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NewsManu Larcenet non vuole essere votato al Grand Prix di Angoulême

Manu Larcenet non vuole essere votato al Grand Prix di Angoulême

Il fumettista francese Manu Larcenet ha chiesto di non essere votato al Grand Prix, l’importante premio alla carriera assegnato ogni anno durante il festival di Anogulême, la cui prossima edizione si terrà dal 25 al 28 gennaio 2018.

manu larcenet
Manu Larcenet, autoritratto

Alla scorsa edizione del Grand Prix, Larcenet, che è autore di opere come Lo scontro quotidiano, Blast e Il rapporto Brodeck, nonché uno dei più apprezzati fumettisti contemporanei, era arrivato tra i tre candidati finalisti, assieme Chris Ware e Cosey, a cui poi è andato il premio.

Con un lungo post su Facebook, il fumettista si è rivolto ai colleghi chiedendo di non proporre il suo nome per la prima delle due selezioni del prossimo Grand Prix, evitando così di candidarlo: «Vi chiedo di dare i vostri voti ad autori che apprezzeranno l’onore e il valore del premio. L’obiettivo di un Grand Prix, mi sembra, è quello di promuovere il fumetto… Io non sarei in grado di farlo!».

Dal 2016, infatti, a seguito di una serie di polemiche, le nomination vengono scelte direttamente dagli autori di fumetto pubblicati in lingua francofona e accreditati dagli editori. La procedura di selezione si svolge in due parti: dalla prima votazione viene poi stilata una lista ristretta di candidati finalisti composta da tre nominativi.

«Da parte mia», continua Larcenet, «preferisco rimanere fuori dal trambusto di Angoulême, o da qualsiasi altro festival, tranquillo, seduto al mio tavolo da disegno, cercando di riacquistare la voglia e la passione che avevo per il fumetto, oggi appese a un filo pronto a spezzarsi».

Un post amaro quello dell’autore, che ragiona sul suo rapporto con l’industria del fumetto, un mondo con il quale, dice, non è mai riuscito a relazionarsi come avrebbe voluto: «In seguito ad avvenimenti personali e editoriali, ho deciso di affrontare il passato. Ho compreso quanto il mio percorso sia stato fallimentare dal punto di vista umano. Dai primi anni, in cui mi veniva negata persino una stretta di mano, sino ad oggi, non sono riuscito ad allacciare rapporti nell’ambiente. Spesso mi sono sentito umiliato, sminuito, trattato come un bambino ingenuo da persone che avevano le migliori intenzioni del mondo […]».

Anche secondo queste considerazioni, dunque, Larcenet vorrebbe evitare di ritrovarsi nuovamente tra i finalisti di un premio a cui non vuole partecipare.

Leggi anche: “Lo scontro quotidiano”, l’opera di Larcenet sul ‘rimosso’ della Francia anni 2000

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