Il fumetto on the road di Baronciani e Colapesce [Recensione]

Se La distanza di Alessandro Baronciani e Colapesce fosse un film, sarebbe un road movie. Uno di quelli pieni di ragazze e ragazzi, dove l’inizio si confonde con la fine, e il messaggio che se ne può ricavare coincide più o meno con il sempreverde “non è la destinazione quello che conta, ma il viaggio che si fa per raggiungerla”. La distanza, però, non è un film. È un fumetto.

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I disegni sono di Alessandro Baronciani: contorni spessi, figure pulite e snelle. Ambientazioni evocative. Le tavole sono scorci di strade: sembra quasi di spiare i protagonisti e non di guardarli direttamente. I tratti sono semplici, intuitivi – non c’è la ricercatezza del tratto classico e anatomico-centrico. E per questo, forse soprattutto per questo, il disegno in sé funziona. Appassiona il lettore, e lo porta a osservare – e non solo, fuggevolmente, a guardare. Baronciani, così, si può permettere di prendersi delle pause dal racconto e di lasciare spazio a primi piani e “silenzi” narrativi, proprio come in un film (ma questo è, lo ripetiamo, un fumetto; e quindi la trovata è originale, figlia di una tradizione relativamente nuova: quella che tende, ma non in modo eccessivo, ad unire i due media).

La storia, scritta a quattro mani col cantautore Colapesce, all’anagrafe Lorenzo Urciullo, sa (come fosse un cibo da assaporare, sissignore) di vero. Siamo in Sicilia. Il protagonista è Nicola, fidanzato a distanza con una ragazza che vive a Londra. Nicola si sta preparando a raggiungerla; prima, però, ha in mente un mini-tour dell’isola, un festival a cui andare e una rimpatriata con gli amici di una vita. A lui, si affiancano (per puro caso) Francesca e Charlotte, i fantasmi dell’estate presente e futura, quella cioè che è e quella che potrebbe essere, e dell’estate passata, quella fatta invece di turiste, notti brave e di ricordi alcolici.

Nicola è un ragazzo introverso: appassionato di musica, profondamente cinico, dall’ironia – come ha brillantemente sottolineato Marco Frattaruolo su Rolling Stone – alleniana. La storia inizia e finisce con lui: è Nicola il centro assoluto de La distanza, il simbolo di una generazione intera, quella dei trentenni e dei (nuovi) ventenni, che faticano ad andarsene dalla casa dei genitori e a realizzarsi, che affrontano ogni giorno come una sfida. Decidendo se restare o partire, se resistere o mollare.

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I punti di forza de La distanza sono proprio questi: la concretezza del suo racconto, la profondità degli scenari siciliani, lo spessore dei personaggi (anche di quelli secondari, che passano nel giro di poche pagine). Non è una di quelle storie strappalacrime e (tristemente) introspettive, no. La distanza è un fumetto che si fa leggere, che tiene compagnia; che offre una possibilità di riflessione. Non si impone né per una narrazione eccessivamente complicata, né per una ricercatezza stilistica, sia in termini scritturali che in termini di disegno, che ha – ammettiamolo – stancato.

Sicilia, amore, donne e musica (sì, c’è anche questa: una passione condivisa da entrambi gli autori). La distanza è un fumetto perfetto per l’estate. Perché, prima di tutto, ne parla. E poi perché come ogni racconto estivo è un bellissimo ricordo. E va letto così: come una storia che poteva essere e che non è stata, ma che rimarrà sempre indelebile nella nostra memoria.

La distanza
di Baronciani e colapesce
Bao Publishing, 2015
200 pagine, 16.00 €