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Nick Spencer e Ryan Ottley, con le chine di Cliff Rathburn e i colori di Laura Martin, si sono presi carico del supereroe centrale della Marvel dopo il lunghissimo corso di Dan Slott.
La ripartenza del loro Amazing Spider-Man ha un primo arco dal titolo chiarissimo: Back to Basics, ossia il ritorno alle origini, quello che alla Marvel, dai Fantastici Quattro di Bryne in giù, è una sorta di rito ciclico e inevitabile. Mai come in questo caso però era atteso dal pubblico e necessario.
Se Slott ha cercato di innovare, facendo persino di Peter un miliardario di successo, o sostituendolo per molti numeri con il Doctor Octopus e mettendolo in una girandola di interessi sentimentali, Spencer riparte da New York, da Mary Jane e da un Peter in difficoltà economica che condivide l’appartamento con il figlio di Robbie Robertson, Randy, e con Boomerang.
La convivenza con un criminale ridicolo, che Spencer ha già scritto nella sua ottima serie Superior Foes of Spider-Man, dà modo all’autore di usare toni da commedia. Del resto il personaggio si presta al genere da sempre, con il suo sparare battute in battaglia una dietro l’altra.
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L’amore dello scrittore per il fitto dialogo si sposa quindi bene alla serie, così come funziona l’uso della voce over per la coscienza di Peter, notoriamente molto ingombrante con il perenne senso di colpa per la morte dello zio e il sempreverde tormentone sulle responsabilità. Proprio queste sono al centro della ripartenza, ancora più del ricostruire il rapporto con Mary Jane – dove è lei a essere più attiva di lui, tanto da far sperare che si possa leggere presto anche la sua di voce over.
Peter viene infatti separato da Spider-Man in un improbabile esperimento scientifico, che divide però anche la personalità dei due. Così uno è l’allegro supereroe di quartiere, che agisce con una gioia ma vista prima ma pure con una pericolosa irresponsabilità, mentre Peter non ha più il genio scientifico né i superpoteri ma in compenso mantiene il senso di responsabilità. Tanto da sentirsi in colpa per le azioni del suo alter ego.
Niente di nuovo ma appunto un ritorno agli elementi di base del personaggio, mentre una sottotrama inizia a preparare la misteriosa minaccia che terrà banco nei prossimi numeri.
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Quella di Spencer dunque non è la rivoluzione portata l’anno scorso su Capitan America, ma non è neppure un’involuzione, semmai è una restaurazione del classico praticata però con modernità tanto nei dialoghi brillanti e citazionisti, quanto nei disegni semplici ma d’effetto di Ryan Ottley, che per altro dovrebbe riuscire nel miracolo di mantenere la periodicità e la continuità alla serie. Cosa ormai rarissima alla Marvel che dimostra anche in questo senso la voglia di (ri)costruire un personaggio in modo duraturo e meticoloso, senza per ora ricorrere a trovatone a effetto spiazzanti. Non che manchi qualche momento sorprendente, per esempio Zia May che dice di aver scoperto il poker online e di essere pure piuttosto brava.
Il ritorno a una maturità emotiva al fianco di Mary Jane è poi sia un ritorno al passato, sia un passo avanti per il personaggio, che sul fronte sentimentale era regredito in relazioni impossibilitate a svilupparsi più di tanto. Questa è la più grande scommessa di Spencer e per ora l’autore ne esce vincitore, come attesta anche la risposta entusiasta dei fan.
Rimane da vedere cosa voglia raccontare davvero sullo Spider-Man supereroe, se anche qui come in Capitan America cercherà di fare un discorso politico e attuale o se rimarrà più nel territorio escapista e comico che aveva caratterizzato il suo Ant-Man.
Il secondo caso sarebbe una delusione però, perché Spider-Man è una figura troppo centrale per stare da parte e il suo senso di responsabilità è il cuore morale della Marvel, non meno di quanto lo siano gli ideali di Capitan America.
Per ora comunque è stato giusto ripartire soprattutto dalla sfera privata dell’eroe, continuando per altro l’ottimo lavoro iniziato da Chip Zdarsky su Peter Parker, The Spectacular Spider-Man dove ci si è occupati soprattutto della relazione con J. Jonah Jameson, non a caso assente da questi primi episodi della nuova Amazing.