Quando parliamo di manga d’avventura, ci possono venire alla mente tante situazioni: un viaggio in mare come in One Piece, sulla terraferma come in Fullmetal Alchemist o su più livelli come in Dragon Ball. Tuttavia, pochi penserebbero a un viaggio interamente nel sottosuolo: questa è la sfida che si pone Made in Abyss, un seinen (ovvero un manga per un pubblico maschile adulto) scritto e disegnato da Akihito Tsukushi e uscito in Italia per J-Pop.
Volume 1:
La storia è ambientata all’interno di un enorme cratere, soprannominato l’“Abisso”, sia per la sua profondità smisurata sia perché è l’ultimo luogo rimasto inesplorato sulla Terra. Sul bordo del cratere sorge una città, Orth, dove vive Riko, un’orfana di 12 anni che sogna di esplorare l’Abisso come fece sua madre anni prima, senza averne mai fatto ritorno. A dare una svolta alla sua vita è la comparsa di Reg, un piccolo androide venuto dalle profondità dell’Abisso che ha perso la memoria. Insieme, i due si impegnano anima e corpo (o solo corpo per Reg) al fine di realizzare i loro obiettivi.
Nel corso del primo volume, appare chiaro quanto sia ambiziosa la sfida che si è posto l’autore: da un lato Tsukushi crea un intero mondo all’interno dell’Abisso, inventando animali, piante e fenomeni naturali descritti nei minimi dettagli; dall’altro lato, tuttavia, non parla mai del mondo di superficie, quasi come se non esista. Persino la città di Orth, pur essendo la principale ambientazione del volume, viene descritta in modo approssimativo.
In compenso, molto spazio viene dato all’orfanotrofio dove Riko vive con altri bambini: la loro più grande aspirazione è diventare “cercatori”, ovvero coloro che esplorano l’Abisso in cerca di tesori e manufatti. E mentre i protagonisti scendono nelle profondità dell’Abisso, il lettore viene indotto a scendere nelle profondità del loro subconscio, scoprendo a poco a poco ciò che provano: paura, incertezza, gioia e tante altre emozioni.
Se molto spazio viene dedicato ai dialoghi e alle spiegazioni, lo stesso non si può dire per le scene d’azione, che qui scarseggiano. Infatti, sebbene non manchino momenti in cui i giovani personaggi si inoltrano nel sottosuolo, il risultato è una narrazione che oscilla tra scene molto divertenti, dovute ai guai che combinano Riko e i suoi amici, e altre che invece risultano alquanto fiacche.
Un altro aspetto contraddittorio del manga riguarda l’aspetto visivo: da un luogo chiamato l’“Abisso” ci si aspetterebbero toni scuri e cupi, e invece qui troviamo un grigio chiaro, luminoso e quasi onnipresente. Nonostante tutto questo, il finale fa presagire che si tratti solo della calma prima della tempesta, e che la vera storia debba ancora iniziare.
Annotazioni sparse:
– La serie in origine fu pubblicata a puntate online, a partire dal 2012, sul sito della casa editrice Takeshobo. Sebbene la serie sia ancora in corso, ad oggi sono stati pubblicati in Giappone solo 6 volumi cartacei, circa uno all’anno.
– Da questo seinen nel 2017 è stata tratta una serie animata di grande successo, andata in onda da luglio a settembre 2017. Nel novembre 2017 è stato annunciato un possibile sequel.
– La strada che Riko e Reg sembrano voler prendere ricorda vagamente Bulma e Goku nei primi volumi di Dragon Ball: sia Goku che Reg sono due bambini con una forza sovrumana e caratteristiche peculiari (la coda di scimmia per Goku, il corpo meccanico per Reg), ed entrambi non ricordano le loro vere origini.
– La descrizione che viene fatta dell’Abisso, suddiviso in diversi strati più o meno pericolosi a seconda della profondità, è ispirata all’Inferno di Dante. Questo non è il primo manga che ne trae spunto, era già accaduto nella Saga di Hades de I Cavalieri dello Zodiaco e nella Saga di Impel Down di One Piece.