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Le illustrazioni di Daniele Serra nel film tratto da “Cell” di Stephen King

di smoky man

Il prossimo 13 luglio verrà distribuito nelle sale italiane il film Cell, diretto da Tod Williams e basato sull’omonimo romanzo di Stephen King. Per l’arredo di alcune location della pellicola sono state utilizzate diverse illustrazioni del fumettista e illustratore italiano Daniele Serra. L’autore ha all’attivo numerose pubblicazioni come copertinista di romanzi horror per case editrici anglofone specializzate nel genere, ha disegnato una miniserie per la Image Comics e tra i suoi lavori più recenti c’è l’adattamento a fumetti di un racconto di Joe R. Landsale, pubblicato in Italia da Edizioni BD.

Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare come è nata la sua collaborazione al film e per parlare dei suoi progetti, passati e futuri.

daniele serra cell stephen king
Daniele Serra di fianco a una sua opera

Come è nato il tuo lavoro per il film Cell, come si è sviluppato?

Circa due anni fa sono stato contattato dalla produzione del film perché erano interessati a utilizzare delle mie illustrazioni per il set dressing dell’appartamento del protagonista, interpretato da John Cusack, che è un disegnatore. È nato tutto per caso: non avevo nessun contatto o persone all’interno del film e quindi mai avrei pensato che John Collins, il production designer, mi conoscesse.

Immagino che per te, cultore dell’horror, essere associato a un lavoro di Stephen King sia stata un’emozione non da poco…

Beh è stata una soddisfazione incredibile, anche perché, come detto, del tutto inaspettata.

Sono da sempre un lettore di King e un fan di Cusack e Jackson quindi è stato davvero bellissimo. Inizialmente quando mi contattò la produzione non pensavo assolutamente si trattasse dell’adattamento ufficiale tra l’altro sceneggiato proprio da Stephen King, quindi inizialmente pensai si trattasse di una produzione indipendente. Mi capita di collaborare per poster di film e cose simili, ma quando mi specificarono che si trattava del film ufficiale e mi dissero gli autori coinvolti, devo ammettere che per un attimo mi mancò il respiro.

cell stephen king daniele serra
Un fotogramma da ‘Cell’ in cui si vede un dipinto di Daniele Serra

Hai realizzato dei lavori appositamente per il film?

Purtroppo i tempi erano strettissimi infatti dovevano girare le scene le settimane seguenti quindi si è optato per utilizzare tavole già pronte.

Come le hai scelte? Hai ricevuto delle indicazioni particolari?

Non ci sono state indicazioni particolari, quindi visto che pochi mesi prima era uscito il mio art book Veins and Skulls ho pensato di utilizzare alcune di quelle immagini. Sono piaciute e così me ne hanno chiesto una ventina; in verità in quei giorni sono riuscito a realizzare un’illustrazione appositamente per il film: mi sembrava bello e divertente come ricordo di quell’esperienza.

Curiosità tecnica: sul set sono state utilizzate le tavole originali o si tratta di stampe? Sempre che si tratti di opere analogiche e non di materiale già in origine in digitale…

Sono state utilizzate stampe, si tratta di opere analogiche ma ho spedito i file ad alta risoluzione per un discorso di comodità e velocità.

Per i tuoi lavori di norma che tecnica utilizzi? Tutto analogico?

Sì, tutto analogico e quest’ultimi due anni utilizzo praticamente solo una tecnica: l’acquarello. Quando ho iniziato invece la colorazione la facevo al computer. Diciamo che rispetto all’andamento di questi ultimi anni in cui molti disegnatori stanno passando al digitale, io ho fatto il percorso inverso: ora lavoro senza l’ausilio del computer e trovo la cosa ogni giorno che passa sempre più stimolante e passionale. Detto ciò, non ho alcun tipo di problema con le opere lavorate al computer, penso siano tecniche diverse, ma il risultato finale è quello che conta: il mio è solo un discorso molto personale legato al mio amore per gli strumenti analogici.

cell daniele serra stephen king
Un originale di Daniele Serra che compare come arredo sul set di ‘Cell’

Sei noto e apprezzato soprattutto per le tue illustrazioni horror e gotiche che hanno spesso abbellito le copertine di libri e dischi in giro per il mondo, soprattutto per il mercato anglofono. Da dove nasce questa tua predilezione, evidente, per un “genere”, per un “mood” così specifico?

Penso che ognuno abbia una propria sensibilità, alcune cose che sente più vicine e più congeniali. Io preferisco ad esempio un albero spoglio a un albero in fiore, mi dà più emozioni. Lo stesso discorso si può allargare per tutto quello che concerne l’arte: sento più vicine a me le immagini romantiche decadenti, oscure e in generale quelle che inquietano in maniera emotiva però non gratuita. Diciamo che mi piace l’idea di poter lavorare come illustratore di genere. Amo da sempre la letteratura e il cinema di genere quindi potermi cimentare con l’horror, la fantascienza e il fantastico è per me fonte di grande felicità.

In Italia abbiamo visto pochi tuoi fumetti e sempre in coppia con scrittori di romanzi, come Marcello Fois per Carne (Guanda, 2012) o il recente Fidati, è amore (Edizioni BD, 2015) con Joe Lansdale. Come è il tuo rapporto col fumetto? Come è stato lavorare con questi scrittori?

Sicuramente il Fumetto è una forma d’Arte che mi ha sempre affascinato, quindi appena ho la possibilità e trovo il progetto interessante sono ben contento di fare fumetti. Il fatto che in Italia siano uscite soltanto due miei lavori in collaborazione con scrittori di romanzi penso sia un caso, spero che in futuro verranno tradotti altri fumetti che ho fatto con non romanzieri. Anche perché l’approccio in quei due casi èstato molto diverso dal solito. Infatti con Fois e Lansdale ho adattato io la loro storia a fumetti. È stato un lavoro molto impegnativo e per me più gratificante perché mi ha permesso di “vivere” la storia maggiormente avendo la possibilità di sceneggiarla e costruirla secondo le mie corde. Con tutti e due mi sono trovato benissimo e spero in futuro di ripetere l’esperienza.

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Una tavola da ‘Fidati, è amore’

Ti piacerebbe fare più fumetti oppure ritieni che il tuo ambito ideale sia l’illustrazione?

Diciamo che da sempre vivo in una sorta di equilibrio instabile per quanto riguarda fumetto e illustrazione. Probabilmente mi sento più a mio agio nel campo dell’illustrazione, ma ogni volta che lavoro per molto tempo solo a quello subentra l’esigenza di fare un fumetto! E avviene esattamente il contrario quando lavoro su un fumetto per molto tempo: sento l’esigenza di cimentarmi nell’illustrazione!

A cosa stai lavorando al momento? Progetti futuri?

Ho appena finito un libro illustrato con la scrittrice inglese Alison Littlewood, ho parecchie cover per libri in progress e un fumetto per l’estero. Sto per iniziare un nuovo fumetto di Hellraiser per Clive Barker. Ci sarebbe anche una novità italiana ma è ancora… top secret.

A pensarci bene, considerando il tuo stile e la recente apertura anche a segni meno classici da parte di Dylan Dog per il Color Fest, non sarebbe male vederti alla prese con una copertina dell’Indagatore dell’incubo o, perché no, su una sua storia… ti piacerebbe?

Sono cresciuto con Dylan Dog quindi sono molto legato a questo personaggio a livello emotivo. Non so se sarei all’altezza ma sarebbe molto bello.

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