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RecensioniNovità"Cave Carson Has a Cybernetic Eye": un’avventura lisergica di Gerard Way

“Cave Carson Has a Cybernetic Eye”: un’avventura lisergica di Gerard Way

Tutti i mercoledì negli Stati Uniti vengono pubblicate decine di albi a fumetti. Ogni Maledetta Settimana è la rubrica che tutti i venerdì, come un osservatorio permanente, racconta uno (o più) di questi comic book.

Cave Carson
Torniamo a parlare della linea Young Animal della DC Comics con la conclusione della prima lunga storia della serie più avventurosa tra quelle lanciate dell’etichetta di Gerard Way: Cave Carson Has a Cybernetic
Eye, sceneggiata insieme a Jon Rivera e soprattutto disegnata da Michael Avon Oeming con i colori di Nick Filardi.

Avventurosa anche come progetto, perché nello sfogliare i cataloghi dei personaggi DC Comics, Way
racconta di essersi imbattuto in un tizio misconosciuto la cui descrizione era minima e il cui solo attributo degno di nota era l’occhio cibernetico. Da qui ha deciso di dedicargli una serie, prendendola come una sfida, e infatti alla fine l’occhio è davvero al centro di tutta la vicenda, che però è anche in fondo piuttosto tradizionale rispetto agli altri titoli della linea.

cave carson

Cave Carson è un esploratore del sottosuolo che ha navigato insieme ad altri tre alleati, formando un gruppo non molto diverso come tipologie umane dai Fantastici Quattro. Non erano una famiglia, ma a spostare su questo versante la vicenda ci pensa proprio l’aggiornamento di Way, che rende una compagna di viaggio fondamentale la figlia del protagonista, ora invecchiato e perseguitato da visioni della moglie ormai morta.

Si tratta di una coppia padre-figlia moderna e piuttosto disfunzionale, arricchita da diversi personaggi di contorno tra cui l’inatteso recupero di Wild Dog, ex giocatore di hockey diventato improbabile vigilante con una maschera che inevitabilmente ricorda quella di Venerdì 13.

Se la prima parte della storia rivela un segreto sulla madre di Chloe e moglie di Cave, la seconda mette il protagonista di fronte alla versione di se stesso da un’altra dimensione e con tanto di figlio, obbligandolo quindi a riflettere sulla propria paternità.

I piani di Way erano di raccontare una storia un po’ alla Steve Zissou, ma alla fine le dinamiche famigliari si risolvono in modo del tutto positivo e il lato avventuroso tende a prendere la mano alla vicenda. Cave e i suoi devono infatti impedire il risveglio di un’antica divinità intrappolata nel sottosuolo da un popolo con cui il personaggio ha un legame speciale.

cave carson

Le cose però prendono una gran brutta piega e Superman non risponde al telefono (!), così toccherà a Cave al suo gruppo di variopinti alleati fermare una divinità malvagia, che impazza saltando da una dimensione all’altra e trasformando gli uomini che uccide in mostruosi servi zombie.

Se pensate che questo non sia abbastanza lisergico, aggiungeteci anche le visioni date dall’occhio cibernetico, l’uso di un intruglio psicotropo in due momenti della storia, le allucinazioni in stato di coma e il professore di geologia e guru psichedelico del protagonista.

A rendere questa avventura come un viaggio oltre le porte della percezione è la coppia Oeming-Filardi, che gioca con tavole a tratti poco convenzionali, ricche di spazi tra le vignette dalle decorazioni a onda o retini e dai colori sparatissimi, senza contare che il disegno stesso – come tipico di Oeming – ama deformare le figure. Di solito per una questione di plasticità e dinamismo, ma qui spesso perché appaiono deformate agli stessi allucinati protagonisti. Il disegno di Oeming, pur guardando vagamente a Kirby e a Steranko, però rimane sempre in quella sfera un po’ da cartoon che collima perfettamente con l’atmosfera da avventura famigliare della serie.

cave carson

Non che in tutto questo manchino elementi spiazzanti, disgustosi o splatter, con tanto di uomini massacrati e budella in bella vista, oppure di infantile e giocosa provocazione, come il popolo di giganti dove le donne hanno tette erette come missili e gli uomini una tumescente erezione. A Oeming dopotutto non è mai mancata l’energia ed è nell’esplosiva carica dei suoi disegni che la serie trova il propulsore per proiettarsi, con un’avventura in fondo semplice, in un arco di ben 12 episodi. I primi sei per altro arricchiti in appendice da alcune pagine di Tom Scioli, con i personaggi DC in situazioni assurde, e i successivi sei dalla rubrica del geologo fittizio Marc Bartow intitolata “The Wonderful World of Rocks!”

La conclusione sembra abbracciare tutti i personaggi al punto da far pensare al finale della serie, ma Cave Carson Has a Cybernetic Eye tornerà con un nuovo arco narrativo, Milk Wars, a riprova che l’avventura è andata a buon fine.

Bonus: Secret Weapons

secret weapons valiant comics

Scritta da Eric Heisserer, sceneggiatore del film Arrival, si è conclusa con il quarto numero la miniserie Secret Weapons, disegnata e colorata da Raúl Allén e Patricia Martín. Per Heisserer si tratta di un esordio nel fumetto e alla Valiant puntano molto sul suo nome, visto che gli hanno concesso vari lunghi redazionali in cui parla della sua esperienza e della differenza tra scrivere per il cinema e scrivere per i comics.

Per quanto l’autore faccia in effetti un buon lavoro nei dialoghi e nel congegnare bene una
storia tutto sommato semplice, con ragazzi in fuga da un mostro e dal suo burattinaio, il suo merito maggiore è quello di aver inventato nuovi personaggi con poteri insoliti (una rarità nel comicdom americano di oggi) e dalle personalità convincenti.

secret weapons valiant comics

Le vere star di Secret Weapons, e lo ammette lo stesso Heisserer, sono però Allén e Martín, che già per la Valiant avevano collaborato su Wrath of the Eternal Warrior. Il loro lavoro su tavole complesse, con molte vignette, fitti dialoghi alternati a sequenze mute e a parti d’azione attentamente coreografate, dimostra uno storytelling impeccabile, cui si aggiungono un disegno molto espressivo nella recitazione e dettagliato nei particolari degli ambienti.

Una coppia di artisti insomma del tutto matura e capace di giocare anche con il pop, come dimostra una delle tavole di questo quarto episodio, che suggella, non senza complicità e ironia, la nascita di una relazione disponendo le molte vignette in forma di cuore. Impossibile non amarli.

Bonus 2: Angelic

angelic image comics

Ancora una volta Simon Spurrier non si accontenta di una storia semplice o di un piccolo mondo, ma inventa uno slang molto elaborato per parlare di una razza di scimmie alate, dove però le donne dopo l’accoppiamento vengono private delle ali.

Angelic è infatti una miserie Image con protagonista una giovane primate che non accetta supinamente i dogmi e fa molte domande, finendo per questo punita. Alla fine stringerà un contatto pacifico con i nemici della sua specie, ossia i delfini volanti! In un mondo dove restano le rovine della civiltà umana, sono gli animali a dominare, creando il proprio folclore e le proprie società.

angelic image comics

A dare vita a questa complessa realtà sono le matite e i colori di Caspar Wijngaard, che per la Image aveva già disegnato la miniserie Limbo di Dan Watters, ma che qui ha modo di scatenarsi molto di più nel design e nei colori. Oltre alla gran quantità di idee messe in campo, Spurrier riesce a definire in modo convincente la protagonista e sviluppa una narrazione che trova anche un buon cliffhanger. Insomma tra un numero uno davvero compiuto.

Bonus 3: Dark Ark

dark ark aftershock comics

Cullen Bunn e Juan Doe, per la Aftershock, realizzano con Dark Ark il racconto di una contro-Arca durante il diluvio universale. Questa non è stata voluta da Dio, bensì dal demonio e ospita infatti le creature malvagie, dai vampiri ai naga e altre bestie mitologiche, con tanto di umani da sacrificare per tenerle in vita.

Il capitano della nave è stato condannato a questa missione da un patto con il diavolo e non può sottrarsi, ma i suoi figli, e in particolare la figlia, sono di buon cuore e puri, dunque per loro la tentazione non è nel fare del male, bensì nel fare del bene e dannare però l’anima di loro padre.

darkark

Juan Doe è un disegnatore insolito per una storia così horror, visto che ama lavorare su scale cromatiche molto varie e accese, più che su atmosfere cupe, d’altra parte il suo talento crea un mondo variopinto anche se costretto dentro una nave, quindi la sfida sembra essere vinta.

Quanto al super prolifico Bunn gli va riconosciuta l’ennesima idea incisiva. Inoltre, nel raccontare di luci e ombre e personaggi oscuri, come in questo caso, di solito dà del suo meglio. Il primo episodio è però poco più che introduttivo, quasi un pitch che pone le premesse e nulla di più.

Bonus 4: Gasolina

gasolina image comics

La nuova serie Skybound-Image, ha l’ambizione di raccontare dei cartelli messicani e del narcotraffico da una prospettiva – dice lo sceneggiatore Sean Mankiewicz – che tenga conto di un contesto più ampio e delle ragioni storiche che hanno portato la “guerra alla droga” alla situazione attuale, con un tasso omicidi crescente.

Intento lodevole, ma c’era davvero bisogno di infilarci gli scarafaggi assassini che entrano nel corpo delle vittime e ne escono esplosivi come uno xenomorfo di Alien? Anche la scelta di protagonisti abbastanza sopra le righe, che si fingono contadini ma sono una coppia in fuga per via dei numerosi omicidi commessi da lei, lascia un po’ perplessi, visto che l’intento dichiarato sarebbe di presentare la questione dal punto di vista delle vittime, che di solito sono ridotte a statistica.

gasolina image comics

Il racconto di Mankiewicz, che alla Skybound è soprattutto un editor, risulta poi un po’ sconnesso e per fortuna il comparto grafico composto dal disegnatore Nico Walker e dal colorista Mat Lopes, vanta un buon storytelling, e tutto sommato mantiene coerente la storia. Sono loro che danno fiducia in un proseguimento almeno discreto, perché dal punto di vista narrativo si esce da questo primo numero piuttosto confusi e dubbiosi.

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