“Dept. H”: il giallo negli abissi di Matt Kindt

Tutti i mercoledì negli Stati Uniti vengono pubblicate decine di albi a fumetti. Ogni Maledetta Settimana è la rubrica che tutti i venerdì, come un osservatorio permanente, racconta uno (o più) di questi comic book.

depth matt kindt dark horse

Fin dal titolo Dept. H ─ che senza punto diventa “Depth”, ossia profondità ─, Matt Kindt si rivolge alle estremità dell’oceano e dello spirito con un originale whodunnit che mischia giallo, fantascienza e spionaggio. La protagonista della serie, conclusasi questa settimana con il numero 24, è Mia, figlia di Hari, l’esploratore a capo della base Dept. H situata nei pressi della fossa delle Marianne, il luogo più profondo e inaccessibile dell’oceano. Hari però è stato ucciso e così Mia, che ha lavorato per la scientifica di Scotland Yard, decide di condurre l’indagine di persona. Del resto ha già partecipato alle avventure del padre, che ha accompagnato fin da bambina e con cui ha esplorato anche lo spazio.

Anni addietro il genitore aveva deciso che era la vita a interessarlo, voltando le spalle alle stelle in favore dell’oceano, ancora custode di infiniti segreti e risposte. L’obiettivo della spedizione è trovare una cura al virus H, che sta mietendo sempre più vittime e che ha ucciso anche sua moglie, ossia la madre di Mia. Ma in un mondo sovrappopolato, dove le superpotenze si affrontano in una corsa alle armi batteriologiche, una cura del genere rischia di sbilanciare le forze in gioco, e in molti potrebbero non volerla in superficie.

depth matt kindt dark horse

Mia quindi non può fidarsi di nessuno, pur se conosce di persona alcuni dei sospetti: uno è suo fratello, una è la sua ex migliore amica, un altro è Roger, l’inseparabile amico di suo padre che l’ha accompagnato in tutte le sue spedizioni per filmarle. Inoltre ci sono uno scienziato forse impazzito, un uomo autonominatosi cappellano, un silenzioso e letale addetto alla sicurezza e un misterioso individuo coperto di tatuaggi e chiamato semplicemente Q.

L’indagine non procede come Mia vorrebbe, perché una serie di sabotaggi mette a rischio prima la vita di suo fratello e poi il funzionamento dell’intera base, il tutto forse proprio per impedirle di arrivare alla verità. Lei e gli altri dovranno quindi mettere da parte le proprie ostilità e cercare di sopravvivere, ma non per questo Mia rinuncia a vederci chiaro. Kindt inizia con un giallo classico in cui in un ambiente chiuso tutti possono essere colpevoli, ma già dal secondo episodio lo trasforma in un fumetto d’azione concitata e dove appaiono creature e presenze misteriose.

depth matt kindt dark horse

Solo nel secondo arco narrativo, mentre Mia è intrappolata con Roger, si inizia a raccontare chi sono i vari altri personaggi e quale sia la loro storia con Hari e con Mia, il tutto mentre continuano le operazioni per salvare almeno parte della base. Nel terzo arco l’azione accelera di nuovo, ma continuano ad emergere storie e dettagli degli altri personaggi e della stessa Mia, così come dei tre uomini in superficie, uno che fa da contatto con loro e gli altri due che hanno sovvenzionato la spedizione di ricerca.

Solo il quarto arco rivelerà l’assassino, ma nel frattempo sarà stato raccontato anche molto altro: un mosaico di ritratti psicologici che offrono diverse prospettive filosofiche sulla scienza e sul senso della vita, oltre che sul valore relativo della sopravvivenza in un complesso scenario politico. Il tutto è raccontato con il solito disegno al tempo stesso sgraziato ma espressivo di Kindt, che qui è affiancato ai colori dalla moglie Sharlene.

depth matt kindt dark horse

Nell’arco di 24 albi la narrazione si permette digressioni e momenti di respiro e meraviglia tra un colpo di scena e l’altro, ma non mancano le invenzioni. In particolare, uno degli ultimi episodi è quasi interamente costruito con collage di ricordi e oggetti della protagonista. Pubblicata negli Stati Uniti da Dark Horse, in Italia è ancora del tutto inedita, cosa cui speriamo qualcuno ponga presto rimedio: capita raramente di leggere una fusione di generi così ben congegnata e sviluppata.

Bonus: Green Lantern: Earth One

Scritto e disegnato da Gabriel Hardman, co-sceneggiato con la moglie Corinna Bechko e colorato da Jordan Boyd, Earth One: Green Lantern riunisce il team di Invisible Republic e mantiene le promesse di una versione sci-fi un po’ più adulta ma non per questo meno fantastica del mito delle Lanterne Verdi. Si tratta probabilmente del migliore dei volumi Earth One insieme a quello dedicato a Wonder Woman, di Grant Morrison e Yanick Paquette.

green lantern earth one hardman dc comics

Come gli altri volumi della stessa linea, questo presenta una nuova versione delle origini dell’eroe, in questo caso Hal Jordan, introducendo elementi di novità, per esempio una situazione da subito difficile per Kilowog e il Corpo delle Lanterne, schiacciato dalla dittatura dei Manhunter. Appare di sfuggita Sinestro, mentre è Arisia ad avere un ruolo cruciale; i Guardiani di OA rimangono invece avvolti nel mistero, anche se il finale promette di dargli spazio nel prossimo volume.

Non ci sono filastrocche per ricaricare gli anelli, che non volano da soli per la galassia identificando a settori spaziali di distanza chi sia degno di loro, ma per il resto gli elementi classici sono stati più o meno conservati, con in più una Terra assoggettata a una qualche forma di distopia, tanto da aver reso Hal Jordan scettico sull’operato dei governi e di organizzazioni come la NASA. Jordan qui non è infatti un pilota dell’aeronautica, bensì un astronauta che quando trova l’anello finisce sbalzato in una serie di situazioni fuori dal suo controllo, finché finalmente non dimostra almeno parte del proprio talento di leader.

green lantern earth one hardman dc comics

Il tutto è disegnato da Hardman con un grande gusto per gli scenari sci-fi, che siano pianeti alieni o bui interni di astronavi. I suoi Manhunter sono inoltre più robotici e massicci che in passato, ma non mancano per questo la spettacolarità e la brillantezza del verde che caratterizzano il personaggio. Il volume consta di circa 170 pagine e dunque giustifica pienamente la pausa che si è presa Invisible Republic. Rimane da capire quale delle due opere Hardman e la sua squadra vorranno continuare per prima, ma in entrambi casi il lettore non avrà di che lamentarsi.

Bonus 2: Cable #155

Strano rilancio quello di Cable, in questi giorni sotto gli occhi di tutti con il volto di Josh Brolin nel trailer di Deadpool. La serie è infatti ripartita circa un anno fa con James Robinson e Carlos Pacheco, quindi è passata per il secondo arco a Ed Brisson e al terribile Jon Malin, con una storia che ha cercato di recuperare alcune delle cose peggiori degli anni Novanta e con un team di mutanti al fianco di Cable assai improbabile. Tutto questo viene scopato sotto il tappeto dai nuovi sceneggiatori Zac Thompson e Lonnie Nadler, new entry di talento alla Marvel e di cui abbiamo già parlato per The Dregs e Come Into Me giusto la scorsa settimana.

cable marvel

Ai disegni German Peralta, che dopo le sue buone prove su Thanos sembra ulteriormente cresciuto, mentre ai colori rimane Jesus Aburtov, che qui ha sicuramente un compito più piacevole che con Jon Malin. A impreziosire il nuovo ciclo ci sono poi le cover plastiche e dettagliate di Daniel Warren Johnson, reduce dalla conclusione della sua Extremity per Image Comics.

Nadler e Thompson sembrano intenti a recuperare vari elementi della storia del personaggio, valorizzandone la ricchezza e la complessità, dalla messia mutante Hope Summers al gemello extradimensionale Nate Grey fino alla formazione originale di X-Force. A giudicare dal primo episodio non pare per fortuna trattarsi di un’altra operazione di fan service, bensì di Cable di fronte a un nemico temibile che conosce perfettamente la sua vita e che lo obbliga ad affrontare i propri limiti, a partire dal virus tecnorganico che lo perseguita quasi dalla nascita.

cable marvel

È presto per dire se le promesse saranno mantenute, ma almeno sembra finalmente che il personaggio abbia ritrovato la dimensione a lui più consona, quella di un uomo con una missione ma pure con un sofferto passato a renderlo tra i più umani fra i mutanti Marvel.