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Graphic novel da leggere a 20 anni: i consigli di un (utile) libro

L’associazione culturale bolognese Hamelin, che da anni si occupa di promozione della lettura verso il pubblico giovanile e che, fra le diverse attività, organizza il festival di fumetto BilBOlbul, ha curato una nuova pubblicazione dedicata al fumetto. Il volume si intitola I graphic novel da leggere a vent’anni (Edizioni dell’Asino), ed è una sorta di guida al “meglio” del panorama internazionale nel campo del graphic novel o, nelle parole dell’editore e dei curatori – Elena Orlandi, Alessio Trabacchini e Emilio Varrà – “una mappa della produzione più significativa, utile a scoprire e apprezzare i più importanti romanzi grafici pubblicati tra il 1980 e oggi attraverso centodue dense schede”.

Il volume sarà presentato sabato 20 maggio al Salone del Libro di Torino 2017, con i curatori e due ospiti di eccezione, Ratigher e Manuele Fior. Abbiamo approfittato dell’occasione per parlare del libro con uno dei tre curatori, Alessio Trabacchini, al quale abbiamo chiesto di raccontarci i contenuti e lo spirito di questa pubblicazione, che tenta una via divulgativa, semplice ma suggestiva, per parlare dei fumetti “indispensabili” ai giovani lettori di oggi.

graphic novel da leggere a vent'anni

Di graphic novel si scrive e si parla spesso, ma il campo – di cosa parliamo quando parliamo di GN? – non è sempre chiaro. La saggistica italiana scarseggia, e dopo il volume storico e teorico curato da Andrea Tosti per Tunué, arriva il vostro I graphic novel da leggere a vent’anni. Di cosa parla?

L’intento è invitare i lettori alla scoperta del fumetto contemporaneo, tracciando qualche punto fermo, ma anche cercando di cancellare alcune false certezze. L’invito a realizzare il libro è venuto da parte di Goffredo Fofi, per una collana delle Edizioni dell’Asino che aveva già accolto due volumi analoghi, sulla letteratura e sul cinema. La struttura del libro è semplice: una sezione introduttiva e poi molte schede dedicate alle singole opere.

Quanto agli obiettivi c’è prima di tutto l’intento di offrire una mappa per orientarsi nella produzione del graphic novel (“il fumetto a forma di libro”) dagli anni Ottanta ad oggi, ma anche la necessità di dimostrare quanto arbitrario sia il concetto di romanzo grafico e quanto elastica, proteiforme e sfuggente sia la natura del fumetto. Una mappa dunque, tracciata nella convinzione che per trovare la bellezza e la verità nei fumetti esistono modi di cercare – di guardare e di leggere – diversi che non possono essere ricondotti semplicemente alla suggestione del racconto o al fascino del disegno. Per questo abbiamo cercato di fare in modo che tutte le schede contenessero le coordinate essenziali delle opere, ma anche che individuassero punti di osservazione non scontati. Ci siamo voluti rivolgere ai nuovi lettori e, insieme, ai “rilettori” che cercano nuovi percorsi in ciò che già conoscono.

In che senso, e perché, rivolgersi esplicitamente ai lettori ventenni?

Alla base del libro c’è una volontà pedagogica: non ci interessano le classificazioni e gli elenchi in sé, e ci rivolgiamo in effetti ad ogni lettore maturo, indipendentemente dall’età… ma il titolo può essere fuorviante, e noi per primi ci siamo interrogati sulla possibile ambiguità che contiene.  Come dicevamo, il libro è parte di una collana, nella quale sono stati già pubblicati I libri da leggere a vent’anni e I film da vedere a vent’anni. L’idea è che a vent’anni si è pronti per confrontarsi con qualsiasi tipo di lettura, qualunque tema, qualunque modalità estetica e narrativa. Vent’anni non è per noi un target generazionale, ma un momento di ingresso nell’età adulta e quindi, persino, di “liberazione” dai paletti della collocazione in un preciso target.

Abbiamo perciò deciso di non pensare ai fumetti che potessero essere adatti ai ventenni, ma ai fumetti che qualunque essere umano adulto, curioso e con la mente aperta dovrebbe conoscere. La cosa interessante è che finché si è trattato di parlare di letteratura in generale o di cinema, nessuno – lettore o compilatore che fosse – si è posto il problema di un target che condizionasse le scelte. Forse del marchio di una letteratura “minore” non ce ne siamo ancora liberati… Anche quando li chiamiamo graphic novel. Detto questo, se saranno molti giovani a leggere il libro saremo felici, anche solo per il piccolo contributo dato alla costruzione di lettori futuri.

Suggerire buone letture è relativamente facile, ma le scelte non sono mai semplici. Quali opere hanno posto maggiori dilemmi di selezione o schedatura, e perché?

Abbiamo parlato molto, sono girati elenchi decisamente diversi per spirito e impostazione, ogni scelta è stata sottoposta al dibattito di tutti i selezionatori… tuttavia è stato un processo di selezione molto fluido. Abbiamo avuto dei dubbi sul modo di presentare i grandi autori. Cosa sacrificare di Alan Moore? Cosa scegliere di Muñoz & Sampayo o di Will Eisner? Le scelte sono state fatte caso per caso: ad alcune opere (Il grande male o Jimmy Corrigan, per esempio) abbiamo assegnato schede di lunghezza doppia. Clowes è rappresentato, invece, da due schede distinte di lunghezza normale: Ghost World, libro imprescindibile nel ‘sistema’ graphic novel, e David Boring, che ci sembrava rappresentativo di un altro filone di sperimentazione dell’autore, irriducibile a quello rappresentato da Ghost World. Abbiamo discusso a lungo su quale opera mettere di Marco Corona, ne è risultata una scheda atipica, dedicata alla sua opera più inafferrabile e irriducibile: L’ombra di Walt.

Nell’ottica della duplice azione che è alla base dell’operazione – tracciare un Canone e, contemporaneamente, metterne in crisi i parametri – abbiamo cercato di puntare l’attenzione anche sull’influenza della forma romanzesca su quella seriale: è il caso di Marvels o dei paperi di Don Rosa. Alcuni libri sono presenti perché rappresentativi del Canone, altri perché rappresentativi della sua negazione. Poi potremmo parlare ore, giorni o mesi di esclusioni, inclusioni, ripensamenti… ma ci guardiamo bene dal farlo, anche tra di noi. Altri elenchi verranno, e mai quello definitivo.

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