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FocusProfiliCome Topolino è diventato Topo Maltese. Intervista a Bruno Enna

Come Topolino è diventato Topo Maltese. Intervista a Bruno Enna

Bruno Enna, sceneggiatore Disney e Bonelli, è la penna dietro Topo Maltese – Una ballata del topo salato, l’omaggio a Corto Maltese uscito su Topolino 3197 e 3198 e disegnato da Giorgio Cavazzano, che festeggia di 50 di carriera disneyana.

Mettere insieme due icone del fumetto non è impresa semplice. Ci si erano già cimentati Mastantuono con Bum – Un ranger in azione, parodia di Tex, e soprattutto Faraci con Dylan Top e Topolinix.

Abbiamo quindi intervistato Bruno Enna per cercare di andare a fondo nella storia e analizzare insieme come Topolino è diventato Topo Maltese.

topo maltese intervista
Copertina regolare di Topolino 3197 e copertina variant, per la quale Cavazzano si è ispirato agli acquerelli di Pratt

Com’è nata l’idea di Topo Maltese?

Dovresti girare la domanda alla vulcanica Valentina De Poli e alla sua redazione. Loro mi hanno contattato, chiedendomi: ti andrebbe di provare? Io ho accettato ed eccoci qui.

Immagino che tu sia un fan di Corto Maltese. Come hai conosciuto le sue avventure?

È iniziato tutto nei primi anni Ottanta, grazie a mio fratello Stefano. Lui scambiò un albo a cui teneva molto con una copia consunta della Ballata. Al tempo, io leggevo solo Topolino e pochi altri “giornalini”. Per me fu una rivelazione. La scoperta di Corto Maltese sancì una volta per tutte il passaggio all’età adulta, portandomi a esplorare nuovi orizzonti narrativi.

A me non sarebbe mai venuto in mente di abbinare Topolino e Corto Maltese (ma c’è da dire che io non sono uno dei migliori sceneggiatori italiani di fumetti). A primo acchito, quando ho letto la notizia, ho pensato che i due avessero molto poco da spartire, tranne il gusto per l’avventura. Da cosa sei partito per delineare l’“ibrido” Topo Maltese? Hai puntato su qualche aspetto particolare dei loro caratteri?

L’abbinamento è venuto spontaneo. Topolino e Corto Maltese possiedono molte più affinità di quanto non sembri (altezza a parte). Sono entrambi avventurieri coraggiosi, ironici, perspicaci e scaltri. In questa specifica avventura prendono botte in testa (o proiettili di striscio) in continuazione, eppure si rialzano sempre e restituiscono i colpi con gli interessi (anche se preferiscono l’intelletto alla forza bruta).

topo maltese intervista
Avventuroso, scaltro, coraggioso, ironico. E inevitabilmente cascamorto.

Ho trovato molto azzeccata la scelta di Gambadilegno per interpretare Gambadirasputin. In effetti il rapporto tra Corto e Rasputin è simile a quello tra Topolino e Gamba, almeno nella caratterizzazione moderna, fatto di odio e amicizia al tempo stesso. Scorrendo l’elenco delle tue storie, però, ho notato che è un personaggio che utilizzi poco, e spesso come sottoposto di Macchia Nera. Non lo ami particolarmente?

Scherzi? Come si fa a non amare Gambadilegno? Lo adoro e, appena posso, lo chiamo in causa. Spesso insieme a Macchia Nera, è vero, perché le dinamiche che s’instaurano tra i due a mio parere sono sempre molto interessanti (vedi Dracula, con “Gambafield” e il “Conte”).

Molto azzeccata anche la scelta di recuperare il pirata Orango come Slütter, perfettamente a proprio agio nel ruolo di… pirata! Si tratta però di un personaggio apparso al massimo in una decina di storie. Perché hai scelto proprio lui invece di qualcuno di più noto ai lettori, tipo Plottigat?

Semplicemente mi è sembrato adatto a ricoprire quel ruolo. C’è poi un altro fatto: quando si lavora a una parodia di questo genere, diventa necessario riassumere, semplificare, a volte tagliare. Dovendo rinunciare ad alcuni personaggi della ballata originale, ho deciso di “fondere” assieme certi caratteri comunque indispensabili allo svolgimento della vicenda. Minni Dora incarna infatti la dolcezza di Pandora, ma anche lo spirito di ribellione di Cain, mentre Orangünter somma in un certo qual modo il ruolo dell’ufficiale Slütter e quello del suo superiore Galland (che porta persino il “monocolo”, proprio come Orango).

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Il crudele Orangünter e il meno crudele Gambadirasputin

Com’è nata l’accoppiata con Cavazzano? Sapevi che stavi scrivendo per lui? Hai adattato la sceneggiatura pensando al suo stile?

In effetti, mi era stata paventata fin dall’inizio la possibilità di poter collaborare di nuovo con lui. Anche per questo motivo ho accettato di realizzare questa storia, pur sapendo che sarebbe stata un’impresa davvero difficile. L’idea di vedere Topo Maltese disegnato da Giorgio Cavazzano mi ha sostenuto passo dopo passo, influenzando la realizzazione dell’intera sceneggiatura. Praticamente, l’ho scritta per lui. E sono stato ripagato con gli interessi. La sceneggiatura, in casi come questo, resta rispettosamente in sottofondo. Scompare, lasciando il posto alla meraviglia. Giorgio è un gigante del fumetto e credo che abbia realizzato un capolavoro unico nel suo genere: un’opera che rimarrà per sempre. Sono felice di averne fatto parte, in qualche modo.

Come si vede bene nell’editoriale di Topolino e nella mostra esposta a Cartoomics e ora a WOW Spazio Fumetto, per costruire la storia siete andati a riprendere le stesse scene, se non addirittura le stesse inquadrature, della Ballata del mare salato. Da lettore mi sembra una scelta obbligata per la parodia a fumetti di un fumetto, rispetto a quando si parte da un film o meglio ancora da un romanzo. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa cosa? Non hai temuto di restare troppo vincolato all’originale?

L’unico modo per affrontare questa storia era quello di lavorarci con lo stesso spirito con cui avevo affrontato gli altri grandi romanzi. Dunque, ho deciso di “cucire” insieme tutte quelle scene che avevo impresse nella mente: vignette irrinunciabili, dialoghi straordinari, immagini che restano per sempre nella retina e nel cuore. Volevo che i lettori (soprattutto quelli nuovi) si avvicinassero il più possibile all’opera di Pratt e decidessero, a fine lettura, di andare a comprare (o a riscoprire) il meraviglioso albo originale. Il nostro è stato un omaggio alla Ballata: un sincero atto d’amore. Non vedo svantaggi in tutto questo.

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A sinistra Pratt, a destra Cavazzano. Serve davvero una didascalia a commento?

Grazie a Topo Maltese mi sono reso conto per la prima volta di quanti momenti umoristici abbia la storia di Pratt, come la scena della capanna, che voi avete ripreso pari pari, o quella del fantoccio, per non parlare del modo di parlare degli indigeni. Questo ti ha aiutato a trasformare la Ballata in una storia Disney?

C’erano davvero molte scene che si prestavano, poiché la Ballata è intrisa di umorismo. A chi mi ha chiesto come mi sia venuto in mente di far parlare i Topapua in veneziano, per esempio, io ho sempre risposto: leggiti la Ballata originale! L’idea è al cento per cento di Pratt! L’ironia, l’intelligenza, la sorpresa… proviene tutto dal suo genio. Va detto che, anche stavolta, ho dovuto compiere delle scelte estrapolando dei momenti che avrebbero potuto essere non solo “prattiani”, ma anche “disneyani”. Per esempio, l’inseguimento degli indigeni urlanti sulle imbarcazioni a me ha ricordato moltissimo certe storie “ciminiane” (tanto per citare un altro grande maestro Disney: Rodolfo Cimino).

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Gli amichevoli indigeni di Papua (VE)

La Ballata del mare salato era una scelta obbligata per la prima (unica?) avventura di Topo Maltese. Ma ipotizziamo che diventi un personaggio fisso, una serie di storie. Potendo scegliere, quale altra avventura prattiana vorresti adattare?

Non saprei, le storie sono tante. Forse, Corte Sconta detta Arcana. Anche se sarebbe davvero difficile “tradurla” in chiave disneyana.

Di recente hai concluso la “trilogia horror” con Fabio Celoni (Dracula, Jeckill & Hyde e Frankenstein). Hai fatto reincontrare Paperino con i suoi amici paperotti ormai adulti. Hai scritto Topo Maltese. Quali altre storie dobbiamo aspettarci da te nei prossimi mesi?

Da poco ho consegnato una lunga storia, suddivisa in tre capitoli, che prevede il ritorno di un personaggio molto amato dai lettori del nostro settimanale (e creato, guarda caso, proprio da Cavazzano e Cimino). Sto parlando della mitica Reginella. Anche stavolta ho affrontato una sfida impossibile lanciatami dalla redazione. Solo il tempo potrà dire se l’avrò – almeno in parte – vinta.

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