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RecensioniNovità'Alters', il fumetto con protagonista una supereroina trans

‘Alters’, il fumetto con protagonista una supereroina trans

Tutti i mercoledì negli Stati Uniti vengono pubblicate decine di albi a fumetti. Ogni Maledetta Settimana è la rubrica che tutti i venerdì, come un osservatorio permanente, racconta uno (o più) di questi comic book.

alters paul jenkins

C’era un tempo in cui Paul Jenkins era uno sceneggiatore raffinato, dalla prosa densa e letteraria, tanto da lavorare anche alla testata più longeva della vecchia Vertigo, Hellblazer. Poi c’è stata la sua fase Marvel di cui si ricordano gli Inumani in coppia con Jae Lee, dal gusto marcatamente tragico, la creazione della metafumettistica Sentry – che osava l’inosabile cioè avvicinarsi a Miracleman – e pure l’infelice battuta di una giornalista che rinfacciava a Captain America di non sapere cosa fosse MySpace (il tempo ne ha fatto giustizia).

Di recente lo sceneggiatore ha preso a collaborare con Aftershock, prima con la divertente Replica, in cui il protagonista cerca di risolvere un intrigo diplomatico insieme ai suoi numerosi cloni, quindi è arrivato il turno di Alters, la prima serie dedicata a una supereroina trans.

Resa suo malgrado più che mai attuale dalla caccia alle streghe di Trump contro i trans e le trans nell’esercito, la serie è ripresa questa settimana con un nuovo arco narrativo. Nella postfazione lo stesso Jenkins esplicita che Alters racconta di «personaggi che stanno affrontando un qualche tipo di svantaggio sociale e a cui viene dato un super-vantaggio nella forma di un potere mutante».

alters paul jenkins

Nel primo arco narrativo la protagonista Chalice si rivela in realtà essere Charlie, un ragazzo che sta iniziando la sua transizione e ha da poco cominciato a prendere ormoni. Quando veste la sua identità segreta di supereroina indossa parrucca bionda, reggiseno imbottito e trucco, e la sua famiglia ignora sia della sua identità di genere sia dei suoi superpoteri. Del resto essere un “alter” comporta dei problemi, visto che uno di loro, il potentissimo Matter Man, terrorizza l’intera nazione e dà la caccia agli altri alter, che solo l’organizzazione del super-intelligente Octavian cerca malamente di proteggere. Così sia il tema dell’oppressione sociale della propria natura, sia quello dell’identità segreta, sono raddoppiati nella serie.

Il team artistico composto dalla disegnatrice Leila Leiz e dalla colorista Tamra Bonvillain, sceglie soluzioni semplici e grandi vignette, in uno stile quasi pensato per tutte le età, anche se la cattiveria di Matter Man non è propriamente rivolta a un pubblico giovanissimo. L’intento è trasmettere anche graficamente un messaggio positivo, dove nonostante la ferocia del villain o gli sbotti di rabbia del padre bigotto, l’atmosfera rimane solare.

alters paul jenkins

Eppure la serie è segnata dalla tragedia, a partire da quella di uno dei fratelli di Charlie, costretto sulla sedia a rotelle e incapace di muoversi o comunicare (anche se in realtà nasconde un segreto che migliora un po’ la sua situazione), inoltre uno dei membri del gruppo di Octavian rimarrà quasi subito gravemente ferito. Nel numero successivo almeno un paio di pagine saranno dedicate a spiegarci che no, anche se è dotato di superpoteri da mutaforma, le sue lesioni rimarranno incurabili. Di questo viene addossata la colpa al comportamento impulsivo di Chalice, anche se in realtà è una notevole forzatura vista la dinamica dei fatti, ma evidentemente Jenkins riteneva che l’incomprensione e il fratello con handicap non fossero abbastanza e ci fosse bisogno anche del senso di colpa per dare gravitas alla propria eroina.

Se i primi cinque numeri mettono Chalice di fronte a Matter Man e la portano a smettere di nascondersi e a fare un coming out per lo meno come alter (e comunque non con la famiglia), il nuovo arco introduce il personaggio di Sharise, madre afroamericana di due figli che vive in miseria ed è a un passo dal diventare una senzatetto. Anche lei è dotata di un superpotere, ma nonostante la caccia agli alter sia stata fermata rimane comunque lo stigma sociale e lei preferisce nascondere i suoi poteri: rifiuterà infatti l’aiuto di Chalice.

alters paul jenkins

Sharise dunque conferma la propensione sociale della serie, ma anche questo nuovo arco trasmette l’idea che in Alter il messaggio sia dominante su tutto il resto. E per quanto sia nobile e condivisibile, serve anche altro per rendere memorabile un fumetto, mentre Alter si accontenta di riproporre senza approfondimento tipiche situazioni da supereroi, semplicemente virate su temi come la transessualità o la miseria. Niente di nuovo, lo faceva già Claremont con i suoi X-Men e oggigiorno lo fa G. Willow Wilson su Miss Marvel, entrambi molto meglio di Jenkins.

Bonus: Elsewhere

elsewhere image comics

La nuova serie Image del prolifico Jay Faerber, disegnata da Sumeyye Kesgin e colorata da Ron Riley (per inciso, fa piacere vedere una volta tanto un uomo che colora una donna), non prometteva niente di che. Amelia Earheart, nota pilota americana e icona femminista scomparsa misteriosamente, non è morta bensì finita in un altro fantastico mondo.

L’idea di usare una figura storica in un contesto di questo tipo sulla carta pareva un modo di proporre un fantasy femminista fin troppo scontato, ma Faerber e Kesgin, che ne condividono l’ideazione, realizzano un prodotto leggero e spettacolare cui è difficile resistere.

elsewhere image comics

L’ambientazione è ben curata e ricca di scenari meravigliosi e creature fantastiche, inoltre i personaggi hanno sense of humour persino mentre sono in fuga dopo un’evasione e Amelia ha la nobiltà d’animo e lo spirito indomito davvero da eroina d’altri tempi. Aggiungeteci un villain tirannico, il mistero del perché tutti si capiscano con la lingua inglese e un colpo di scena finale ben piazzato e l’intrattenimento è servito.

Bonus 2: Galaktikon

galaktikon

Il musicista e autore televisivo Brandon Small aveva già collaborato in passato con Eric Powell e ora i due co-sceneggiano una serie di parodia sci-fi per l’etichetta di Powell, la Albatross.

Disegnata da Jason Moore e colorata da Marissa Louise, Galaktikon vede un eroe dal volto perennemente coperto caduto in disgrazia quando sono state diffuse le foto del sue pene, che aveva inviato a una ballerina aliena minorenne. Ora è prossimo al divorzio e alcolizzato, oltre che tormentato dai giornalisti e accompagnato da un avvocato incompetente. Sarebbe il momento ideale per vendicarsi di lui, ma il suo più spietato nemico è in carcere, almeno per il momento…

galaktikon

Una lettura grottesca, leggera e allo stesso tempo densa, curata sia nei disegni, ricchi di dettagli deliziosamente ripugnanti, sia nei testi, fitti eppure ben ritmati e brillanti.

Bonus 3: Lark’s Killer

Lark

Pubblicata da Devil’s Due, Lark’s Killer è la nuova serie di Billi Whillingham, disegnata da Mark Dos Santos e colorata da Salvatore Aiala. Si tratta di un fantasy dall’apparato grafico da fumetto all-ages, ma in realtà non proprio per tutte le età visto che già nel primo numero c’è chi finisce sbranato dai cani e chi viene decapitato.

Il tutto si apre come un’avventura di D&D, dove tre avventurieri in un labirinto cercano il tesoro. Trovano però un drago obeso e scoprono che il tesoro è una storia, che in qualche modo riguarda direttamente due di loro. Si torna quindi nel passato a una ragazza, vestita come arrivasse dalla Terra e infatti con in tasca solo dollari come moneta. È in fuga da tre sicari e ingaggia, ingannandolo, un micidiale mercenario.

lark

Dove tutto questo andrà a parare è difficile dirlo, ma in questa rubrica non lo scopriremo di certo. Il tratto morbidissimo di Mark Dos Santos è un piacere per gli occhi nelle parti del racconto cornice, ma quando inizia la storia con la ragazza che arriva dal nostro mondo sia lui sia il colorista ricorrono al computer senza vergogna. Il risultato è quasi straniante: figure appiccicate malamente sugli sfondi e colori piattamente sfavillanti che davvero disincentivano la lettura.Peccato perché fino al drago pancione questo primo episodio una sua dignità l’aveva ancora.

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