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BonelliIl moderato (ir)razionalismo nel ‘Golem’ di Artibani e Dell’Edera

Il moderato (ir)razionalismo nel ‘Golem’ di Artibani e Dell’Edera

La collana Le Storie di Bonelli Editore ci ha da tempo abituati ad albi trascurabili come ad altri degni di attenzione per qualità ed equilibrio formale. Quello di cui stiamo per parlarvi, Golem, rappresenta per molti aspetti una delle uscite più interessanti del 2016 in questa collana.

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Un tema dal fascino occulto e dalle importanti reminiscenze letterarie, quale quello del Golem; un’ambientazione carica di significati culturali e di cruciali risvolti storici, come la Praga occupata dai nazisti nel 1942; uno sceneggiatore dotato di colta arguzia e già protagonista del fumetto popolare – di marca disneyana – come Francesco Artibani; un disegnatore dal tratto potente e suggestivo, rodato attraverso pubblicazioni Marvel, DC, Image, Mondadori e Bonelli, come Werther Dell’Edera: gli elementi per un fumetto interessante ci sono tutti.

La lettura, infatti, complessivamente non delude, offrendo spunti interessanti per una breve riflessione. La riuscita dell’albo è raggiunta nel diverso peso che, nella struttura della narrazione, rivestono alcune scelte molto convincenti, rispetto ad altre giocate all’interno dei limiti convenzionali di quello che potremmo chiamare, per intenderci, il racconto bonelliano tradizionale.

Innanzitutto, e pregio fondamentale per una pubblicazione di questo genere, la ricostruzione storica è filologicamente impeccabile, miscelando con discrezione il rigore delle fonti certe con l’ammiccamento, quasi obbligatorio, ai numerosi precedenti letterari e cinematografici. La cornice narrativa del “racconto nel racconto” offerto da un marionettista spettrale non è del tutto inedita, ma risulta ben funzionale sia alla creazione di un’atmosfera inquietante che al messaggio ultimo che permea la storia.

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Artibani non è sedotto dal valore esoterico che la ricerca cabalistica conferisce al Golem, eppure da laico intelligente conosce e utilizza ai fini narrativi alcune raffinate citazioni di quell’innegabile aspetto della vicenda leggendaria. Il pathos eroico della lotta di Resistenza è contrapposto alla ferocia nazista con giusta misura, evitando la retorica trionfalistica che ha infestato molte opere del dopoguerra nei paesi liberati. Molto apprezzabile, appunto, il coraggio di mostrare l’impasto di attaccamenti, incoscienza, viltà, slanci ideali e meschine ritrosie in cui si muovono anche gli eroi positivi.

Come spesso capita in questo genere di pubblicazioni, nel finale lo sforzo divulgativo si concede, appiattendosi un po’, in toni didascalici, e il messaggio à la Camus il superamento antimetafisico della fuga nell’irrazionale, e l’accettazione responsabile della condizione esistenziale umana – è necessariamente esplicitato nello spazio angusto di poche vignette. Del resto, non è facile far fare proclami ad una figura iconica della mistica esoterica mondiale.

Per ciò che riguarda i disegni, Dell’Edera sfugge alla tentazione di esibire il suo talento in maniera ridondante e piega con accortezza le sue risorse tecniche alle esigenze narrative. Sicuramente persuade la scelta di rievocare le atmosfere del cinema espressionista (Paul Wegener realizzò addirittura due film ispirati al Golem, uno del 1915 con Henrik Galen, un altro nel 1920 con Carl Boese), in un uso a tratti spregiudicato – almeno rispetto alla produzione Bonelli più consueta – del bianco e nero. Meno centrate appaiono certe pose marziali, quasi supereroistiche, assunte dal Golem nei combattimenti contro i nemici del popolo ebraico. Anche qui, non è semplice illustrare l’azione di un personaggio che, perfino nel celebre romanzo di Gustav Meyrink ad esso intitolato, è sempre stato oggetto di evocazioni occulte, sfuggenti, indefinite nella nebbia della leggenda e della tradizione magica.

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Raccontare il Golem oggi, in sostanza, potrebbe sembrare una operazione di retroguardia, la mera riproposizione di un topos rituale, adatto giusto a una collana per appassionati di fiction storica. Ciò che questo albo riesce a fare è invece offrire una semplice ma buona armonia degli elementi. Se il Golem continua a fare capolino nell’immaginario dl fumetto odierno sempre più come archetipo ‘largo’, solo vagamente evocato – si pensi all’approccio fantascientifico e all’impianto allegorico di LRNZ, o a quello fantarcheologico di Martin Mystère: Le nuove avventure ep.1 – Artibani e Dell’Edera ne recuperano l’ancoraggio all’irrazionalismo del Novecento, perdendo un po’ in “magia” ma fissando con equilibrio alcuni segni del suo pur sempre profondo, inquietante contributo alla riflessione sui fallimenti dell’ambizione (anche “mistica”) umana.

Le storie Bonelli n. 49 – Golem
di Francesco Artibani e Werther Dell’Edera
Sergio Bonelli Editore, 2016
116 pagine, 3,80 €

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