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BonelliI 5 migliori fumetti pubblicati a ottobre 2017

I 5 migliori fumetti pubblicati a ottobre 2017

Il mese che precede Lucca Comics and Games è un mese che “fa eccezione” per definizione. E da sempre. Le uscite interessanti non mancano mai, nonostante molte pubblicazioni siano programmate per l’uscita a novembre e gli editori le mettano in vendita – in rigorosa anteprima – sui propri stand nella manifestazione toscana. Qualche rara “novità lucchese” viene tuttavia anticipata di qualche giorno nelle librerie (le strategie cambiano, col tempo – e per esempio quest’anno il nuovo volume di Zerocalcare non sarà nemmeno a Lucca), e a queste si sommano le vere e proprie uscite del mese. Risultato: un mese “col fiato sospeso” da Lucca C&G, ma pur sempre un mese ricco e interessante.

Leggi anche: 33 fumetti da non perdere a Lucca Comics & Games 2017

Fra le novità che abbiamo scelto in questo ottobre, troverete diverse prove autoriali di spessore, sia europee che americane, l’attesa edizione italiana di un capolavoro del fumetto francese contemporaneo, e la conferma di una serie Bonelli che riesce a replicare l’exploit dello scorso mese, con un albo costruito con grande ingegno ed efficacia.

Paesaggio dopo la battaglia, di Eric Lambé e Philippe Pierpont (Coconino Press)

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Paesaggio dopo la battaglia è il vincitore del premio per il Miglior Fumetto al Festival d’Angoulême 2017. A discapito del titolo, non si tratta un fumetto di guerra: il paesaggio disastrato dalla battaglia è infatti l’anima della protagonista e dei personaggi che popolano la storia.

In sostanza, «Lambé e De Pierpont ci raccontano di quanto per ciascuno di noi sia difficile uscire vivo dalla propria personalissima guerra, dalla propria storia», ha scritto Piero Santoro nella sua recensione. Il duo belga di autori crea in un racconto intenso, dai tempi misurati e strazianti.

QUI la nostra anteprima.

The end of the Fucking World, di Charles Forsman (001 Edizioni)

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Un racconto spietato di adolescenza bruciata tra la desolazione dei sobborghi americani. Con grande misura, sia nel segno che nelle parole, Forsman mette in scena un road trip disperato, sulla scia di due ragazzini in fuga dalle proprie vite vuote. Incapaci di trovare un loro posto nel mondo scappano, alternando stati di inedia a scatti di violenza scomposta.

Forsman è uno dei talenti del fumetto indie americano contemporaneo, un autore particolarmente attivo, che sin dalle sue prime storie autoprodotte ha saputo mostrare una cifra stilistica determinata e solida. TEOTFW ha inoltre attirato attenzioni del mondo della televisione, dato che è stato da poco trasposto in una serie tv live action per Channel 4 e Netflix (QUI il trailer).

QUI ben venti pagine in anteprima.

Mercurio Loi n. 6, di Alessandro Bilotta e Sergio Ponchione (Sergio Bonelli Editore)

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Fin da subito, Mercurio Loi è stato presentato come un “fleneur”, il cui interesse principale è quello di passaggiare per le vie di Roma per coglierne situazioni ed emozioni. Il sesto episodio della serie è finora quello che rappresenta maggiormente questo aspetto del personaggio: il tema della storia sceneggiata da Alessandro Bilotta e disegnata da Sergio Ponchione è appunto una camminata per la città papalina, tra le strade e sopra i tetti.

Una passeggiata al tramonto che diventa una riflessione sulle casualità della vita: vagando a caso è facile cambiare il corso degli eventi prendendo una svolta anziché un’altra, e così il lettore è chiamato a imporre la propria volontà su quella di Mercurio e Ottone attraverso una serie di bivi (come quelli delle storie inventate da Bruno Concina per Topolino dal 1985 in poi).

La narrazione si snoda così tra situazioni da risolvere, inseguimenti da portare a termine e viaggi nei ricordi dei personaggi, per merito di una sceneggiatura elaborata che non sembra mai sul punto di scadere nel manierismo o nell’esercizio di stile, fino a uno spiazzante finale “anti-bonelliano”. Se già nei numeri immediatamente precedenti la serie stava mostrando una crescita progressiva, questo albo rappresenta la compiuta (e ci auguriamo definitiva) coincidenza tra gli intenti dell’autore e l’effettiva realizzazione.

676 apparizioni di Killoffer, di Patrice Killoffer (Coconino Press)

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A 15 anni dalla pubblicazione originale, arriva in Italia l’opera più rappresentativa e nota di uno dei più apprezzati e importanti autori francesi contemporanei. Tra i fondatori de L’Association, Killoffer è conosciuto per i suoi fumetti piuttosto sperimentali, tra i quali anche 676 apparizioni di Killoffer.

La trama è bizzarra ma piuttosto semplice: durante un viaggio a Montreal, ossessionato dal pensiero di una montagna di piatti da lavare lasciati nella cucina di casa a Parigi, Killoffer sprofonda in un incubo in cui spuntano suoi “doppi” che lo assediano. È la messa in scena del racconto, però, a essere significativa nella resa sia grafica che narrativa: 676 apparizioni dell’autore invadono le vignette, dando vita a una serie di tavole dal grande impatto visivo.

QUI alcune pagine in anteprima.

Brucia, di Silvia Rocchi (Rizzoli Lizard)

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Brucia è il primo graphic novel di Silvia Rocchi come autrice su un soggetto di fiction, dopo i libri ispirati alle vite e alle opere di Alda Merini, Tiziano Terziani ed Ettore Majorana, e Tumulto, realizzato in coppia con Alice Milani.

Ambientato nel profondo di una immaginaria provincia italiana degli anni Ottanta – quella delle fabbriche, delle lezioni scolastiche e degli amori adolescenziali –, il libro segue le vicende di una ragazza e di un’adulta che conducono delle vite perfettamente ordinarie fino a quando non si ritrovano sconvolte da una grande tragedia. La narrazione è tutta incentrata sull’aspetto emotivo della situazione, lasciando poco spazio alla morbosità e concedendo al lettore la possibilità di trovare facile immedesimazione.

Proprio per questo la Rocchi sembra abbandonare il suo solito stile pittorico in favore di disegni a matita che, con la loro istintività (più qualche macchia di rosso a simboleggiare il furore interno dei personaggi, che va di pari passo al calore sprigionato durante i lavori in fabbrica), riescono a restituire bene la caducità delle emozioni raccontate.

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