La storia coraggiosa (delle tette) di Jennifer Hayden

Prima di tutto una storia. È questo che Jennifer Hayden ci propone tra le pagine di questo graphic novel autobiografico. Come suggerisce ironicamente il titolo, provocante e provocatorio allo stesso tempo, La storia delle mie tette raccoglie l’esperienza di tre donne (l’autrice protagonista, la madre e la suocera), che affrontano una malattia che le accomuna: il tumore al seno.

storia delle mie tette Jennifer Hayden

Con quest’opera candidata al premio Eisner Award nel 2016 per la categoria ‘Best reality-based work’ e pubblicata in Italia da Edizioni BD nella collana Psycho Pop, l’autrice racconta una vicenda agrodolce e personale, che abbraccia momenti e periodi importanti della sua vita. Parliamo di “periodi” per sottolineare il fatto che il fumetto non si limita a illustrare soltanto il tempo della patologia, della diagnosi e della cura, ma anche quello precedente e quello successivo. Una storia di vita che è anche un excursus introspettivo dell’autrice su vari discorsi intorno al seno, a partire dalle prime fasi della vita fino alla “ricostruzione” post malattia.

The Story of My Tits, pubblicato negli USA da IDW / Top Shelf e recensito da molte testate (The New York Times, Comic Book Resources, Library Journal, Forbes e GQ) come uno dei libri – non solo fumetti – più belli e significativi del 2015, è l’opera a fumetti più recente di Jennifer Hayden, già autrice di Underwire (2011) e alcuni libri illustrati per bambini, in qualità di disegnatrice: Marsby and the Martian Detectives e Liberty Cafe Is Open (rispettivamente 2004 e 2007, entrambi con Marcia Trimble ai testi). Nella sua carriera non mancati anche alcuni webcomics, RushesS’crapbook.

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Sin dai primi capitoli, ciascuno affettuosamente con protagonista “tette in situazioni diverse”, l’autrice mette letteralmente a nudo su carta il rapporto con se stessa, col proprio corpo e con i propri cari. Hayden pone generosamente davanti agli occhi del lettore sentimenti e sensazioni, ansie e paure, gioie e relazioni familiari, così come anche sogni e speranze legate al proprio futuro. Un fumetto, quindi, che molto concretamente tocca tematiche fra le più sensibili di una donna, anzi di più donne, che davanti alla sfida del tumore al seno “tirano le fila” di una vita e ne condividono le esperienze (sia i personaggi tra loro sia l’autrice con il lettore) facendo risaltare non soltanto il dramma, ma anche la bellezza del vissuto familiare e relazionale.

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Come sottolineato anche dal dottor Alberto Costa (senologo di fama internazionale, attivo nell’avanzamento della ricerca sul tumore al seno) nella postfazione del libro, La storia delle mie tette è una storia di speranza. Jennifer Hayden, scrivendo circa undici anni dopo le sue memorie in The Story of My Tits, non solo offre un contributo informativo-divulgativo su una delle più diffuse patologie femminili esistenti, ma lancia anche un forte messaggio dal punto di vista morale. Quest’ultimo riguarda, ad esempio, l’importanza di far leva sull’amore, in grado di affrontare qualsiasi difficoltà e che offre persino la capacità di sdrammatizzare, invece che lasciarsi andare alla debolezza dovuta seppur legittimamente alla malattia.

Tali valori sono rinforzati dalla forma narrativa scelta dall’autrice che “mixa” un linguaggio drammaticamente sincero a un surrealismo espressivo e commovente (Publishers Weekly), caratterizzata da un tono leggero e scottante allo stesso tempo, così come pure autoironico, irriverente e simbolico, ricco di gag, un umorismo talvolta ai limiti del macabro e un frequente incedere metaforico (New York Journal of Books).

Gli stessi concetti sono validi anche per l’uso che fa l’autrice del segno grafico, accurato e ricco di una varietà di dettagli, sebbene immediato, espresso in una rielaborazione del linguaggio della striscia (americana) con richiami al ritmo cinematografico e a toni da sit-com (Badcomics). La Hayden sceglie anche di alternare e usufruire di diversi generi narrativi (come il dramma e la commedia: The Comics Alternative), piuttosto che strutturare una trama più “convenzionale” attraverso i quattordici (anzi, sedici) capitoli proposti.

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Gli eventi narrati, infatti, esperienze di vita ricche di dettagli significativi, sono come delle micro-storie indipendenti, ma che nell’insieme strutturano il racconto di una lotta, di un epico conflitto contro un nemico terribile e multiforme, che risiede proprio nel corpo di tre diverse donne, difficile da sconfiggere quanto temibile anche solo da nominare.

In La storia delle mie tette, attraversando le esperienze sessuali nel corso degli anni e la propria crescita psicofisica, la Hayden affronta il “tabù” del tumore al seno, e della concezione culturale del seno stesso più in generale: vanto o “imbarazzo”, retaggio materno nel bene e nel male, oggetto di desiderio maschile quanto di maternità e di identità sessuale femminile. Ad emergere nel libro, allora, è tutta la forza peculiare di una donna tanto affascinante nella femminilità quanto determinata nell’appellarsi alle proprie risorse interiori, affettive e familiari.

In The Story of My Tits l’autrice dimostra, peraltro, che l’esperienza clinica dell’intervento chirurgico al seno è soltanto uno degli aspetti legati alla malattia stessa e al rapporto col proprio corpo. Il vissuto personale, così come quello familiare (l’esperienza del tumore di sua madre, ad esempio) e il tessuto culturale, diventano parte dell’identità personale di chi fa esperienza di questo tipo di malattia e di chi vi sta intorno, soprattutto gli affetti (un ruolo, questo, incarnato specialmente dalla figura di Jim, il marito di Jennifer).

Il tempo narrativo di questa autobiografia abbraccia un’intera vita. L’opera si apre con l’infanzia dell’autrice, con l’esplorazione del proprio corpo e di quello delle altre donne a lei vicine (invidiandone i seni nel confronto con il suo più “a tavoletta”, ad esempio); a cui seguiranno poi la presa di coscienza della propria fisicità e sessualità durante l’adolescenza e la pubertà, con le relative aspirazioni, esperienze di crescita e confronti con l’altro sesso. In seguito viene descritta l’età adulta, periodo in cui Jennifer vive l’esperienza della maternità e del tumore al seno, seguite poi dalla mastectomia (e i relativi rituali di addio), dal fronteggiamento della malattia e dalla sua forte reazione ad essa. Si giunge infine al presente dopo un vero e proprio viaggio insieme a Jennifer che, “senza peli sulla lingua”, conduce il lettore tra gli snodi più importanti della propria vita attraverso felicità e sofferenza. Facendo commuovere e riflettere, così come anche sorridere e sperare.

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The Story of My Tits non è (soltanto) una storia riguardante il cancro e i delicati temi a esso correlati, ma è (anche) la prova tangibile di una “ricostruzione”; di come si può vivere insieme al proprio corpo, amandone le fragilità, grazie anche al sostegno delle persone amate. Infatti, come ha dichiarato la stessa Hayden in un’intervista per Publishers Weekly, non inizia narrativamente la sua vicenda partendo dalla malattia, ma dallo sviluppo della propria concezione di sé e del proprio corpo: una storia che sin dall’inizio non pone l’accento sulla morte, bensì parla di vita.

Nel corso del racconto, l’attenzione viene attirata particolarmente dalla bellezza della quotidianità e dal valore incommensurabile che ha il corpo all’interno della stessa. Senza cadere in eccessi sentimentali, la Hayden insiste sulla vitalità: quanto sia importante nella fragilità della vita continuare ad amarla anche a partire dal proprio corpo. Un corpo inteso come prova della semplicità essenziale del proprio essere, e come tramite per entrare in contatto con le persone amate: credere e sperare nel valore degli affetti significa di fatto “andare avanti” nella vita nonostante le difficoltà, anzi condividendole.

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Un’autobiografia che fa sorridere e commuovere, piacevole e utile per molte donne? Probabilmente sì, stando ad articoli come quello sul nostrano Vanity Fair. Ma non solo: sarà un’ottima lettura anche per molti uomini. Una rispettosa occasione di empatia, per andare oltre ai tanti (troppi) cliché sull’altro sesso.

La storia delle mie tette
di Jennifer Hayden
traduzione di Micol Beltramini
Edizioni BD (collana Psycho Pop), 2016
356 pagine, 20,00 €