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FocusChi è Cable, il co-protagonista di "Deadpool 2"

Chi è Cable, il co-protagonista di “Deadpool 2”

Nel nuovo film a lui dedicato, uscito in Italia il 15 maggio, Deadpool si è trovato a dover condividere il ruolo di protagonista con un personaggio nuovo per il mondo dei cinecomics, ma con alle spalle una storia a fumetti molto lunga (e complessa): Cable, alias Nathan Summers, al cinema interpretato da Josh Brolin.

Se le trame degli X-Men e dei mutanti di Marvel Comics sono sempre state piuttosto complicate – basti vedere il loro albero genealogico per farsi una rapida idea –, la storia di Cable lo è ancora di più. Non è semplice districarsi tra le vicende del personaggio, considerando anche che ci sono di mezzo i viaggi nel tempo, ma vogliamo provarci. Nel dubbio, tenete pronto l’ibuprofene.

Leggi anche: Cosa dicono le recensioni di Deadpool 2

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Cable disegnato da Rob Liefeld ai tempi dei suoi esordi

Gli esordi

Nel marzo del 1990, sulle pagine di The New Mutants, la serie dedicata alla giovane squadra dei Nuovi Mutanti, apparve per la prima volta un individuo mezzo uomo (anzi, mutante, come si sarebbe scoperto in seguito) e mezzo cyborg, che divenne il nuovo leader del gruppo. Quel personaggio di nome Cable, dal passato misterioso, fu ideato dalla sceneggiatrice Louise Simonson e dal disegnatore Rob Liefeld – quest’ultimo anche creatore di Deadpool – come perfetto contraltare di Charles Xavier, il fondatore di X-Men e Nuovi Mutanti.

Alla pari del mentore e fondatore degli X-Men, Cable desiderava la pace tra umani e mutanti, ma era anche convinto nella ragionevolezza del detto latino “Si vis pacem, para bellum” (ovvero: se vuoi la pace, prepara la guerra).

Cable era l’emblema perfetto dei tipici supereroi degli anni Novanta: fisicamente enorme, armato fino ai denti con fucili e pistole giganti, con un passato tutto da scoprire e poca pazienza per i perditempo. Fu sotto la sua guida che i Nuovi Mutanti cambiarono nome in X-Force, diventando un gruppo più militaresco e distante dalla visione di Xavier. Il primo ciclo di storie di X-Force – scritto da Liefeld insieme allo sceneggiatore Fabian Nicieza – resta a tutt’oggi uno dei più venduti della storia del fumetto americano.

Con il tempo, poi, il mistero sul passato del personaggio si infittì attraverso l’inserimento di numerosi personaggi del suo passato, a partire da Domino, mutante con il potere della fortuna ed ex amante di Cable.

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Rob Liefeld con in mano “New Mutants” #87, l’albo in cui ha esordito Cable

Storia dopo storia, si scoprì che Cable proveniva da un futuro post-apocalittico e che aveva viaggiato fino al passato (il nostro presente) a bordo della astronave Graymalkin – dotata di un computer senziente chiamato Professore – per fermare i piani del terrorista mutante Stryfe e l’ascesa al potere di Apocalisse, il malvagio mutante di origine egiziana che aveva preso il dominio del mondo nella sua linea temporale (sì, praticamente è la trama di Terminator ricalcata in modo quasi pedissequo).

In seguito, si venne a sapere anche che il personaggio era un mutante dotato di poteri telepatici e telecinetici, che però non poteva usare durante le battaglie perché li impegnava già per tenere a bada un virus tecnorganico che stava divorando il suo corpo, trasformandolo in una macchina. Le parti metalliche, in ogni caso, gli garantivano forza e resistenza superiori a quelle di un comune umano.

Stryfe, d’altra parte, era un clone malvagio dello stesso Cable. Dotato degli stessi poteri del suo “progenitore”, era però più potente di lui, non essendo limitato dal virus tecnorganico. Anche lui proveniva dal futuro – dalla stessa linea temporale di Cable –, ma indossava una maschera per non mostrare la somiglianza con la sua nemesi.

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Stryfe tenta di soggiogare Scott Summers e Jean Grey degli X-Men, in una copertina disegnata da Andy Kubert

Il colpo di scena

Alla ricerca di una risoluzione per il mistero delle origini di Cable, Marvel Comics decise di collegarle a quelle di un altro giovanissimo mutante che aveva esordito nel 1986 in una storia degli X-Men scritta da Chris Claremont e disegnata da Rick Leonardi. Il personaggio in questione era Nathan Christopher Charles Summers, figlio neonato di Scott “Ciclope” Summers e Madelyne Pryor. Quest’ultima era un clone di Jean Grey, creato dal malvagio genetista mutante Sinistro in un periodo in cui quest’ultima era considerata morta.

Il piano di Sinistro, come si sarebbe scoperto in seguito, era proprio quello di generare un essere molto potente mescolando due DNA dalle potenzialità enormi, quello dei Summers e quello dei Grey. Anche lo scopo di Sinistro era quello di sconfiggere Apocalisse.

Quando Jean tornò dalla tomba, Scott mollò però Madelyne e portò il figlio con sé all’interno di un nuovo gruppo, X-Factor, fondato con gli altri membri originari degli X-Men (ovvero la stessa Jean, Uomo Ghiaccio Bestia e Angelo). Fu sulle pagine della serie dedicata a questo gruppo che nel 1991 – in una storia scritta da Claremont e disegnata da Whilce Portacio – il piccolo Nathan fu infettato dal virus tecnorganico, a causa delle macchinazioni di Apocalisse.

Scott e Jean allora affidarono il bimbo a Sorella Askani, una guerriera proveniente da 2.000 anni nel futuro e appartenente a un clan che si opponeva al regime dittatoriale dello stesso Apocalisse nella sua linea temporale. Pur riluttanti, i due membri degli X-Men si fidarono di lei e delle sue promesse di poter curare l’infante, accettando persino l’idea (a loro insaputa erronea) che il viaggio verso il futuro sarebbe stato di sola andata.

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Il momento in cui Ciclope affida suo figlio Nathan al Clan Askani

L’adolescenza

Nella storia del 1994 intitolata Le avventure di Ciclope e Fenice (scritta da Scott Lobdell e disegnata da Gene Ha), Nathan Summers, giunto ormai nel suo futuro, fu curato dal Clan Askani e cresciuto come una sorta di messia che avrebbe dovuto sconfiggere Apocalisse. Le menti di Scott e Jean furono appositamente richiamate da Madre Askani per occupare i corpi clonati (anche loro) di “Slymm” e “Redd”, i due genitori adottivi del giovane Nathan. Dopo 12 anni passati insieme come una famiglia, i tre riuscirono a sconfiggere Apocalisse, impedendogli di trasferire la sua essenza in un nuovo corpo e mettendo così fine al suo regno del terrore. A quel punto, Nathan, ormai cresciuto, divenne il viaggiatore nel tempo Cable.

La storia di Stryfe si svolse parallelamente. Nel timore che Nathan potesse morire, Madre Askani lo clonò e accelerò artificialmente la crescita di tale clone perché raggiungesse in fretta l’età del futuro Cable. Durante un attacco alla base del Clan Askani, Apocalisse rapì il clone e lo battezzò Stryfe, con l’intenzione di farlo crescere e di utilizzarlo come suo nuovo corpo ospite.

Cresciuto covando rancore nei confronti di Apocalisse, Stryfe alla fine arrivò a odiare anche i suoi genitori biologici Scott Summers e Jean Grey. Divenne un terrorista e tornò indietro nel tempo per cercare di compiere la sua (doppia) vendetta, ma fu fermato da Cable e dagli X-Men al gran completo, nella saga X-Men: Execuzione.

A quel punto, il cerchio (temporale) fu chiuso, e la storia di Cable – e quella parallela di Stryfe – si fuse ormai completamente con quella di Nathan Summers. Nel corso degli anni, Cable ha curato il proprio virus e ha potuto sfruttare in pieno i propri poteri mutanti. A telepatia e telecinesi, ereditati dal codice genetico materno, ha inoltre affiancato una sorta di potere precognitivo, dato che ha occasionali visioni dal futuro. Ha infine la capacità di trasferire temporaneamente la propria mente nei corpi altrui.

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La conclusione di una delle avventure di Cable e Deadpool

Cable e Deadpool

Il rapporto di amore e odio tra Cable e Deadpool ebbe inizio molto presto, dato che il mercenario dal costume rosso fece la sua prima apparizione proprio in una storia di X-Force, come avversario del gruppo. Nel 2004, i due furono messi insieme da Marvel Comics per una serie di avventure, nonostante i caratteri opposti dei due: sempre serioso e determinato Cable, sboccato e logorroico Deadpool.

Nonostante questo netto contrasto, il loro rapporto ha sempre funzionato molto bene, e la serie a loro dedicata – intitolata Cable and Deadpool e scritta interamente da Nicieza – è durata fino al 2008, per poi tornare nel brevemente 2016. In una delle storie più famose, Cable regredì fino a diventare di nuovo un bambino, e Deadpool divenne il suo babysitter.

Visto il successo dell’accoppiata nei fumetti, è stato dunque spontaneo, per i produttori della 20th Century Fox, affiancare i due personaggi anche sul grande schermo, nel film appena uscito nelle sale di tutto il mondo.

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