Una ragazza, un gorilla, gli alieni. “Motor Girl” di Terry Moore

Una ragazza reduce dell’Iraq che fa il meccanico, un gorilla parlante dal carattere scontroso, teneri extraterresti a bordo di dischi volanti, due sicari scalcinati e uno spietato scienziato imbottito di soldi. Questi sono gli elementi principali di Motor Girl, il nuovo fumetto di Terry Moore pubblicato da Bao Publishing, ma siamo ben lontani dal pastiche fantascientifico che potrebbe sembrare.

motor girl terry moore bao

La prima idea per il fumetto – serializzato negli Stati Uniti in 10 albi e raccolto da Bao in un unico volume per l’edizione italiana – è nata quasi per gioco diversi anni fa, quando Moore iniziò a disegnare come passatempo elementi un po’ a caso: prima una ragazza, poi un gorilla, poi un suo amico, infine gli alieni. I personaggi sono rimasti praticamente quelli, ma, a partire da questa premessa (o, meglio, semplice suggestione) l’autore ha sviluppato una storia vera e propria, a conti fatti uno dei suoi fumetti più brillanti e riusciti di sempre.

Motor Girl innanzitutto usa il fantastico come pretesto per raccontare il personale – così come in altri lavori di Moore come Echo e Rachel Rising, che viravano rispettivamente verso la fantascienza e l’horror –, facendo credere al lettore di avere tutte le carte in mano fin dall’inizio ma poi divertendosi a mescolargliele di tanto in tanto. Come nei fumetti precedenti dell’autore, anche qui la protagonista è una giovane ragazza, di nome Samantha, che vive a cavallo tra due mondi a causa di uno stress post-traumatico subito in guerra. Da una parte c’è la realtà quotidiana, nella quale “Sam” vive e lavora in uno sfasciacarrozze isolato dalla civiltà e lontano dalla gente, come ideale rifugio interiore. Dall’altra, c’è il mondo fantastico provocato da una scheggia nella sua testa, in cui vivono il gorilla parlante Mike e nel quale a un certo punto piombano anche degli alieni.

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I due piani sembrano confondersi spesso tra di loro, fino a quando la situazione clinica di Samantha precipita e nel suo mondo di fantasia si scatena il caos, con l’unico appiglio alla realtà rappresentato da Libby, anziana proprietaria dello sfasciacarrozze e figura materna della situazione. A quel punto, la vita di Samantha si sdoppia su due campi di battaglia, entrambi in grado di lasciare ferite profonde e difficili da curare senza l’aiuto di qualcuno, che sia Mike o la stessa Libby, nei confronti dei quali la protagonista ha un atteggiamento di continua diffidenza, nonostante l’evidente affetto.

Motor Girl è una serie che fa della spensieratezza e della leggerezza il proprio punto forte, nonostante le tematiche possano sembrare pesanti a un primo sguardo. Moore è abile nel saper alternare il registro comico a quello drammatico, spesso lasciandoli intersecare con grande praticità. E alla fine viene naturale chiedersi quanto della vicenda letta sia successo davvero (nella realtà del fumetto, ovviamente) e quanto sia stato frutto della fantasia della protagonista.

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Come spesso accade nei fumetti di Moore, a risaltare più di ogni altra cosa è l’empatia che si viene a creare nei confronti dei personaggi – per quanto improbabili o stereotipati possano sembrare a prima vista –, tramite i loro traumi e le loro debolezze. Ad accelerare il processo di partecipazione attiva contribuisce anche lo stile di disegno pulito dell’autore, in grado di rappresentare con pochi tratti e molta naturalezza dei caratteri pronti fin da subito a diventare quasi come famigliari e a offrire smorfie e sorrisi contagiosi.

Motor Girl è così una lettura piacevole e appassionante, che ci immerge in un mondo fantasioso ma che concede molti scorci di una (ruvida) realtà, dalla quale chiunque – come la protagonista, ma magari in modo meno avventuroso – prima o poi ha cercato di distaccarsi.

Motor Girl
di Terry Moore
Traduzione di Leonardo Favia
Brossurato, 218 pp in b/n
€ 19,00