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FocusLa bufala del film di Batman girato da Orson Welles

La bufala del film di Batman girato da Orson Welles

Il 6 maggio 1915 nasceva Orson Welles, da molti considerato il più grande regista di sempre grazie a pellicole come Quarto potere. Per celebrare il centenario del suo genetliaco abbiamo riesumato un suo progetto degli anni Quaranta: all’epoca, Welles era infatti in procinto di girare l’adattamento di Batman.

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È una storia che non appare in alcuna lista dei ‘film mai realizzati’ o nelle biografie dedicate all’artista, per il semplice motivo che è una bufala. Una bufala d’eccellenza perché inventata da Mark Millar nel 2003 per il sito Comic Book Resources. All’epoca lo sceneggiatore scozzese teneva una rubrica chiamata The Column in cui dissertava in libertà su argomenti correlati al fumetto e pensò, visto che la rubrica sarebbe stata chiusa, di finire col botto, omaggiando la burla de La guerra dei mondi, lettura radiofonica di Welles del romanzo di H. G. Wells che scatenò il panico nel paese.

Scrive Millar:

Un mio amico, Lionel Hutton, critico cinematografico e rispettato storico del cinema, ha avuto accesso agli archivi di Welles per una biografia che uscirà la prossima primavera e, rovistando, ha trovato un plico di note e appunti che nessuno si era degnato di leggere. Questo fatto è da ricondurre allo scarso peso che il fumetto ha avuto nelle arti popolari. Il fatto che Orson Welles stesse contemplando un film su Batman nel 1946 è una notizia gloriosa e affascinante per uno come me, ma immagino sia anche profondamente imbarazzante per i fan di Welles. […] Lionel mi ha fatto leggere in anteprima la parte dedicata a Batman.

Millar costruisce bene l’inganno e, da navigato cantastorie, rafforza il testo elencando innumerevoli connessioni tra Welles e i fumetti – che renderebbero plausibile l’interesse verso il soggetto: alcune vere (prestò la voce all’adattamento radiofonico The Shadow, precursore dell’Uomo Pipistrello), altre meno (scrisse un articolo per The Village Voice nel 1973 dedicato a Lanterna Verde; presenziò a una delle prime comic-con di New York). Non doveva essersi documentato molto, comunque, perché avrebbe potuto citare anche la comparsata di Welles in Superman #62 del 1950.

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Milar colloca gli otto mesi di pre-produzione della pellicola appena dopo il completamento de Lo straniero, nel 1946. «Sarà» dice Welles nel libro di Hutton «uno psicodramma adulto che combina l’azione al cardiopalma dei serial del sabato mattina con una nuova veste e uno stile di direzione cinetica come mai si era visto nel cinema americano» (e va bene che Orson non era uno modesto, ma qui Millar lo supera di molte spanne). Poi si cita il finale del film, in cui Batman combatte contro Joker, Due Facce, l’Enigmista e Catwoman, e si parla dei bozzetti di Greg Tolland, che Millar confonde con lo scenografo – Tolland era il direttore della fotografia di Quarto potere.

Si passa al casting, in gran parte completo: secondo lo pseudobiblion, George Raft aveva già firmato per interpretare Due Facce (dopo il rifiuto di Humphrey Bogart), James Cagney sarebbe stato l’Enigmista, Basil Rathbone Joker e Marlene Dietrich Catwoman. E, nei panni di Batman, Welles stesso. Ma lo studio impose Gregory Peck: questo e altri dissidi sul cast allontanarono Welles dal progetto e il film sfumò.

Ma Miller è certo: «Da quello che leggo, dal trattamento e dalla prima bozza, si capisce che The Bat-Man avrebbe rivoluzionato il cinema. Sarebbe stato il suo capolavoro e avrebbe lanciato la moda dei supereroi al cinema due o tre generazioni prima. John Ford come Capitan America? Cary Grant e Katharine Hepburn come Clark Kent e Lois Lane?»

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Il pezzo di Millar era confezionato a modino e includeva perfino un finto concept art disegnato nientemeno che da Bryan Hitch sotto mentite spoglie. Anni dopo, CBR rivelò la genesi della beffa nella rubrica Comic Book Urban Legends Revealed: «Era l’omaggio di Millar allo scherzo di Welles su La guerra dei mondi. Coinvolse Bryan Hitch e gli chiese di schizzare un bozzetto; per dargli un aspetto antico, lo passò via fax e noi passammo un’altra volta la copia via fax, in modo da accumulare un paio di generazioni. Aiutò a rendere il tutto più autentico. Fu l’ultima rubrica di Millar e di certo fu la più popolare.»

La bufala ha ispirato un trailer in due parti che mescola vari film degli anni Venti, Trenta e Quaranta, tra cui L’uomo che ride, l’adattamento del romanzo di Victor Hugo che influenzò la creazione del Joker.

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