Lo strano caso della tavola di Calvin e Hobbes venduta a 2,25 dollari

I collezionisti di tavole originali lo sanno bene: ci sono pezzi avvicinabili, mitiche speranze e sogni irrealizzabili. E poi c’è Calvin e Hobbes. Bill Watterson è stato un padre protettivo e la sua creatura non si è mai vista ufficializzata in nient’altro se non le raccolte in volume. Niente oggettistica, niente adattamenti e, soprattutto, niente vendita degli originali. Tanto che anche solo vedere da vicino un suo disegno è fatto degno di nota.

Eppure A.V. Club segnala che su Ebay è comparsa un’inserzione in cui si vendeva l’originale di una domenicale. Al modico e incredibile prezzo di partenza di 2,25 dollari – e venduta, poi, per la stessa cifra. Un vero affare, se non fosse che la tavola è un palese falso – un paio di vignette potrebbero sembrare di mano wattersoniana, ma il resto è distante dal suo stile.

Nella domenicale, Calvin chiede al padre le chiavi della macchina; questi, disattento, acconsente. Il figlio esce, per poi tornare in casa coperto di fuliggine e con in mano il volante dell’auto. L’inserzione non diceva molto, solo che la tavola è chinata e firmata da Mike Sellers – inchiostratore attivo negli anni Novanta su diversi titoli Marvel e DC.

calvinfalso

Ci ha pensato il fumettista Steve Lieber a svelare il mistero, sul proprio profilo Facebook: «L’autore è davvero Mike Sellers, un mio compagno di scuola alla Joe Kubert School; parliamo del 1988 o ’89, per uno dei corsi tenuti da Joe Kubert. Il compito era di fare da ghostwriter su una serie, disegnando due strisce e una domenicale (ero solo uno dei dieci compiti a casa che ci dava ogni settimana. Alla Joe Kubert School ci tenevano a insegnarti come gestire una grossa mole di consegne).»

Aggiunge lo stesso Sellers su Facebook: «Scrissi e disegnai io quella tavola e, a giudicare dal pessimo lavoro, anche il lettering è mio. Devo aver perso il disegno durante uno dei miei traslochi. Mi ricordo che Joe Kubert era incavolato perché si aspetteva del materiale d’avventura – con la speranza di assumere qualcuno come assistente – e la maggior parte di noi propose pezzi comici.»