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Mondi POPAnimazioneOne Punch Man: uno degli anime più interessanti dell'anno

One Punch Man: uno degli anime più interessanti dell’anno

Con l’avvicinarsi del nuovo anno, la stagione anime autunnale è ormai agli sgoccioli. A questo giro non sono state molte le novità degne di nota, tanto che viene quasi da chiedersi se un prodotto come One Punch Man non sia stato piazzato strategicamente, proprio per tener fede al suo nome e sbaragliare in un colpo solo la concorrenza. Non è azzardato affermare che si tratta di una delle serie più interessanti dell’anno, e probabilmente la più riuscita della stagione. Ma il fatto che sia stata una vittoria facile non significa che non sia meritata.

one punch man

La storia di One Punch Man ha inizio sul web nel 2009, quando il fumettista amatoriale, noto col nickname ONE, pubblica sul suo sito il primo capitolo di un webcomic che vede protagonista un supereroe “uomo medio” dalla testa pelata. Il successo delle sue avventure (si parla di una media di 20.000 visite al giorno) è tale che, nel 2012, la casa editrice Shueisha si accaparra un accordo per realizzarne un vero e proprio manga, ottimamente (ri)disegnato da Yusuke Murata e pubblicato in forma sia digitale che cartacea – in arrivo anche in Italia, per Planet Manga, a partire dal maggio 2016.

Come da copione, non poteva mancare una trasposizione animata, che esordisce nell’ottobre 2015 e porta la firma di Madhouse, studio che ha all’attivo un catalogo praticamente infinito di serie e lungometraggi famosissimi, da Death Note a Wolf Children, passando per la filmografia di Satoshi Kon e molto altro. La regia è affidata a Shingo Natsume, già braccio destro di Shinichiro Watanabe nel demenziale Space Dandy e con alle spalle anni di esperienza come key animator in innumerevoli serie d’azione.

Scelta azzeccata, visto che le premesse dello shonen d’azione di stampo classico ci sono tutte. In un mondo popolato da mostri, alieni e demoni, in cui le catastrofi sono all’ordine del giorno e i supereroi incaricati di contrastarle sono organizzati in un Ordine dalle regole ferree, assitiamo alle gesta di Saitama, un uomo ordinario dotato di un potere straordinario. Fin qui, tutto regolare.

Se non che l’eroe, per una volta, è un tipo ordinario per davvero: va per i trent’anni, non ha un lavoro, trascorre le sue giornate in casa a leggere fumetti indossando boxer e magliette orribili, è apatico e svogliato, non ha l’ombra di un muscolo né di un capello. Insomma, non proprio un campione di carisma.

Per contro, anche il suo potere è veramente straordinario: possiede una forza sovrumana che gli permette di mettere K.O. qualsiasi nemico con un singolo pugno. Qual è l’origine di tanta potenza? Nessuna mutazione genetica o misterioso incidente: a suo dire, si è semplicemente allenato tutti i giorni, fino a diventare calvo per lo sforzo.

Il dramma è che ora non riesce a trovare un avversario in grado di tenergli testa o anche solo di metterlo in difficoltà, e questo fa di lui il supereroe più forte ma anche il più annoiato della terra. A fargli da contraltare c’è il suo allievo diciannovenne Genos, colui che in circostanze normali sarebbe stato il protagonista. Trasformato in cyborg da uno scienziato pazzo, è un bishonen bionico superaccessoriato, bello e valoroso, dedito alla causa e con un talento per i discorsi drammatici. Entra di prepotenza nella schiera dei supereroi di classe S – la più elevata, mentre il menefreghismo di Saitama gli vale una modesta posizione in classe C – ed è la recluta più promettente del momento, stimato dai colleghi e venerato dalle masse alla stregua di un idol.

Gli attacchi nemici che si susseguono senza sosta sono la scusa che dà vita a una sfilata di personaggi tanto improbabili quanto meravigliosi, pescati da ogni angolo dell’immaginario shonen. Ci sono energumeni in canotta dai lineamenti rudi, samurai solitari, ninja superveloci, cavalieri dai poteri cosmici, maestri di arti marziali custodi di tecniche leggendarie, omaccioni effeminati che si trasformano con coreografie degne di Sailor Moon, giganti distruttori, alieni palestrati e combattenti dai capelli a punta. Insomma, non manca proprio nessuno. Eppure, Saitama continua ad annoiarsi. Gli altri eroi discutono, complottano, tramano nell’ombra, si scontrano, si alleano contro il temibile nemico di turno, ma inutilmente. È sempre il superpugno di Saitama a decretare, in pochi e anticlimatici istanti, la vittoria del bene contro il male. E poi si torna a casa, a mangiare ramen precotti.

one punch man

Insomma, ci troviamo di fronte a una divertente e divertita presa per i fondelli di quel meccanismo, tipico del genere, per cui la potenza del nemico è direttamente proporzionale alla lunghezza dei preamboli che precedono lo scontro vero e proprio. Certo, quando una serie che si regge sul presupposto che il protagonista avrà sempre e comunque la vittoria assicurata, il  rischio di  ripetitività è altissimo. Ma a ben vedere, non si potrebbe forse dire lo stesso per le eterne saghe dei ninja, combattenti e cavalieri di cui sopra?

In fondo ciò che da sempre determina il successo di questo tipo di prodotti è che non conta il punto d’arrivo, ma godersi il viaggio. E quello di One Punch Man è un viaggio che vale la pena intraprendere, perché si ride di gusto. Il merito va anche all’ottima realizzazione, che ne fa un esempio di prodotto giusto finito nelle mani della persona giusta: Natsume si diverte un sacco, e fa divertire anche noi. Le animazioni sono volutamente old school, prive di unitili virtuosismi, disseminate di citazioni e strizzatine d’occhio che rasentano la genialità.

Il risultato è un anime riuscitissimo e divertentissimo, che sembra fatto apposta per tutti quelli che almeno una volta si sono ritrovati a pensare «ok, ma se iniziassero a combattere invece di stare lì a contarsela, a quest’ora la serie sarebbe già finita». Ossia, diciamocelo, più o meno tutti. La serie – in attesa di leggere anche il manga ‘originale’ a maggio 2016 per Planet Manga – è composta da dodici episodi ed è reperibile in contemporanea con la messa in onda giapponese su VVVVID.it, con sottotitoli italiani a cura di Dynit.

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