Tutti i mercoledì negli Stati Uniti vengono pubblicate decine di albi a fumetti. Ogni Maledetta Settimana è la rubrica che tutti i venerdì, come un osservatorio permanente, racconta uno (o più) di questi comic book.
Siamo abituati da anni ai frequenti rilanci Marvel, ma questa volta il nuovo Marvel Now! (ce n’era già stato uno, nemmeno tanto tempo fa: stanno chiaramente finendo le etichette…) cade davvero troppo vicino alla ripartenza seguita a Secret Wars e intitolata All-New All-Different Marvel. Al punto che alcune serie erano partite da appena sei episodi e quindi non avevano ancora bisogno della spintarella di un nuovo numero uno per risollevare le vendite.
D’altra parte, si devono esser detti alla Marvel, a un Number One non si dice mai di no, e così ecco l’ideona della doppia numerazione: di Black Panther per esempio è uscito il numero 7, ma in copertina figura anche la grafica di Marvel Now #1 – per altro assai più vistosa di quella del numero 7. Se quindi il Marvel Now! non è un rilancio convenzionale, è comunque qualcosa di diverso dai brand che indicavano lo status degli albi e si usavano tempo fa, come Dark Reign o Manifest Destiny.
Cosa indica dunque questo nuovo Marvel Now! del contenuto delle serie? La risposta è il superamento di Civil War II – evento per altro ancora in corso e nemmeno vicino a finire visto che ne mancano ancora tre numeri. Le storie del Marvel Now! non hanno però direttamente a che vedere con la fine di Civil War II e non ne affrontano le conseguenze (con l’eccezione per ora di Infamous Iron Man, di cui parliamo in fondo all’articolo), semplicemente promettono di non essere legate all’evento e quindi di essere ottimi punti di partenza per i nuovi lettori. Questa almeno è la promessa, ma è davvero così? Vediamo le serie finora lanciate o rilanciate una per una.
Champions
È la serie che riunisce i giovani eroi Marvel, prima parte degli All-new All-different Avengers o solisti e ora intenti a formare un proprio gruppo con uno spirito diverso, più attento ad aiutare la gente comune e a ritrovare una giustizia pura e ideale. La serie è sceneggiata da Mark Waid e disegnata da Humberto Ramos, con chine di Victor Olazaba e colori di Edgar Delgado. Pare un progetto classicamente moderno e abbastanza godibile, che riesce a evitare di raccontare dettagli sul finale di Civil War II, ma in compenso fa capire piuttosto chiaramente alcuni sviluppi conclusivi della serie The Vision di Tom King. Sarebbe stato meglio ritardare il lancio della serie almeno di un mese, ma forse la Marvel sente la pressione del successo del Rebirth della DC Comics…
Jessica Jones
Strano ci sia voluto tanto: con il successo della serie televisiva era davvero un’anomalia che non tornasse in una propria testata la cocciuta super-detective Jessica Jones, d’altra parte la protagonista nel fumetto è anche una madre. Proprio dallo sciogliere questo nodo parte Bendis che, di nuovo affiancato da Michael Gaydos e Matt Hollingsworth, mostra Jessica decisa a non rivelare a chi ha affidato la piccola Danielle e a riprendere la propria attività di investigatrice privata. Cosa sia successo tra lei e il compagno Luke Cage è un mistero che sarà affrontato nel secondo numero. Il ripescaggio delle atmosfere della serie originale sembra aver funzionato, toni adulti inclusi, e Jessica Jones è una delle novità più interessanti del Marvel Now!
Cage!
L’attesa e poi dimenticata e poi di nuovo attesa miniserie di Genndy Tartakovsky su Luke Cage vede finalmente la luce, ma si tratta di una storia ambientata nel passato del personaggio, dunque l’etichetta Marvel Now! è davvero discutibile. Il che nulla toglie al progetto: è una gioia poter finalmente rivedere l’autore di Samurai Jack alle prese con qualcosa che non sia in 3D e gli permetta di scatenarsi con l’azione disegnata e sopra le righe. Qui un’anteprima.
Doctor Strange
Il mago supremo, con un film alle porte, non poteva non essere coinvolto nel Marvel Now! che per lui è iniziato con il numero 12 uscito a inizio ottobre. Ovviamente l’ottimo team composto da Jason Aaron, Chris Bachalo, Tim Townsend e Antonio Fabela non perde l’occasione di reintrodurre Baron Mordo, ossia uno dei personaggi della versione cinematografica e l’arcinemico di Strange a fumetti. Se al cinema Mordo sarà però un alleato un po’ ambiguo – almeno a quanto si è capito – qui viene ripresa la caratterizzazione da villain a tutto tondo, al servizio del terribile Dormammu. La vicenda ha luogo dopo la lunga battaglia di Strange contro l’Empirikul, che ha quasi eliminato la magia dalla Terra e ha lasciato il mago molto indebolito, cosa di cui approfittano i suoi avversari come quelli già citati e pure Incubo e Satana. In questo caso l’etichetta del rilancio è abbastanza giustificata perché la serie reintroduce il cast dei protagonisti e i vecchi villain.
Solo – The one man war on terror
Si tratta della prima serie “regolare” (le virgolette sono d’obbligo: scommettiamo avrà vita più corta di una miniserie) dedicata a un personaggio molto minore, un soldato armato fino ai denti e capace di teletrasportarsi, dedito a combattere il terrorismo. Scritta da Gerry Duggan e Geoffrey Thorne per i disegni di Paco Diaz e i colori di Israel Silva è una serie graficamente inguardabile, la cui premessa è che Solo viene considerato dallo Shield una risorsa spendibile e quindi da usare per azioni in cui non si vuole apparire coinvolti e dove è accettabile la morte dell’incaricato. A supervisionare l’anti-eroe è un Dum Dum Dugan mai così cinico, ma lo stravolgimento non importa: lo dimenticheremo prestissimo.
Great Lakes Avengers
Torna in una nuova serie il super-gruppo più umoristico della Marvel, che ha dato la luce al personaggio di Squirrel Girl ora sulla cresta dell’onda. Lo scrive Zac Gorman e lo disegna Will Robson con i colori di Tamra Bonvillain e, dato il taglio comico, l’apparato grafico è buono, ma la storia non aggiunge assolutamente niente a quelle passate del gruppo, non sembra esserci un nuova idea per la serie e l’umorismo appare piuttosto datato.
Mosaic
È il nuovo personaggio Marvel afroamericano, preceduto da una piccola e misteriosa campagna stampa, ed è sicuramente tra le uscite più attese del Marvel Now! La serie è scritta da Geoffrey Thorne, disegnata da Khary Randolph e colorata da Emilio Lopez, ma il primo episodio è del tutto introduttivo: Mosaic è Morris Sackett, un talentuoso giocatore di Basket che crede molto più nelle sue doti che nella squadra, questo anche per via degli insegnamenti dell’ingombrante figura paterna. Le nebbie terrigene degli Inumani lo travolgono, trasformandolo in una sorta di spirito capace di saltare di corpo in corpo, un potere che sembra destinato a insegnargli l’empatia. Inoltre la sua improvvisa appartenenza alla razza degli Inumani avrà probabilmente qualcosa da dare anche alla sua idea di gioco di squadra. A parte l’ovvia lezione morale non c’è però molto altro in questo primo numero e i disegni, pur con un certo gusto spettacolare, non si segnalano per originalità.
The Unbelievable Gwenpool
Gwen Poole è una ragazza di un mondo come il nostro, senza supereroi, che si ritrova nell’universo Marvel e qui combatte al fianco di Batroc e altri personaggi contro una razza aliena piuttosto ridicola. Dopo averli sconfitti la prima volta, con il numero 7 deve ingaggiare contro di loro una nuova battaglia. Scritta da Christopher Hastings e disegnata dallo studio Gurihiru, la serie punta tutto sulla carineria e la facilità di immedesimarsi nella protagonista, ma non fa praticamente alcuno sforzo di ripresentare i comprimari quindi lascerà il nuovo lettore, avvicinato dal numero 1 in bella vista in copertina, piuttosto confuso.
Captain America – Sam Wilson
La serie di Nick Spencer, disegnata da Paul Renaud (e prima da Daniel Acuña) e colorata da John Rauch, arriva al numero 14 ma non contiene alcuna ripartenza, anzi è del tutto immersa negli eventi degli episodi precedenti e nella trama in corso di “Captain Hydra”, ossia Steve Rogers come agente segreto dell’Hydra, che ha luogo soprattutto sulla testata a lui dedicata. Questo non significa che non sia una buona serie, anzi il lavoro di Spencer sui due Capitani è tra i più interessati del fumetto supereroico attuale, ma vendere l’albo come se fosse un punto di partenza per nuovi lettori è a dir poco opinabile.
Black Panther
Ancora più discutibile è farlo con la supercomplessa serie di Ta-Nehisi Coates (lo scrittore nero militante di Tra me e il mondo), che arrivata al numero 7 è del tutto in medias res. Tanto che Pantera Nera è di fronte a Ezekiel Stane, imprigionato, e fa scattare l’intervento – già anticipato nel numero precedente – della “Crew”, ossia Tempesta, Luke Cage, Misty Knight e il teleporta Manifold. Il tutto mentre Changamire va a parlare con suo figlio Tetu e con Zenzi, due capi della rivolta contro T’Challa, e Shuri attraversa il mondo spirituale del Djalla guidata dalla proiezione di sua madre Ramonda. L’albo non trova nemmeno una pagina per l’altra fazione della guerra civile, ossia le Midnight Angels Aneka e Ayo, ex-membri della guardia femminile del Re, la Dora Milaje, che si è appena scontrata con la polizia segreta del Wakanda, gli Hatut Zeraze. È inimmaginabile che qualcuno possa aver in tutta onestà pensato che questo fosse un buon momento per iniziare a leggere la serie di Coates, ma la Marvel punta moltissimo sul personaggio e sullo scrittore dunque ogni mezzo è buono per dare visibilità a questo ambizioso progetto. A essere buoni, li si può quasi perdonare, e del resto sono solo sei i numeri da recuperare per mettersi in pari con la lettura. Parliamo per altro di una serie tra le meglio disegnate in circolazione, dove alle matite si sono alternati Brian Stelfreeze e Chris Sprouse per i colori di Laura Martin e le chine di Karl Story.
Black Widow
Disegnata e scritta da Chris Samnee (ai testi affiancato da Mark Waid) per i colori di Matthew Wilson, Black Widow è tra le migliori serie della Marvel e della scena americana tutta. Il settimo numero non è da meno e per certi versi è in effetti introduttivo, infatti scopriamo finalmente le ragioni del Weeping Lion, che è stato il principale nemico della Vedova negli episodi passati, ma la presenza della Preside e della Reclusa della Dark Room rimanda ai capitoli precedenti dandoli assolutamente per scontati. Anche qui la bontà del progetto è tale, con un Samnee davvero straordinario, che il lettore dovrebbe essere interessato pure se gli mancano dei pezzi del puzzle. Certo il numero 1 in copertina risulta comunque ingannevole.
Infamous Iron Man
Annunciata già da qualche mese, questa serie, di Brian Michael Bendis per i disegni di Alex Maleev e i colori di Matt Hollingsworth, prende il posto di International Iron Man e porta l’asincronia di continuity Marvel a un livello forse mai visto: Bendis, che è anche lo scrittore di Civil War II, si trova ad anticipare qui il colpo di scena finale dell’evento che scrive lui stesso! Difficile chiedersi se non valesse la pena di ritardare l’uscita e allo stesso tempo aver sostituito Tony Stark con Victor Von Doom sembra gettare alle ortiche il lavoro di approfondimento del personaggio e dei suoi comprimari svolto sulla serie precedente, dove Tony ha combattuto una sua vecchia fiamma del college (praticamente la sua Elektra) e ha conosciuto la madre biologica. Ciò detto il Dottor Destino non è secondo a nessuno e ora che non c’è più il pessimo Deodato a disegnarlo con la faccia di Vincent Cassel ritrova tutto il suo carisma, sicuramente in grado di reggere una testata. Tra flashback e desiderio di redenzione, Von Doom finisce per diventare il nuovo Iron Man, cosa che sarà poco gradita alla comunità dei supereroi, a partire dalla Cosa, tornata sulla Terra dopo le scorribande con i Guardiani della Galassia.
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Nel complesso insomma il rilancio è spesso ingannevole e in ogni caso l’etichetta Marvel Now! sembra indicare solo l’assenza di Civil War II, ma non porta con sé alcun carattere di coesione né narrativa né stilistica e appare pertanto un brand vuoto, dentro cui ogni serie mette quello che vuole. Infatti sul numero 13 di Doctor Strange pubblicato mercoledì non campeggia alcun Marvel Now! #2, come a riconoscere che, a parte per la ripartenza del numero 12, il nuovo Marvel Now! non abbia alcun significato.