I Difensori di Netflix a fumetti

Tutti i mercoledì negli Stati Uniti vengono pubblicate decine di albi a fumetti. Ogni Maledetta Settimana è la rubrica che tutti i venerdì, come un osservatorio permanente, racconta uno (o più) di questi comic book.

defenders marvel

Questa settimana è partita The Defenders, che una volta tanto Marvel avrebbe dovuto davvero intitolare “All-New All-Different Defenders” o qualcosa del genere, visto che non ha assolutamente nulla a che fare con i classici Difensori, composti da Hulk, Namor, Dr. Strange e altri.

Il nuovo team, infatti, è quello della prossima serie Tv di Netflix e dunque, per magia del marketing, è diventato quello dei Difensori per antonomasia. Quisquilie, certo, ma pure un chiaro segnale di come la sinergia tra cinema, tv e fumetto diventi a volte asservimento per quest’ultimo.

Le avventure di Jessica Jones, Iron Fist, Luke Cage e Daredevil sono sicuramente tra le serie su cui Marvel punta di più, tanto da averla affidata a Brian Michael Bendis, uno dei propri autori di punta. Ai disegni il suo ormai fidato David Marquez, reduce da Civil War II, e qui ancora più spudorato nell’usare computer grafica e fotografie – sebbene va detto che in Marvel si vede pure di peggio, per esempio nelle ultime tavole di Deodato Jr.

defenders marvel bendis

Considerato che si tratta di una serie pensata anche per agganciare il pubblico di Netflix, che non arriva da una conoscenza pregressa delle ultime storie a fumetti, il numero uno dovrebbe essere a rigor di logica del tutto introduttivo. Invece no: prosegue dal prologo presentato a maggio nel Free Comic Book Day, che non viene nemmeno citato in una nota dell’albo, ma i cui fatti sono dati per assodati, tanto che sarà il riassunto, e non una tavola a fumetti, a dirci che Diamondback ha sparato a Jessica Jones senza spiegare da nessuna parte il perché. Complimenti alla Marvel e ai suoi editor, davvero non era facile lanciare una testata che facesse sentire il lettore come chi arriva in ritardo alla proiezione di un film.

Venendo al dunque, la cosa più interessante della storia di Bendis è che il redivivo Diamondback ha le idee chiare su quale sia il suo posto nel mondo del crimine: in cima. Tanto che dopo aver visto uno dei suoi locali attaccato dai supereroi protagonisti – per colpa dell’uso di una droga troppo pericolosa da parte di un suo sottoposto – Diamondback sfida apertamente gli eroi e, come si diceva, spara a Jessica Jones. Tutti gli dicono che ha fatto il peggiore degli errori, perché così scatenerà la furia di Luke Cage, ma il villain in realtà conta proprio sul fatto che l’arcinemico agisca da solo accecato dalla rabbia.

diamondback defenders marvel bendis

Se Diamondback si presenta così come un avversario astuto e davvero temibile, il resto della storia non è però particolarmente originale né come plot, né come struttura narrativa e neppure nei dialoghi, che di solito sono il punto forte di Bendis. Probabilmente il battibecco migliorerà dopo qualche numero di rodaggio, ma è comunque difficile immaginare che questa The Defenders diventi una serie irresistibile.

Bonus: Questa settimana è uscito anche Dark Days – The Forge, ovvero il prologo del prossimo evento DC Comics, disegnato a più mani da Jim Lee, Andy Kubert e John Romita Jr., per i testi di Scott Snyder e James Tynion IV.

dark days forge batman dc comics

Batman tira fuori il suo Reed Richards interiore e indaga un mistero cosmico che ha a che fare con i metalli più rari e arcani dell’universo, misteriosamente accomunati. Così si legano il gas del Joker al ciclo di resurrezioni di Hawkman fino ad artefatti come l’elmo di Fate, il tridente di Aquaman e i bracciali di Wonder Woman.

Scopriamo che Batman indaga su queste cose da tempo, tanto da aver scoperto un segreto sepolto sotto Atlantide, da aver usato gli Outsider come investigatori in incognito, e che dopo essersi avvalso di Mr. Terrific ora chiede aiuto a Superman e Mr. Miracle.

dark days forge batman dc comics

In pratica il prologo fa il possibile per coinvolgere quanti più personaggi… a patto che siano uomini. Nei giorni del tripudio di Wonder Woman che non una sola donna sia coinvolta in una vicenda di portata così cosmica (dell’amazzone compaiono solo i bracciali) appare già una partenza con il piede sbagliato.

Bonus 2: Si conclude con il numero nove Green Valley, la saga medievale e fantascientifica ideata da Max Landis per le matite di Giuseppe Camuncoli e i colori di Jean-Francois Beaulieu. Quattro cavalieri in disgrazia vengono convinti a combattere un mago e il suo drago, a cui non credono affatto. Si troveranno però di fronte un viaggiatore temporale con potenti armi e vari dinosauri al guinzaglio.

green valley landis camuncoli image

La risoluzione pasticcia non poco con la linea temporale e rimane con un incongruenza finale, ma è un dettaglio, è proprio la scrittura di Landis in sé a essere stereotipata e sciatta. Anche i disegni di Camuncoli, con i suoi volti quasi tutti rettangolari, non aiutano i dialoghi e i colori sparati rendono il tutto più cartoonesco che drammatico. Come molte serie Skybound sembra insomma un prodotto quasi per ragazzini, un target diverso dal resto della produzione Image.

JIMMYS BASTARDS garth ennis

Bonus 3: Su Jimmy’s Bastards, pubblicato da Aftershock, Garth Ennis e Russ Braun si lanciano in una parodia di James Bond. Jimmy è infatti un agente segreto dalla faccia da schiaffi, donnaiolo fino all’estremo, egoista, megalomane e che ama umiliare i suoi grotteschi avversari. Non proprio un’idea freschissima e la trama, che ricicla in pratica una celebre storia di Lobo con i suoi numerosi figli in cerca di vendetta, appare a sua volta ben poco ispirata. Poi, di certo, non manca un po’ di turpiloquio creativo, ma è roba che Ennis scrive davvero con il pilota automatico.