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RecensioniNovitàL'ultima avventura di Wolverine

L’ultima avventura di Wolverine

La serie Gli eredi di Wolverine si è conclusa qualche settimana fa. All’interno dell’ultimo numero, oltre all’intervista fatta al creatore di Wolverine, Len Wein, sono presenti due storie: la prima ha come protagonista Ciclope e si concentra sul suo rapporto con Logan, avversario e rivale in amore, ma soprattutto compagno di tante battaglie. La seconda è scritta dal creatore di Rambo, David Morrell (recentemente già autore di una storia su The Amazing Spiderman). La prima storia, intitolata Tu, è scritta da Jeff Loveness e disegnata da Mario Del Pennino. Il racconto è breve: una piccola carrellata di ricordi che si conclude con un omaggio fatto da Ciclope all’amico Logan, scomparso in conclusione della mini-saga La morte di Wolverine (di cui abbiamo parlato qui).

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© Marvel Comics / Panini Comics

Ma è la seconda storia, intitolata L’ultima avventura di Wolverine e scritta da David Morrell per i disegni Jonathan Marks, a essere quella davvero interessante. Teoricamente avrebbe anche una certa rilevanza storica per la continuità narrativa del personaggio, visto che proprio il titolo la descrive come l’ultima avventura di Wolverine prima della sua morte (anche se in fin dei conti è una storia di contorno). Il peso di una penna di qualità, come quella dello scrittore e ideatore del personaggio di Rambo, si nota. Wolverine è in fuga nelle foreste canadesi: «Pochi mesi prima di morire alcune drammatiche circostanze lo hanno riportato tra i monti della sua giovinezza, dove un tempo è vissuto come un animale». Ora è cacciato da soldati mercenari che vogliono il suo corpo, perché anche se diventato mortale è un’altissima fonte di potere e interessi.

Forse, e non a caso, proprio in quella che sarà la sua ultima avventura Wolverine torna nelle terre dove in passato è vissuto in mezzo ai lupi, a contatto con la natura, mostrando il suo aspetto più selvaggio: a metà strada tra uomo e un animale. La storia di Morrell aspira alle atmosfere de Il richiamo della Foresta di Jack London. I disegni di Jonathan Marks in alcune vignette sono dei tratti appena accennati, i colori di José Villarubbia tratteggiano i profili dei personaggi e degli ambienti quasi pennellandoli, imprimendo colori freddi e scuri, perfetti per rappresentare le foreste canadesi. I disegni e i colori danno il tocco decisivo a una storia che parla di uomini e natura, di purezza contro interesse.

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© Marvel Comics / Panini Comics

Wolverine, braccato dagli uomini, fugge nella foresta dove s’imbatte in un branco di lupi aggressivi dai quali cerca di difendersi. Tira fuori i suoi artigli di adamantio per allontanarli quando, dagli alberi, spunta un lupo solitario col quale condividerà un pezzo di questa sua ultima avventura. «Nel branco non c’è posto per la debolezza», ricorda Logan. «Non ti conviene starmi vicino, arrivano i guai», ammonisce il lupo solitario mentre il branco feroce si rifà vivo, «hai scelto di farti proteggere dall’uomo sbagliato». Ma è il lupo a proteggere Wolverine: lo conduce verso un luogo riparato, cancella dalla neve le tracce del suo sangue e caccia il cibo. Logan addenta un coniglio morto dividendolo col lupo, è tornato animale. Infreddolito e sofferente per le ferite subite, ma in compagnia di una bestia con cui condividere le difficili condizioni della natura selvaggia, riflette su di sé e sulle differenze tra uomo e animale. «Molto tempo fa, quando vivevo tra queste montagne, ero quasi del tutto un animale. L’unico male erano la fame e la malattia. Il branco voleva ucciderti perché sei debole e non fornisci alcun contributo». Ma «gli umani che m’inseguono vogliono uccidermi perché qualcuno li paga». Logan perciò si chiede: «Cos’è peggio?». E tra uomo e animale fa una scelta: «Preferirei essere un animale». Per quanto il branco sia selvaggio e senza pietà ragiona su istinti, senza alcun retropensiero o logica di potere ed interesse. Gli animali sono puri, gli uomini no. Questa è la conclusione a cui arriva Wolverine.

E sul finire Logan ritrova in se stesso le sue vere origini, torna a contatto con la propria natura animale e sente il richiamo della foresta. «Loro uccidono affinché il branco possa sopravvivere. Voi uccidete per denaro o piacere», dice Wolverine in una delle ultime vignette. Una storia che ci riconcilia col mondo della natura, e con le nostre origini primordiali.

Wolverine n. 312 (Gli eredi di Wolverine n. 8)
di David Morrell e Jonathan Marks
Panini Comics, 2015
48 pagine, 2,90 €

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