Con ogni mezzo necessario. Persino i fumetti. Un ricordo di H.G. Oesterheld

«Abbiamo dovuto occuparci di lui perché ha realizzato la più bella biografia di Che Guevara che sia mai stata scritta». Questa sembra sia stata la risposta data ad Alberto Ongaro dalle autorità argentine alla sua richiesta di notizie circa la sorte di Héctor Germàn Hoesterheld. Se questa frase ha un po’ il sapore della leggenda, racchiude però elementi di assoluta verità.

Oesterheld

Héctor Oesterheld e Alberto Breccia si erano conosciuti ai tempi della Editorial Abril di Cesare Civita, ma erano diventati amici fraterni quando Breccia aveva accettato di lavorare per la Editorial Frontera, fondata da Héctor e suo fratello nel 1957. Nel 1962 realizzeranno insieme una delle più alte vette del fumetto mondiale: Mort Cinder.

Nel settembre del 1968 la Editorial Frontera non esiste più da quattro anni. Oesterheld lavora per piccoli editori che pubblicano rivistucole di breve durata. Quando Carlos Pérez, redattore della Editorial Jorge Alvarez, gli propone di realizzare una serie di dodici biografie a fumetti di personaggi storici sudamericani: Sandino, Tupac Amaru, Pancho Villa, Fidel Castro, Simon Bolivar e altri. Il primo volume avrebbe dovuto essere dedicato alla biografia di Che Guevara. Era morto da poco meno di un anno e il suo Diario in Bolivia era la lettura più diffusa tra i giovani peronisti argentini.

Jorge Alvarez era l’editore di Manuel Puig, di Rodolfo Walsh, di Quino. Sarebbe stato di grande prestigio pubblicare per i suoi tipi. La collana non si farà, l’editore sarà un piccolo marchio di proprietà dello stesso Carlos Pérez. Ma questo, quando racconta entusiasta a Breccia tutta la sceneggiatura come ce l’ha in testa, Oesterheld ancora non lo sa.

Breccia accetta e coinvolge anche suo figlio Enrique per realizzare le tavole del Che combattente in Bolivia. Lavorano per tre mesi intensissimi. La scrittura di Héctor non era mai stata così ideologicamente esplicita. Alberto Breccia era un anarchico (non aveva mai votato in vita sua), e il ventitreenne Enrique un militante della Guardia de Hierro (formazione politica giovanile di sinistra che lottava contro la dittatura militare): le loro idee sembrano guidare le mani mentre disegnano. Il risultato è un’opera dalla carica politica fortissima. Un grido contro i militari che governano l’Argentina.

Il 28 giugno 1966 una giunta militare comandata dal generale Pascual Pistarini e dall’ammiraglio Benigno Ignacio Varela, aveva deposto il presidente Arturo Illia e il suo legittimo governo. Era stato l’inizio della cosiddetta Revolucion Argentina. Fino al 1973 il governo argentino vedrà l’avvicendarsi di tre giunte militari. Durante questi anni varie organizzazioni di sinistra, che vedono nel peronismo l’unica via d’uscita alla dittatura militare, cominciano a darsi strutture clandestine. Come quella dei Montoneros, nella quale militavano le figlie di Oesterheld e alla quale lentamente anche Héctor si avvicina.

che breccia Oesterheld
Una vinetta da “Che”

Un’opera come quella cui stavano lavorando avrebbe collocato i tre autori tra i nemici del governo. Per evitargli problemi di sorta Carlos Pérez gli propone di mantenere l’anonimato o di usare degli pseudonimi. Héctor gli ribatte secco: «Non è possibile nascondersi, sarebbe una contraddizione dopo aver scritto la biografia di un personaggio come il Che rifiutarsi di firmarla. Non solo voglio firmarla, ma voglio il mio nome bello grande in copertina.» La realizzazione del Che fu, in particolar modo per Oesterheld il punto di svolta, l’assunzione di un nuovo statuto estetico e politico. Una precisa, deliberata, presa di coscienza e di posizione.

Per rubare le parole al semiologo Eliseo Veron, che firmò l’introduzione alla prima edizione del volume: attraverso il segno autopoietico del fumetto, il sistema narrativo che più di tutti– in particolare in quegli anni in Argentina – aveva contribuito a popolare l’universo mitico della società di massa, l’immagine del Che assurgeva a valore di simbolo. Di mito. Un concetto di mito libero da qualsiasi valore diminutivo o dispregiativo. Ma carico di valore ideologico. E l’ideologia, ben lo sapeva Oesterheld, non è mai morta (come vorrebbero alcuni esponenti di quella reazionaria), ma non è altro che il sistema di significazione che alimenta i nostri processi d’azione e orienta nel mondo le azioni dei movimenti sociali.

Recensendo il libro nel gennaio del 1969, a pochi giorni dalla sua uscita, La Nacion, quotidiano governativo, pubblicava un editoriale in cui si avvertiva di prestare attenzione ai pericoli di un fumetto che diffonde ideologia attraverso la trasfigurazione grafica della verità storica: la biografia del Che è, per i turiferari della dittatura, un fumetto «realizzato con quelle tinte eccessive, velenose, tipiche di quelle posizioni estetiche rivoluzionarie che per fortuna sono state ormai superate dai nostri tempi, ma il cui potere di convinzione non può tuttavia essere ancora sottovalutato senza pericolo».

Per gli autori, e in particolare per Oesterheld, cominciò una lunga serie di intimidazioni. Il SIDE (Secretaría de Inteligencia del Estado) cominciò a sorvegliarlo, piombandogli anche più volte in casa. La vulgata vuole che il libro venisse sequestrato, ma in realtà, uscito nel gennaio 1969, andò completamente esaurito entro il mese di marzo.

Le dittature non si preoccupano dei fumetti. Ma i fumetti si preoccupano delle dittature. In quello stesso 1969 Oesterheld riscrive la sua opera più famosa, L’Eternauta, rendendo fortemente espliciti tutti i riferimenti alla situazione geopolitica del sudamerica e dell’Argentina.

eternauta Oesterheld

Scritto con un ritmo inusualmente circolare e disegnata da Alberto Breccia, che giganteggia in una ricerca estetica inquietante e ossessiva, il fumetto non viene apprezzato dai lettori della rivista Gente, un rotocalco a larghissima diffusione, su cui veniva pubblicata. Conclusa precipitosamente, darà da riflettere agli autori.

Così nel 1970 Oesterheld torna a una scrittura più classica e comincia a scrivere, per i disegni di Napoo, per la rivista 2001, un fumetto di fantascienza, La Guerra de los Antartes, in cui è fortissima la denuncia contro il neocolonialismo nordamericano e la svendita agli Usa del continente sudamericano da parte dei governi dei vari paesi. Nel 1974 la saga, disegnata da Gustavo Trigo, continuerà sul quotidiano Noticias, molto vicino al movimento Montoneros, di cui Oesterheld era diventato il responsabile per la stampa periodica.

Ad agosto Isabelita Peron, succeduta al marito nella guida dell’Argentina, ordina la chiusura del quotidiano e il fumetto resterà incompiuto. Ma l’impegno politico di Oesterheld è ormai parte integrante della sua visione del mondo e della sua opera. Questo è in qualche modo il punto di non ritorno.

Il resto della storia è questo. Lentamente, come tutte le dittature anche la Revolucion Argentina si esaurisce. Nel novembre del 1972 Juan Domingo Peron torna dall’esilio spagnolo e, nelle elezioni del 1973 diventa nuovamente presidente dell’Argentina. Questo suscita grandi speranze in tutti i movimenti di sociali e di sinistra che si ispiravano al peronismo, tra cui i Montoneros. Sono mesi di grande fermento e di grandi speranze. Ma Peron il primo luglio 1974 muore. Gli succede la moglie Isabel, che darà al governo una stretta fortemente reazionaria, dichiarando addirittura, alla fine dell’anno, lo stato d’assedio.

Alcuni movimenti rivoluzionari optano per la guerriglia. I Montoneros tra questi. Nel 1975 Oesterheld, dopo aver rilasciato a Carlos Trillo e Guilermo Saccomanno una bellissima intervista (oggi la si può leggere nel loro Historia de la Historieta (tradotto in italiano da Proglo), entra in clandestinità. Nel marzo del 1976 i militari decidono di fare a meno di Isabelita. Un colpo di stato porterà al potere una giunta militare con a capo il generale Videla che diventerà Presidente. Nello stesso mese comincia la Guerra Sucia. Una spietata repressione volta allo sterminio di tutte le forze d’opposizioneeternauta Oesterheld

Il 27 aprile 1977 Oesterheld, che dalla clandestinità stava realizzando con Solano Lopez la seconda parte de L’Eternauta, viene sequestrato dalle Forze Armate a La Plata, dove viveva sotto falso nome. Nel corso dell’anno successivo verranno arrestate tutte le sue quattro figlie insieme ai loro mariti. Di nessuno di loro si avranno più notizie.