Il sommo poeta scrisse: “l’amor che move il sole e l’altre stelle”. I Beatles cantavano All you need is love. Generazioni di scrittori, musicisti, pittori, artisti, dai trovatori del basso medioevo ai surrealisti, hanno trascorso la propria esistenza convinti che l’amore fosse la ragione ultima dell’esistenza. Questo sentimento, che da sempre caratterizza l’arco vitale di ogni individuo, presentandosi in modi e forme diverse, si distingue tra gli altri per intensità e forza.
Ma quante volte l’amore può colpirci? Stefano Simeone risponde a tale quesito con il suo nuovo graphic novel, Diciottovoltevirgolatre (il tonno, la tigre, il tempo), raccontando la vita di Francesca e tutte le volte che il suo cuore si è fermato per un istante.
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Simeone, classe 1985, è un talentuoso autore del panorama fumettistico italiano. Con la sua opera d’esordio, Semplice (Tunué, 2012), ha conquistato il premio Romics 2013 come “Miglior libro italiano” e il premio Boscarato 2013 come “Autore Rivelazione”, nel 2013 ha pubblicato per Bao publishing il suo secondo graphic novel, Ogni piccolo pezzo. Diciottovoltevirgolatre – sempre edito da Bao – è il suo terzo lavoro.
La storia inizia con la nascita di una bambina poco più pesante di “due chili scarsi e un chewingum morbido“, ed è lì, nella stanza d’ospedale in cui emette il primo vagito, che Francesca s’innamora per la prima volta, com’è d’obbligo, della propria madre. Da quel momento in avanti, Simeone descrive in modo coerente le varie fasi della crescita della ragazza, attraversando le fantasie bambine, gli scontri adolescenziali, le difficoltà della vita e, infine, la serenità della vecchiaia. Escludendo l’unico elemento fantastico del racconto, citazione a Calvin e Hobbes, avvertibile nel rapporto tra Francesca e il suo pupazzo-tigre Beatigre, ciò che Simeone racconta non sono altro che le esperienze di una persona qualunque, dal carattere un po’ particolare, governate dalla ciclicità della vita.
Il graphic novel si presenta come un perfetto esempio di romanzo di formazione, percorrendo dalla nascita alla morte la storia di Francesca. Il tempo della narrazione è scandito dalle quasi diciannove volte in cui la protagonista si è innamorata, permettendo così che la storia si focalizzi sui momenti più importanti della sua esistenza, quelli che l’hanno caratterizzata permettendole man mano di evolversi e di crescere.
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Si nota la volontà dell’autore di sottolineare la grandezza del sentimento d’amore, che può essere indirizzato non solo a persone, ma anche a luoghi, situazioni, paesaggi, ricordi. Francesca s’innamora per diciotto volte, non sempre con la stessa intensità. Ci sono amori che durano poco, che sono solo di passaggio e restano soltanto un numero, ci sono persone – compresi amici e parenti – o sogni, invece, di cui ci si innamora perdutamente. Infine, ci sono volte in cui non ci s’innamora del tutto, ma solo un po’, eppure tanto basta a cambiare per sempre l’esistenza di una persona. Ecco spiegato il virgola tre del titolo.
Il personaggio di Francesca viene analizzato in modo completo: le sue insicurezze, le sue paure, ma anche i suoi desideri e le sue ambizioni vengono messe a nudo in modo velato ma pungente. Simeone è in grado, con grande abilità narrativa – segno di una continua maturazione nel tempo –, di scavare a fondo nella psiche della protagonista, costruendo un’opera interessante e dal forte impatto emotivo.
Degni di nota sono i momenti dedicati alla nascita e alla morte, contrapposti ma indispensabili, che nelle pagine di Diciottovoltevirgolatre si completano perfettamente. Molto efficace, inoltre, è il racconto del rapporto di Francesca con la figura paterna, assente fin dai primi giorni della nascita, sostituita da uno “zio pescatore” idealizzato come eroe e unico punto di riferimento della sua infanzia: una figura in sottofondo presente, in modo ora velato, ora deciso, in tutte le 300 pagine che compongono la storia.
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Nulla è certo in vita – tranne la morte stessa –, i contorni dell’esistenza non sono mai ben definiti. Simeone decide di tener fede a questo dogma con uno stile grafico del tutto nuovo rispetto ai precedenti lavori. Il disegno si fa volutamente confuso, il tratto rapido ma non per questo poco coinvolgente e d’impatto. L’inchiostrazione essenziale, a macchia, lascia diversi spazi bianchi creando un gioco di luci inaspettato: ogni capitolo della storia – e quindi della vita di Francesca – è caratterizzato da un colore principale e dalle sue varie gradazioni.
Le vignette all’interno della gabbia mutano spesso forma, con la volontà di rappresentare il dinamismo della vita stessa. I margini della tavola ora spariscono, ora s’intrecciano, e le singole scene vengono inserite in spazi più o meno larghi a seconda della necessità narrativa. Così, quando la storia scorre veloce, le vignette si fanno più piccole e si ha maggior predominanza di primi piani e mezzi busti, quando invece l’autore desidera che il lettore rimanga per più tempo su di una singola scena, essa riempie l’intero spazio della pagina arricchendosi di dettagli, dilatando il tempo.
Il terzo lavoro di Stefano Simeone riesce a capovolgere la quotidianità rendendola straordinaria; mette in risalto l’imprevedibilità dell’esistenza, trasformandola in un’avventura dove qualsiasi cosa, da un momento all’altro, può accadere. Soprattutto, Diciottovoltevirgolatre, lancia un messaggio importante: nonostante le avversità, gli imprevisti, le paure e i cambi di programma, vale la pena innamorarsi della vita stessa.
Diciottovoltevirgolatre (il tonno, la tigre, il tempo)
di Stefano Simeone
Bao Publishing, 2016
314 pagine, 22,00 €