Linea chiara all’americana: “Spy Seal” di Rich Tommaso

Tutti i mercoledì negli Stati Uniti vengono pubblicate decine di albi a fumetti. Ogni Maledetta Settimana è la rubrica che tutti i venerdì, come un osservatorio permanente, racconta uno (o più) di questi comic book.

spy seal rich tommaso

Avevamo già brevemente parlato del numero uno della serie di Image Comics Spy Seal, dove l’eclettico talento dell’americano di origini calabresi Rich Tommaso, dopo storie vicine a Clowes e all’underground, è passato a guardare alla linea chiara francese per una vicenda di spie con protagonisti animali antropomorfi. Di Tintin dice di ammirare e voler ricreare «la colorazione, l’attenzione ai dettagli più accurati, la nitidezza del disegno, l’ampio cast di personaggi e gli incontri con Paesi e culture di tutto il mondo».

La foca del titolo è Malcolm Warner, un borghese inglese che viene reclutato dai servizi segreti dopo essere stato coinvolto in una cospirazione da una spia russa in fuga. Vivrà quindi avventure in varie nazioni, passando da ambientazioni costiere ad altre innevate, fino a una base segreta in un castello sulla scogliera.

spy seal rich tommaso

La ricercata e apparente semplicità delle immagini – che in realtà hanno un gusto raffinato nell’uso e nella giustapposizione di motivi decorativi e di una voluta bidimensionalità – valorizza uno storytelling con diverse sequenze memorabili, su tutte la sparatoria del primo episodio e l’inseguimento del secondo.

Ma basta anche la prima tavola di questo quarto capitolo, che chiude il primo arco narrativo, a mettere di buon umore chiunque: in quattro strisce, senza bisogno di parole, si susseguono i paesaggi e le condizioni climatiche che accompagnano un personaggio a passeggio in uno scenario scozzese.

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Tommaso è autore unico e cura ogni aspetto della serie, non solo testi, disegni e colori ma pure un lettering originale e vistosamente realizzato senza computer, però inserito in balloon rigidamente rettangolari e dai bordi arrotondati. Questa manualità inserita in una rigida struttura è sintesi perfetta della serie: il disegno infatti stilizza le anatomie e i paesaggi ma segue il proprio ritmo grafico con la scansione di un metronomo.

Allo stesso modo i personaggi incarnano le figure tipiche del genere spionistico, e il loro carattere è a volte esplicitato dalle varie specie animali di cui fanno parte, ma sono calati in un intrigo molto complesso, che fin dal titolo – The Corten-Steel Phoenix – gioca a evocare la Guerra Fredda (Corten-Steel sta chiaramente per “Iron Curtain”).

spy seal rich tommaso

L’intreccio è tanto articolato da essere in fondo secondario all’azione ed è infatti mosso da quello che si rivela un McGuffin, come in molti film di spie di Hitchcock, per esempio Il club dei 39. Si tratta di modelli narrativi dichiarati di Tommaso, che nelle varie interviste rilasciate ha citato come riferimenti – oltre a Hergé – John LeCarré, i primi film di Hitchcock, Rocco Vargas di Daniel Torres, Donjon di Lewis Trondheim, Cerebus, le storie anni Settanta di Howard the Duck e Usagi Yojimbo di Stan Sakai, di cui si dice innamorato da sempre.

Malcolm Warner è a sua volta un personaggio di cui l’autore è innamorato fin da quando lo disegnava a 13 anni, anche se solo ora viene pubblicato per la prima volta. Lo sketch di Spy Seal che ha postato l’anno scorso su Facebook è diventato virale oltre ogni sua aspettativa, convincendolo a rimetterci mano e realizzare una serie su di lui.

spy seal rich tommaso

Lavorandoci, dopo vari tentativi infelici, ha capito di non dover pensare a una storia per ragazzi bensì a qualcosa che lo soddisfacesse come autore adulto, solo senza situazioni estreme per sesso e violenza in modo da non alienare i più giovani. Non che manchino momenti pepati, con tanto di riferimenti alle preferenze in fatto di donne di Malcolm, ma tutto è rappresentato con garbo.

D’altra parte il protagonista è un uomo foca agente segreto che ha come compagna d’azione una più esperta e robusta donna uccello: impossibile non innamorarsi di loro!

Bonus: Renato Jones: Freelancer

renato jones

Termina con il quinto episodio la seconda serie Image dedicata a Renato Jones, con il sottotitolo Freelancer, continuazione diretta del primo ciclo 1% e forse finale della saga. Di certo si tratta di una conclusione che non lascia niente in sospeso e spinge i già notevoli eccessi della serie a un livello così estremo da essere difficilmente superabile o replicabile.

Scritta, disegnata, colorata e “posseduta” da Kaare Andrews, Renato Jones si conferma un’opera di satira grottesca dall’energia irruenta e volutamente incontrollata, esagerata e spregiudicata. Una provocazione iperviolenta, tra esplosioni ed eviscerazioni condite di caustiche battute sullo stato dell’economia mondiale e la divisione in classi che viviamo tutti i giorni, ma che troppo spesso preferiamo non vedere.

renato jones

Renato Jones è qui a ricordarci che rispetto ai potenti della terra siamo più o meno come i servi della gleba, schiavi di un sistema che ci ha incasellato in gabbie di finte libertà su cui chi è già oscenamente ricco non fa che continuare a lucrare. E il protagonista è qui per vendicarci con ogni mezzo, senza scrupoli né dubbi morali: chi sia il nemico è chiaro e indiscutibile così come il fatto che vada eliminato senza troppe storie.

Lo stile scatenato che se ne frega pure di flirtare con i supereroi figli del capitale, i testi affilati sulla mostruosità della distribuzione della ricchezza e le pubblicità di un finto profumo, questa volta in tema con i passaggi della storia, ne fanno una sorta di fumetto glam-punk, che non dovrebbe funzionare per nulla e invece trasmette un contagioso entusiasmo anarchico.

Bonus 2: Batman Annual #2

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Fin dal titolo Some of These Days che cita il brano di Shelton Brooks, associato all’interpretazione di Sophie Tucker ma rifatto infinite volte, tra gli altri da Ella Fitzgerald, questa del secondo Annual del Batman di Tom King è una storia romantica. Grazie alle matite di Lee Weeks e Michael Lark, rispettivamente colorati da Elizabeth Breitweiser e June Chung, si raccontano due diverse fasi della vita del supereroe e della sua storia con Catwoman.

Un gioco letteralmente del gatto con il topo, e infatti i topi sono lasciati dalla “gatta” dopo ogni provocazione al “pipistrello”, sottile velo di un corteggiamento tra le ombre di Gotham. Un gioco anche di specchi, dove le due notturne figure ammettono la loro similitudine e la loro unicità al tempo stesso, ingredienti di un’attrazione irresistibile.

batman annual 2 tom king

Azzecatissimo poi il cambio tra i due disegnatori, dove la differenza di stili, plastico e classico il primo e quasi fotografico e moderno il secondo, accompagna alle perfezione i diversi toni del racconto. Grazie a questa meravigliosa sinergia tra il team artistico e lo sceneggiatura, si tratta del racconto di Tom King più riuscito su Batman, leggibile e godibile anche ignorando del tutto il resto della sua gestione, ma a esso connesso per via della proposta di matrimonio del protagonista a Catwoman. Di cui si può pensare quel che si vuole, ma che ci ha dato per lo meno questa memorabile e toccante storia.

Per altro questa settimana è stata un gran momento per Batman, visto che è uscito anche il primo dei quattro corposi numeri di Batman – Creature of the Night di Kurt Busiek e di un John Paul Leon in stato di grazia, di cui riparleremo assolutamente al termine della miniserie.

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