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NewsLo stato di salute delle vendite dei comics, secondo le fumetterie

Lo stato di salute delle vendite dei comics, secondo le fumetterie

Il sito americano SKTCHD, specializzato in articoli sull’industria del fumetto, ha pubblicato i risultati di un sondaggio fatto su 25 rivenditori di fumetti di lingua anglofona (dagli Stati Uniti, alla Gran Bretagna, fino all’Australia). L’obiettivo era capire lo stato di salute delle fumetterie, e quindi del fumetto stesso. Risultato? Be’, pare proprio che il mercato scoppi di salute.

Prima di arrivare alle domande riguardanti in maniera più stretta lo stato delle vendite il giornalista David Harper, che si è occupato del sondaggio, ha chiesto ad ognuno dei venditori età e sesso. Il 92% dei rivenditori di fumetti che hanno risposto sono uomini (quasi la maggioranza assoluta, solo l’8% dei negozianti ha dichiarato di essere donna), e ben il 96% di essi ha un’età che va dai 35 anni in su.

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L’80% possiede un solo negozio di fumetti, mentre l’8% ne possiede addirittura tre. Il 48% dei rivenditori è in attività da più di quindici anni, mentre il restante 52% ha aperto la sua attività da un minimo di tre anni ad un massimo di quindici anni fa.

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Il 90% dei rivenditori ha dichiarato che il loro negozio di fumetti è in crescita, o che addirittura si trova ad avere il più alto dato di vendite della propria storia. Solo un negozio su venticinque ha dichiarato di trovarsi davvero in difficoltà. Molti hanno dichiarato di essere in grande crescita da un paio d’anni a questa parte.

L’80% ha detto che la metà o più del loro guadagno è dato dai fumetti. Di questi, il 52% ha specificato che i fumetti portano dal 75% al 100% delle entrate. Un numero importante, che testimonia che nonostante la grande espansione del merchandising che ruota attorno a supereroi e personaggi dei fumetti (dalle action figures, alle magliette, a tanto altro) i comics continuano ad essere la merce predominante che fa le vendite in fumetteria.

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Entrando nello specifico di questo dato la maggior parte dei negozianti ha dichiarato che le vendite dei vecchi fumetti, delle novità delle case editrici principali e dei graphic novels sono molto importanti. Mentre le vendite dei manga sono poco rilevanti.

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Il 90% dei rivenditori intervistati ha dichiarato che a partire da cinque anni fa c’è stato un notevole influsso di nuovi lettori di fumetti. Alcuni di loro hanno detto che «ogni settimana arrivano un paio di persone che non erano mai entrate prima d’ora in una fumetteria». Molti di loro hanno dichiarato che i film e le serie tv, come The Walking Dead, hanno influenzato parecchio questo grosso aumento dei nuovi lettori. Altri hanno citato i fumetti digitali come chiave d’ingresso per iniziare molte persone alla lettura dei fumetti. Cosa che successivamente porta il nuovo lettore ad acquistare il cartaceo.

Uno degli elementi che ha provocato un aumento dei lettori di fumetti è stata l’apertura del mondo femminile alla lettura dei comics. Infatti il 77% dei rivenditori ha dichiarato che il numero di donne che frequenta il loro negozio si attesta tra il 25% e il 50%. Molti hanno affermato che si tratta di un dato in crescita, in controtendenza con un passato che vedeva la clientela delle fumetterie quasi esclusivamente maschile.

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I lettori di nuova generazione pare però non siano moltissimi. Il 72% dei rivenditori ha affermato che la percentuale di clienti bambini e adolescenti che frequenta le fumetterie si attesta tra lo 0 ed il 25%. Tutto questo probabilmente perché i bambini hanno sicuramente meno potere di acquisto e possibilità di muoversi autonomamente per andare in un negozio di fumetti. Comunque, ogni negozio che ha partecipato al sondaggio ha affermato di possedere una sezione dedicata ai bambini.

I venditori hanno affermato che gli autori dei fumetti e i personaggi protagonisti dei comics sono gli elementi che influenzano maggiormente le loro ordinazioni. Quindi avere le pubblicazioni di Frank Miller o Alan Moore, e di Batman o Spiderman sono le cose che fanno la differenza per l’acquisto di un albo.

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Grande importanza viene data ai preordini. Il 68% degli intervistati afferma che i preordini sono veramente importanti. Un esempio può essere la vendita dei numeri 1 delle nuove serie di The Amazing Spiderman nel 2014, e di Star Wars nel 2015, che già solo coi pre-ordini hanno sfiorato il milione di copie vendute.

In base a questi elementi il 42% dei venditori ha detto che lo stato di salute dell’industria del fumetto sta toccando la sua vetta più alta. Il 38% ha dichiarato che il mercato è in un buono stato di salute, mentre solo il 14% ha espresso un parere non positivo.

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Secondo il 33% dei commercianti grossa parte del merito è dovuto all’aumento dell’attenzione nei confronti delle pubblicazioni e delle collezioni. Il 27% parla di team creativi e contenuti rinnovati rispetto al passato, con molte case editrici che «si sono aperte ad un pubblico di razze, generi ed etnie diversi, mettendosi, o cercando di mettersi al passo coi tempi. Perché le solite vecchie facce dei fumetti Marvel e Dc non piacciono così tanto», ha specificato Chris Thompson, della fumetteria Orbital Comics di Londra.

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Mentre se c’è un problema, ora come ora, nel mercato del fumetto è la presenza di troppi titoli (lo ha detto il 43% degli intervistati). Il 31% dei venditori ha invece dichiarato che la bassa qualità dei fumetti è il problema più grande. Thompson ha aggiunto che «ci sono troppi fumetti mediocri prodotti da major che dovrebbero stare più attente a ciò che producono ed al proprio marchio».

La penultima domanda di questo sondaggio riguarda il distributore Diamonds and Comics, il più grande rivenditore all’ingrosso per i negozi di fumetti in lingua inglese. La maggior parte degli intervistati afferma di trovarsi bene con il distributore, nonostante alcuni lamentino un monopolio insensato.

Infine, per il 70% dei rivenditori il più grande competitor è lo store online di Amazon. Molto più che il mercato digitale, addirittura scelto come avversario diretto solo dall’11% dei negozianti. Secondo i negozianti Amazon ha abbassato i prezzi di vendita rendendo difficile la competizione.

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