Taddei e Angelini, da Anubi a Malloy [Intervista]

Come abbiamo riportato, durante il Napoli Comicon, Panini Comics ha annunciato la pubblicazione nel 2017 di Malloy, gabelliere spaziale, il nuovo lavoro di Marco Taddei e Simone Angelini, sotto l’etichetta Panini 9L.

Gli autori di Anubi (QUI la nostra recensione) hanno creato una storia scanzonata e avventurosa che avrà per protagonista proprio il gabelliere spaziale che dà titolo al volume. Nel corso del Comicon, abbiamo avuto la possibilità di parlarci e di raccogliere maggiori informazioni sul loro prossimo graphic novel.

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Allora, per iniziare: chi è Malloy?

Taddei: Il nostro protagonista è un uomo pelato, pieno di cicatrici, vestito alla moda. Fa il gabelliere spaziale, che sarebbe un esattore delle tasse nello spazio. Quello della riscossione delle tasse è un tema attuale, però i nostri gabellieri riscuotono con stile, e Malloy è il migliore tra loro.

Angelini: Tra l’altro si tratta di un personaggio che avevamo già usato all’interno di una storia breve. E questo fa parte del nostro piacere e divertimento nell’espandere gli universi creativi.

Quali sono i riferimenti e le ispirazioni che avete usato per questa storia? E quanto ha in comune e di differente rispetto ad Anubi?

Taddei: Direi la fantasia sfrenata, perché la fantascienza è solo una veste che diamo alla storia di Malloy per poter fare delle scelte bislacche. Il mondo di Malloy è ricco e ipertrofico, molto simile a quello di Anubi, e poi il nostro protagonista è scanzonato ma non cazzone. Però allo stesso tempo si differenzia da Anubi perché parla in maniera metaforica di come va il mondo, la sua condizione disastrosa. Mentre Anubi parla dello stato emotivo delle persone, è una storia più intimista.

Angelini: Tra le nostre ispirazioni per Malloy c’è la protofantascienza e le ricerche dei sovietici. Mentre a livello grafico i riferimenti vanno, per dirne alcuni, dal brutalismo e decostruttivismo alle pensiline sovietiche dei bus. Tutti questi elementi mi hanno permesso di sviluppare un Malloy 2.0, diverso dalla prima storia di 16 pagine nella quale lo abbiamo presentato. Ci sarà una ricercatezza nella grafica e nello sviluppo della storia chiaramente molto più dettagliata e come in B-Comics sarà a colori

Lo sfruttare l’idea dell’universo espanso vi accomuna a un altro fumettista (e non solo), ovvero Kevin Smith. Voi avete in qualche modo lavorato su una sua opera, vero?

Angelini: Sì, è vero. Abbiamo fatto una rivisitazione illustrata del film Clerks  uscita su This is not a Love Song. Si tratta di una storia che abbiamo elaborato reinterpretando il film tramite quindici fotogrammi. Abbiamo approfittato di questa occasione per inserirci dentro anche i personaggi di Anubi, rappresentati all’interno delle vignette proprio mentre stanno guardando Clerks.

Taddei: Il fatto di poter creare un nostro universo creativo e poterlo espandere è una delle cose che più ci appassiona e ci spinge a fare fumetti. Questa cosa dà tridimensionalità ai nostri personaggi e alle nostre storie. Allo stesso modo fa Kevin Smith, che è un personaggio che ci fa tanta empatia. Uno che vende i propri fumetti per prodursi il suo primp film, per poi ricomprarseli dopo il successo della pellicola, è un grande già solo per questo motivo.