando l’uomo in copertina (e anche noi lettori) a entrare nel libro e a voltare pagina per scoprire la storia. Ecco svelato uno dei molti significati ambigui del titolo, Le Sens: senso come movimento del corpo, come direzione di lettura verso una meta.

Questo libro è un brillante controsenso
Dal buio assoluto delle prime pagine emerge un uomo i cui unici particolari distintivi sono un cappello, una giacca pesante e una valigia (ovviamente a forma di freccia). Non sappiamo nulla di questo personaggio ed è proprio la sua anonimità a rendere quasi immediata l’identificazione del lettore. Chi è questa persona? Dove sta andando e perché? Probabilmente cerca un senso, un significato alla propria vita, e per questo motivo ha deciso di seguire a ogni costo la freccia lungo le pagine del libro. Apriamo la porta assieme a lui e scopriamo un mondo interamente composto di frecce (uno stratagemma narrativo che deve molto alle famose tecniche di scrittura creativa vincolata dell’OuLiPo).
«Se qualcuno potesse spiegarmelo gli darei mezza lira. Non credo che in esso ci sia neppure un atomo di buon senso.»
Alice nel paese delle meraviglie, Lewis Carroll

Tutti i sensi sono validi se non sai dove andare
Inizia così una strana escursione onirica che deve molto a Franz Kafka, Samuel Beckett e Fernando Pessoa: un personaggio enigmatico di cui non riusciamo mai a cogliere pienamente i tratti somatici, un bizzarro deserto metafisico che potrebbe esser stato pensato da Salvador Dalì e disegnato da Moebius e, come unica guida, una freccia che prende di volta in volta mille forme e mille aspetti. Il libro si snoda così come un esercizio di stile vertiginoso e surreale che intende rappresentare, in un certo senso, l’esplorazione filosofica per antonomasia: qual è il senso della vita? Cosa cerca l’uomo durante la sua permanenza sulla terra: una risposta? Un incontro che ponga fine a tutte le domande?
«Ecco il senso della vita: beh, non è niente di speciale.»
Il senso della vita, Monty Python

L’assurdo non ha alcun senso se non quando lo si accetta
Marc-Antoine Mathieu decide saggiamente di non svelare pienamente il significato ultimo del libro ma di lasciare la porta aperta alle interpretazioni soggettive dei lettori: il personaggio principale, l’eroe silenzioso dell’assurdo, compie questo viaggio iniziatico attraverso le pagine in cerca di qualcosa che ci sfugge o di qualcuno che non conosciamo. Lentamente durante il percorso del libro vediamo il protagonista invecchiare: il suo passo è sempre più incerto, i suoi capelli sempre più bianchi. Il deserto che attraversa – delineato elegantemente in toni bianchi, neri e grigi secondo i principi ottici della psicologia della Gestalt e fortemente influenzato dai paradossi visivi di M. C. Escher – è una metafora della vita: un lento susseguirsi di pagine da attraversare e riempire con la nostra immaginazione, un labirinto infinito fatto di innumerevoli tentativi a vuoto e molti silenzi poetici. E alla fine è quasi naturale che il percorso del nostro protagonista, iniziato con una semplice serratura di una porta (la nascita), si chiuda con un lento sprofondare in un buco sul terreno (la morte). A forma di freccia, ovviamente.

Le Sens
di Marc-Antoine Mathieu
Delcourt, 2014
232 pagine, 25 €