Ciao raga, vi sono mancato? Scusate l’assenza ma nelle scorse settimane ho scoperto di avere un quore paxo in qulo 666 e mi hanno ricoverato per un po’ in ospedale a Cardiologia (prova fotografica numero 1 e prova fotografica numero 2). Il mio dottore ha detto che adesso sto bene, posso partire per il Portogallo in bicicletta e scrivere Radar.
Ecco, essendo agosto speravo di cavarmela con 10 righe, qualche uscita minore ez. #illuso
Dai, andiamo.
Ant-Man #1 (Panini Comics). Il solito schifido fumetto lanciato sull’onda del film? Non proprio, anzi. Proseguendo il fortunato filone di eroi-minori-con-serie-personali-molto-swag, Marvel ha affidato Ant-Man (versione Scott Lang) a Nick Spencer, che è un autore molto bravo, il suo Superior Foes of Spider-Man era una serie molto divertente, e personalmente a me piaceva pure Morning Glories, prima che si ammalasse della Sindrome di Lost e iniziasse a spiegare i vari misteri con altri misteri. Ai disegni c’è Ramon Rosanas.
A proposito del film, qui c’è la recensione del nostro indomito timoniere. Ero con lui quando c’è stata l’anteprima, tecnicamente non ero accreditato, ma con la più classica delle scuse (“posso fare pipì?”) mi sono infilato in sala anch’io. Condivido il suo parere, anche se secondo me si è dimenticato di dirvi la cosa più importante: l’ex moglie di Scott Lang è interpretata da Judy Greer. Ecco, se alla Marvel hanno un po’ di buonsenso, questo fatto apre le porte a un possibile prequel che si concentri sulla loro separazione, con Judy che ogni due minuti urla a Paul Rudd ‘SAY GOODBYE TO THESE, SCOTT’.
E già che ci siamo, vi racconto di cosa parla il film di Ant-Man. Prima scena: Micheal Douglas, con la sua voce roca da moderno Gesù Cristo che s’è sacrificato per noi, prendendosi un cancro alla gola perché ha praticato troppo sesso orale, litiga con Peter Russo e Roger Sterling. Stacco, e siamo in galera, dove Mike Hannigan è appena stato rilasciato. Le prime cose che fa sono tornare a casa della sua ex-moglie Kitty Sanchez, ora risposatasi con Gyp Rossetti. Poi torna a casa, dove organizza un featuring col rapper T.I. per rapinare Micheal Douglas. In realtà era un piano ordito da Douglas stesso con l’aiuto di sua figlia Kate Austen per attirarlo e istruirlo come nuovo Ant-Man. Poi ci sono delle esplosioni, una fuga da un palazzo con un carro armato (beccati questa Fast and Furious!), un team-up con il trenino Thomas (VELOCI VAAAAANNO E FAN CIUFF CIUFF, MA CHE ALLEGRA FERROVIA!) e alla fine Ant-Man salva il mondo.
Color Tex #7 (Bonelli). Ok, veloci che qualcuno ha già lavorato al posto mio. L’albo contiene ‘La strada per Serenity’, prima storia lunga per Tex scritta da Roberto Recchioni. Ai disegni c’è Pasquale Del Vecchio e come i più svegli di voi avranno già capito, la storia è interamente a colori. Qui c’è la nostra intervista a Recchioni, mentre qui trovate la nostra sgargiante anteprima.
L’incredibile X-Force vol. 4 – La saga dell’Angelo Nero 2 (Panini Comics). Ci sono periodi della vita in cui la voglia di leggere fumetti non è tanta, credo sia capitato a tutti. In uno di quei periodi, diedi una chance all’Uncanny X-Force di Remender. Era una bomba e questa Saga dell’Angelo Nero è stato probabilmente il suo apice. È riuscito addirittura a non farmi stare antipatico Deadpool (per il cui film però, dopo aver visto il trailer con Shoop delle Salt-n-Pepa di sottofondo, sono discretamente esaltato). Ai disegni un ispiratissimo Jerome Opeña.
Volto Nascosto omnibus vol. 1 (Panini Comics). Primo di due volumi che ristampano integralmente la serie Bonelli scritta da Gianfranco Manfredi e disegnata, tra gli altri, da Goran Parlov, Massimo Rotundo, Leomacs, Roberto Diso, Giovanni Freghieri.
L’attacco dei giganti – Birth of Rivaille vol. 1 (Panini Comics) & Soil vol. 5 (Panini Comics) & Neon Genesis Evangelion vol. 1 (Panini Comics). Yo, una bella tripletta di manga. Il primo è uno spin-off de L’attacco dei giganti, il manga che sta vendendo un ninazillione di copie in tutto il mondo. Racconta le origini del Caporale Maggiore Rivaille, ‘il più forte soldato dell’umanità; il secondo è invece il quinto volume di un manga che qui a Fumettologica abbiamo adottato con somma gioia e che ciclicamente proviamo a consigliarvi di leggere. È un noir/thriller che ricorda le atmosfere di Twin Peaks, disegnato con un tratto alla Charles Burns; il terzo è il primo volume della ristampa del manga di Neon Genesis Evangelion, che se non sapete cos’è, probabilmente siete persone che non voglio conoscere.
La terra di Tanabata vol. 1 (RW-Goen). Primo volume (di quattro) per questo manga di Hitoshi Iwaaki, che forse ricordete per Eureka, Historiae e L’ospite inatteso. Il concetto su cui si basa la storia è DAVVERO troppo difficile da spiegare per me, che non ho mai neanche capito cosa fosse il momento angolare quando andavo al liceo, quindi lascio che sia il comunicato stampa a spiegarlo per voi:
La terra di Tanabata è una miniserie molto particolare che narra di alcuni umani con l’abilità di negare una sfera di realtà, cioè sono in grado di annullare una regione sferica dello spazio con tutto ciò che essa contiene, rimuovendola semplicemente dall’esistenza. A causa di ciò il loro aspetto si altera facendoli apparire come orribili alieni, con un enorme occhio sulla fronte.
In pratica è la storia di cosa mi piacerebbe fare quando mi capita di passare per Corso Como al sabato sera.
Strangers in Paradise vol. 6 (Bao Publishing). Ultimo volume per uno dei fumetti più rappresentativi degli anni ’90 (e oltre), la più importante opera di Terry Moore.
Buck Danny Classic vol. 1 (Nona Arte). Nona Arte pubblica le storie del pilota di aerei Buck Danny mai narrate dai suoi creatori, Charlier e Hubinon. Gli autori sono l’ex-pilota Frédéric Zumbiehl e Jean-Michel Arroyo. Io mi fido poco della qualità di storie di combattimenti aerei in cui non c’è neanche una scena di sfide passivo-aggressive a petto nudo a beach volley, però fate voi.
Dall’estero:
Baba Yaga’s Assistant (Candlewick Press). Il libro che segna il debutto (come disegnatrice) sulla lunga distanza del graphic novel per Emily Carrol, specialista dell’horror (il suo Through the Woods è proprio un bel libretto, ha pure vinto un Eisner, dovreste darci un’occhiata). La storia è invece di Marika McCoola (miglior nome evah?), che si è ispirata alle leggende del folklore slavo.
The Comics of Joe Sacco: Journalism in a Visual World (University Press of Mississippi). Edito da Daniel Worden, sono 272 pagine di saggi su Joe Sacco, il più importante esponente del cosiddetto graphic journalism. Sembra un libro moooolto interessante, però il prezzo è una sassata (60 dollaroni) e forse conviene aspettare l’edizione economica che di solito viene pubblicata qualche mese dopo.
Hey, qui il nostro sommo direttore un po’ di tempo fa ha intervistato proprio Joe Sacco!