Roz Chast, la disegnatrice ‘icona’ del New Yorker

Rosalind “Roz” Chast non è un nome particolarmente noto in Italia. Eppure si tratta di una delle più complesse e distinte voci del fumetto americano degli ultimi quarant’anni. Un’autrice capace di ricreare sulle sue tavole l’ansietà, la bellezza e i pericoli della vita quotidiana.

roz chast disegnatrice new-yorker
Roz Chast (Credit: Bill Franzen/Salon)

Vignettista al servizio come ‘staff cartoonist’ per il New Yorker – uno dei simboli del giornalismo culturale statunitense, celebre per la sua attenzione alla letteratura ma anche all’illustrazione contemporanea – Rosalind Chast nasce il 26 Novembre 1954 a Brooklyn. Figlia di George ed Elizabeth Chast, deve a loro la propria prematura passione per il disegno, dato che, come ha affermato:

I miei genitori avevano già quarant’anni quando nacqui, ero solo una bambina e molti dei loro amici non avevano figli, così per tenermi occupata e calma mi forzavano a disegnare qualcosa che mi piacesse dicendomi: «Qui ci sono fogli e colori. Ora silenzio!». E io mi divertivo così.

Spinta dalla volontà dei propri genitori, Rosalind Chast ha dedicò quasi tutta la propria gioventù agli studi, frequentando e diplomandosi con ottimi voti alla Midwood High School a Brooklyn e coltivando, intanto, la sua passione per il disegno vignettistico. Il Kiwanis Club fornì a Roz la sua prima affermazione artistica quando vinse il concorso indetto dal club per il miglior poster sul tema “Onora l’America”; la giovane disegnatrice, partecipando quasi per scherzo, vinse il primo premio con un disegno rappresentante un gruppo di persone in piedi in strada con scritto sopra le loro teste “Honor America”.

La sua carriera accademica, sempre contraddistinta da ottimi voti, la portò a frequentare prima il Kirkland College (che poi si fuse con l’Hamilton College) e in seguito la Rhode Island School of Design, ricevendo il BFA in pittura nel 1977 perché, dice lei: «Mi sembrava più artistico». Subito dopo la laurea fece ritorno a New York, dove ricominciò a disegnare cartoni animati, genere a lei più congeniale.

roz chast gifts from the house of low goals

Le sue prime vignette furono pubblicate sulla rivista Christopher Street e su The Village Voice, e successivamente, con grande sorpresa della stessa autrice, “Roz” cominciò a lavorare per le pagine del New Yorker. L’autrice ha affermato in un’intervista:

Non avevo mai pensato che avrei fatto vignette per il New Yorker. Non pensavo che i miei disegni fossero commercialmente validi. Quando i miei genitori mi spinsero ad inviare i miei lavori pensai soltanto: cosa ho da perdere? Non avevo molte speranze.

Contrariamente alle basse aspettative, il suo primo lavoro per la rivista fu pubblicato nel 1978 durante la direzione editoriale di William Shawn, all’età di 24 anni, e in quasi trent’anni di carriera oltre 800 vignette hanno trovato la loro collocazione nelle pagine del famoso giornale. In poco tempo Chast divenne una delle artiste più versatili del New Yorker e una delle migliori scrittrici del giornale. Le sue vignette mescolavano archeologie e sensibilità urbane e suburbane insieme, riuscendo ad esprimere in modo icastico l’ansietà, le difficoltà, le tristezze, ma anche la gioia e la bellezza della vita quotidiana, senza retorica o sbavature. I suoi soggetti appartenevano spesso alla vita domestica e alla famiglia, e infatti “Little Thing”, il suo primo lavoro per la rivista, rappresentava in modo surrealistico una collezione di piccoli oggetti con nomi strani, come “Chent”, “Spak”, e “TIV”.

Oggi la matita del New Yorker pubblica anche per Scientific American, Harward Business Review, Redbook e Mother Jones.

Durante gli anni della sua carriera ha scritto e illustrato oltre una dozzina di libri per bambini e adulti, tra cui Unscientific AmericansParallel UniversesMondo Boxo, Too Busy Marco, What I Hate From A To ZProof of Life on EarthThe Four Elements and The Party After You Left: Collected Cartoons 1995–2003 (Bloomsbury, 2004). Nel 2006, è stato pubblicato Theories of Everything: Selected Collected and Health-Inspected Cartoons, 1978–2006, raccogliendo la maggior parte delle sue vignette provenienti dal New Yorker e altri periodici. Nel 2007 ha collaborato con Steve Martin sul libro per bambini dal titolo The alphabet from A to Y with bonus letter Z.

Il suo stile di disegno rifugge molte convenzioni nella composizione e negli stilemi della illustrazione editoriale, evitando di rispettare l’ordine e la perfezione della figura, della prospettiva e dell’ombreggiatura. Questo approccio si avvicina, piuttosto, a quello di altri fumettisti quali Aline Kominsky-Crumb, Matt Groening o Lynda Barry. Particolare caratteristica dei lavori di Chast sta nell’apparizione di una parte significativa del suo umorismo in “cartoni” posti sullo sfondo e agli angoli dei riquadri quasi a voler utilizzare, anche in modo caotico e confuso, tutti gli spazi a sua disposizione.

roz chast cambiamo argomento, per favore?

La lista dei premi ricevuti in carriera è davvero di quelle di prim’ordine. Dal prestigioso Honorary Doctorate of Fine Arts del Pratt Institute nel 1998, passando per l’Art Festival Award del Museum of Cartoon and Comic Art nel 2004, il Delivered the Gail Silver Memorial Lecture della Rhode Island School of Design nel 2003, Honoree della Brooklyn Public Library Foundation nello stesso anno, il Montgomery Fellow alla Dartmouth University nel 2007, l’Honorary Doctorate of Fine Arts conferito dalla Lesley University/Art Institute of Boston nel 2010, l’Honorary Doctorate of Arts del Dartmouth College nel 2011, il premio New York City Literary Award for Humor l’anno successivo e ancora la nomina all’Inductee, American Academy of Arts and Sciences nel 2013 fino al Reuben Award for Best Gag Cartoon nel 2013. I suoi lavori sono stati dunque apprezzati nei più diversi ambiti di applicazione del disegno, facendone non solo uno dei talenti più interessanti del mondo del fumetto, ma anche un vero e proprio caso letterario. E’ quanto accaduto nel 2014 con il suo graphic novel dal titolo Can’t We Talk About Something More Pleasant?, vincitore nel 2014 del Kirkus Prize e, nello stesso anno, del National Book Critics Award.

Il libro, che ha avuto un enorme successo in America, garantendole nel 2015 il Reuben Award indetto dalla National Cartoonists Society come ‘Cartoonist of the Year’, è stato tradotto in Italia da Rizzoli Lizard con il titolo Cambiamo argomento, per favore?.

Can’t We Talk About Something More Pleasant? è un graphic memoir che combina fumetto, testo e fotografie. Il suo oggetto è un racconto della vecchiaia condotto con ironia, attraverso gli occhi di una figlia che decide di accompagnare i propri genitori lungo il tragitto ultimo della propria esistenza. La storia è ispirata alla vita dell’autrice, che ha sempre rifiutato l’idea che i suoi genitori sarebbero prima o poi venuti a mancare. Raggiunta la consapevolezza della morte, Chast avvia una serie di riflessioni comiche sull’argomento, spesso provocando la reazione scocciata dei suoi, che vorrebbero solo parlare di argomenti meno deprimenti. Da qui il titolo del romanzo grafico. Sul libro “Roz” si è espressa così:

Scrivere questo libro è stato un modo per ricordare, non una catarsi. Per me la catarsi è volersi sbarazzare di qualcosa. Io volevo ricordare i miei genitori, la loro vita, le loro esperienze prima della morte.

Rosalind Chast, divenuta negli ultimi anni un caso letterario di livello internazionale divulgato ormai anche in Italia, è una mano capace di comunicare con eccezionale efficacia temi appartenenti alla quotidianità e alla vita comune, non rinunciando, grazie al proprio estro e al proprio stile grafico, all’utilizzo di elementi e aspetti appartenenti all’universo surrealistico e fantastico. Un mix particolare e stravagante che impreziosisce i temi trattati dall’autrice, rendendoli allo stesso tempo leggeri e stimolanti. In questa straordinaria capacità sta, probabilmente, il segreto del successo di “Roz”.