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Bruno Premiani, artista cosmopolita

di Alberto Becattini*

Giordano Bruno Premiani nasce il 4 gennaio 1907 a Trieste, quando ancora la città è parte dell’impero austro-ungarico. Suo padre, Francesco, è un impiegato delle ferrovie imperiali della Slovenia, mentre sua madre, Antonia Sambo, è italiana. Bruno mostra propensione per il disegno e studia alla Scuola di Arti e Mestieri di Trieste dal 1921 al 1925. Vorrebbe proseguire gli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ma la famiglia non è in grado di finanziarlo.

Terminati gli studi, intraprende la carriera di vignettista, e si distingue per le sue caustiche gag contro il regime fascista. Minacciato e perseguitato per le sue idee, nel 1930 è costretto ad abbandonare la famiglia e a lasciare l’Italia per trasferirsi in Argentina. A Buenos Aires, Premiani trova impiego presso l’agenzia pubblicitaria Wisner, ma dal 1933 al 1940 collabora pure con il quotidiano Crítica. Il direttore del giornale lo assume dopo che un amico di Premiani gli ha mostrato gli schizzi eseguiti in occasione del colpo di stato del 6 settembre 1930 che rovescia Hipolito Yrigoyen.

bruno premiani
Tavola di Visto y Oido, da Crítica (1934)

Premiani illustra la rubrica a sfondo educativo Visto y Oydo (“Visto e udito”), simile all’americana Ripley’s Believe It or Not, per l’inserto settimanale di otto pagine diretto da Jorge Luis Borges La Revista Multicolor de los Sábados. Per Crítica, Premiani realizza poi anche diverse tavole in bianco e nero con didascalie a sfondo storico, come quelle di El Sableador de Chacabuco.

Il fascista Min.Cul.Pop. continua a monitorare le attività di Premiani anche in Argentina e un rapporto dell’Ambasciata Italiana datato 15 novembre 1933 descrive Crítica come un giornale antifascista e Premiani come caricaturista responsabile “per tutti quei disegni che offendono il Fascismo e le sue gerarchie, e che in questi ultimi mesi hanno alimentato la sistematica campagna diffamatoria condotta contro il governo nazionale”.

In una relazione del capo della polizia di Trieste al Ministero dell’Interno del gennaio 1934, si afferma che l’artista deve essere arrestato, se tornerà in Italia. Premiani lo farà soltanto dopo la Guerra e il crollo del regime, nel 1950, per essere presente al funerale della madre.

bruno premiani
Tavola storica tratta da Crítica (1939)

Negli anni Quaranta, Premiani collabora con illustrazioni e fumetti ai periodici argentini Leoplán, El Hogar, Mundo Argentino e Billiken. Per quest’ultimo, in particolare, illustra il paginone centrale a colori, che ospita le tavole di Civilizaciones primitivas de América o della Historia de los medios de comunicación.

Dal novembre 1947 al luglio 1960 contribuisce a Patoruzito, illustrando su testi di Leonardo Wadel sessanta Clàsicos de Patoruzito, splendidi adattamenti fumettati a puntate di famose opere letterarie, da La freccia nera di Stevenson a Ettore Fieramosca di D’Azeglio, da Otello di Shakespeare a L’ultimo dei Mohicani di Cooper. Successivamente e fino al luglio 1962, illustra altre quindici storie complete (l’ultima è Bajo la carpa del circo errante, ovvero “Sotto il tendone del circo errante”), prima che Patoruzito abbandoni la periodicità settimanale per diventare un mensile tascabile.

Primo periodo USA: Western e altro ancora

Nel 1948, insofferente al regime di Juan Perón (salito al potere nel febbraio del 1946), Premiani lascia l’Argentina per trasferirsi negli Stati Uniti. Forte della sua esperienza sudamericana, a New York Premiani entra in contatto con le maggiori case editrici di comic book.

Dal 1948 fino al 1954 collabora da esterno con lo studio di Joe Simon e Jack Kirby. In particolare, contribuisce alla testata poliziesca Real Clue Crime Stories dell’editrice Hillman, mentre per la Prize Publications (alias Feature o Crestwood), Premiani realizza (limitandosi di solito al disegno a matita, ma talvolta anche nel ruolo di inchiostratore su matite di Kirby o di Marvin Stein) storie di crimine (Headline Comics), orrore (Black Magic) e romantiche (Young Love, Young Romance, Western Love, Real West Romances).

Bruno Premiani
Tavola tratta da Young Love n.10 (1950)

Già alla metà del 1949, tuttavia, collabora anche con la DC/National Comics, dove esordisce come artista completo nell’ottobre di quell’anno con la biografia fumettata di Gantry Daniels, The Sun-Born Mountain Man, pubblicata su World’s Finest Comics n. 42.

Il western è un genere che gli è particolarmente congeniale, cosicché l’anno seguente la DC gli affida la realizzazione grafica di Pow-Wow Smith, Indian Lawman (avventure di uno sceriffo indiano), che tratteggia per Detective Comics nn.163/174 (settembre 1950/ agosto 1951). Contemporaneamente diviene il disegnatore titolare di Tomahawk, eroe della frontiera americana durante la Guerra di Indipendenza, nel momento in cui al personaggio viene assegnato un proprio albo. Premiani ne disegna da par suo i nn. 1/26, 28, 29, 31/36 (settembre 1950/novembre 1955), realizzando per ciascuna uscita due/tre storie con meticolosa cura del dettaglio e accuratezza storiografica.

Ha poi modo di disegnare il personaggio anche per World’s Finest Comics nn. 73/75 e 79 (1954/55). Per la stessa testata, nel 1952/53, ha illustrato le avventure di Wyoming Kid sui nn. 60/62 e 64. Sempre per la DC, disegna una breve storia poliziesca su Gang Busters (1951) e una per House of Mystery (1953).

Bruno Premiani Tomahawk
Tratta da Tomahawk #4 (1951)

Come inchiostratore, rifinisce le matite di Curt Swan per una storia di Superboy, dal titolo The Rip Van Winkle of Smallville, apparsa su Adventure Comics n. 208 nel gennaio 1955, e poi interviene sulle matite di Jack Kirby per le storie dei Challengers of the Unknown pubblicate su Showcase n.11 (1957).

Oltre che per la DC, nel periodo 1951/54 Premiani collabora pure con le editrici Star, Harvey e Stanmor. Per quest’ultima gli è attribuita una storia su Crime Detector. Nel 1950, per il Dipartimento di Stato, illustra il fascicolo Eight Great Americans – A Picture Story of the United States, raccontando per immagini la storia di otto americani famosi, tra i quali Jane Addams, Thomas A. Edison, George Washington e Walt Whitman.

Il cavallo

Alla metà del 1955 (o già nel 1952, secondo altre fonti), Premiani torna in Argentina, dove riprende a realizzare i Clásicos de Patoruzito, dedicando tuttavia la maggior parte del suo tempo a un progetto che gli sta molto a cuore: una storia illustrata del cavallo, con la collaborazione ai testi della moglie di origine ungherese, Beatríz (che purtroppo scompare nel 1950, prima di vederla pubblicata).

bruno premiani caballo

El Caballo esce a Buenos Aires per i tipi della Editorial Centauro nel 1957, e ben presto diviene un imprescindibile libro di riferimento, sia dal punto di vista anatomico, sia da quello storico, per tutti gli artisti (pittori, illustratori e disegnatori di fumetti) che nelle loro opere inseriscono questo splendido animale.

Tra i più grandi estimatori di Premiani ci sono José Luis Salinas (autore, tra l’altro, di Cisco Kid) e il nostro Hugo Pratt. Ristampato nel 1978, il volume è ancor oggi considerato uno dei migliori nel suo genere. Nel periodo in cui lavora a El Caballo, Premiani è anche insegnante presso la Scuola Nazionale di Belle Arti di Buenos Aires.

Secondo periodo USA: La Pattuglia del Fato

Dopo la pubblicazione di El Caballo, Premiani fa ritorno negli USA, e riprende la collaborazione con la DC Comics. Su Showcase n. 11 (novembre-dicembre 1957) inchiostra le matite di Jack Kirby per una lunga storia in quattro parti dei Challengers of the Unknown. Per House of Mystery n. 89 (agosto 1959) disegna They Call Me a Martian. Su testi di France Edward Herron, crea graficamente lo speleologo nonché avventuriero Cave Carson, che appare tuttavia una tantum su The Brave and the Bold n. 31 (agosto-settembre 1960) nella lunga storia The Secret Beneath the Earth.

doom patrol bruno premiani
La prima apparizione della Doom Patrol, da My Greatest Adventure #80 (1963)

La grande occasione, tuttavia, arriva nel 1963. Il direttore editoriale Murray Boltinoff chiede allo sceneggiatore Arnold Drake di creare una serie per l’albo fantascientifico My Greatest Adventure, e nell’arco di un weekend Drake dà vita alla Doom Patrol, facendosi aiutare da Bob Haney per la trama della prima storia.

Il disegnatore destinato a creare graficamente i personaggi della serie è Bruno Premiani, ma per puro caso. Infatti, come Drake racconterà in un’intervista del 2001, in quel momento tutti i disegnatori solitamente a disposizione di Boltinoff sono occupati, cosicché l’editor si rassegna a usare un “ripiego”, almeno temporaneamente. L’unico artista disponibile, un certo Bruno Premiani, si presenta nell’ufficio di Boltinoff, allampanato, con il naso adunco e occhiali dalle lenti spesse. Quando Drake lo vede, paventa il peggio, ma in realtà Premiani si dimostrerà il disegnatore ideale per questa atipica serie super-eroistica alla quale si ispireranno poco dopo Stan Lee e Jack Kirby per creare gli X-Men.

È lo stesso Premiani a tratteggiare graficamente i personaggi e i loro costumi. La prima storia, apparsa su My Greatest Adventure n. 80 (giugno 1963), prende spunto dal destino avverso (doom, in inglese) che ha colpito tre giovani. Il Prof. Niles Caulder, uno scienziato costretto sulla sedia a rotelle, trasforma dunque il ricco e scapestrato Cliff Steele, ridotto in fin di vita da un terribile incidente automobilistico, in Robotman. L’ex attrice Rita Farr diviene invece Elasti-Girl, capace di alterare a piacimento le sue dimensioni; e lo sfigurato Larry Trainor si trasforma in Negative Man, capace di proiettare una versione negativa di sé fuori dal proprio corpo per alcuni minuti.

Al gruppo si aggiungeranno poi Steve Dayton, alias Mento, e Garfield Logan, alias Beast Boy. Di quest’ultimo, così come di Negative Man e Robotman, Premiani realizza pure brevi storie a sé in appendice agli albi dedicati alla Doom Patrol.

bruno premiani doom patrol
Tratta da Doom Patrol #90 (1964)

La forza di questa serie, oltre che nelle vivaci e a tratti bizzarre sceneggiature di Drake, sta nel disegno di Premiani, sempre sospeso tra il realistico e il semi-caricaturale, che rende al meglio l’idea di fondo per cui, nonostante i loro poteri e le loro sembianze, tutti i membri della Doom Patrol restano umani e dunque credibili.

Con il n. 86 (marzo 1964), My Greatest Adventure cambia titolo in The Doom Patrol, e Premiani resta al timone grafico della serie fino all’ultimo numero originale, il 121 del settembre-ottobre 1968, nel quale, dopo un drammatico scontro con il Generale Immortus, perdono la vita Caulder, Elasti-Girl, Negative Man e Robotman. Lo stesso Premiani si ritrae con Boltinoff nel corso della storia, mentre i due discutono dell’imminente fine del gruppo di eroi.

Ancora storie per gli USA

Prima ancora di dedicarsi alla Doom Patrol e di accasarsi alla DC Comics, tra il 1959 e il 1963 Premiani collabora anche con l’editrice Gilberton, famosa per la serie Classics Illustrated. Il disegnatore italo-argentino contribuisce alla serie divulgativa The World Around Us, illustrando parte dei numeri intitolati The Crusades (dicembre 1959), Festivals (gennaio 1960), Great Scientists (febbraio 1960), Communications (aprile 1960), Whaling (dicembre 1960) e Vikings (gennaio 1961).

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Copertina di Classic Illustrated #156 (1960)

Per Classics Illustrated, realizza interamente (copertina a tempera inclusa) il n. 156 (maggio 1960), intitolato The Conquest of Mexico e basato sulla testimonianza oculare di Bernal Diaz del Castillo rispetto alla caduta dell’impero Azteco. Disegna poi sezioni di due numeri di Classics Illustrated Special Issue, ossia The Atomic Age (giugno 1960) e The United Nations (1964).

Riguardo all’editrice DC Comics, durante e dopo gli anni trascorsi a illustrare la Doom Patrol, Premiani disegna pure altre storie. Nel luglio 1964 esce su The Brave and the Bold n. 54 la storia The Thousand-and-One Dooms of Mr. Twister, sceneggiata da Bob Haney che di fatto introduce il gruppo di super-eroi adolescenti Teen Titans, associando Kid Flash, Aqualad e Robin. Per il n. 60 (giugno-luglio 1965) della stessa serie disegna poi, con i Giovani Titani, l’avventura The Astounding Separated Man, ancora su testi di Haney, e poi la copertina del n. 65 (aprile-maggio 1966), che affianca The Flash alla Doom Patrol. Su Sea Devils n. 16 (marzo-aprile 1964) schizza a matita The Strange Reign of Queen Judy and King Biff, rifinita a china da Sheldon Moldoff; e per House of Mystery n. 146 (ottobre 1964) illustra The Man Who Never Existed.

bruno premiani
Tratta da The Man Who Never Existed (House of Mystery #146 del 1964)

Tra il 1968 e il 1971 Premiani disegna poi quattro storie mystery per The Unexpected. Quella pubblicata sul n. 161 dell’agosto 1971, Death of the Man Who Never Lived, risulta essere l’ultima storia da lui realizzata per un albo USA.

Ritorno in Argentina

Nel 1971, a 65 anni, Premiani lascia definitivamente gli USA per l’Argentina. Qui continua l’attività di illustratore, contribuendo alla rivista Anteojito, pubblicata a Buenos Aires da Manuel García Ferré. Con Leonardo Wadel ai testi, torna a realizzare diversi adattamenti di classici della letteratura quali Ben Hur o Robinson Crusoe.

bruno premiani oliver twist
Tratta da Oliver Twist (anni Settanta)

Una delle rare interviste con l’autore italo-argentino appare nel 1980 sul n. 3 della fanzine Crash. Premiani scompare il 17 agosto 1984 e il suo necrologio appare il giorno seguente sul quotidiano Piaro Clarin. Ancor oggi è giustamente ammirato e rispettato negli USA (dove le sue storie vengono continuamente ristampate) e in Sud America. Forse è giunto il momento di riscoprirne il talento anche nel paese che gli ha dato i natali, e nel quale di lui fino ad oggi quasi niente è stato pubblicato.


*Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Fumetto n. 102, pubblicato dall’associazione Anafi.

Alberto Becattini, storico del fumetto, è laureato in lingue e insegna inglese nei licei. Collabora con le riviste Fumetto, Fumo di China, Alter Ego e Comic Book Marketplace. Dal 1992 scrive articoli e traduce storie per i periodici Disney italiani. È inoltre autore del libro Disney Comics: The whole story e coautore de I Disney italiani oltre che di saggi su Romano Scarpa, Giovan Battista Carpi, Floyd Gottfredson, Milton Caniff, Bob Lubbers, Alex Raymond e Alex Toth.

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